“Grazie ai parametri 2018, l’Umbria riconfermata tra le 5 regioni benchmark per riparto fondo sanitario nazionale”

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La nota di Donatella Porzi (Pd)

“L’Umbria è al secondo posto tra le cinque regioni benchmark ai fini del riparto del Fondo sanitario 2021 e i parametri utilizzati per questa graduatoria sono riferibili ai dati del 2018. In questo modo viene definitivamente smentito qualsiasi buco nei conti della sanità attribuibile alla precedente legislatura, come vuole far credere l’attuale maggioranza, durante la quale invece la sanità umbra è stata sempre riconosciuta tra quelle benchmark”.

   

Così la consigliera Donatella Porzi (Pd) alla luce – spiega – delle “tabelle pubblicate dal Ministero della Salute recanti i calcoli dell’Indicatore per la qualità e l’efficienza (IQE) per la scelta delle cinque regioni eligibili ai fini della predisposizione della proposta di riparto del finanziamento del Sistema sanitario nazionale cui concorre ordinariamente lo Stato per l’anno 2022”.

“La buona amministrazione della sanità regionale, che ha sempre mirato alla qualità, partendo dai Livelli essenziali di assistenza (Lea) e alla garanzia di servizi anche e soprattutto a livello territoriale viene finalmente certificata dallo stesso Ministero che, per la selezione delle cinque regioni eligibili utili ai fini del riparto 2022 ha utilizzato i dati del 2018. Dopo l’Emilia Romagna, al primo posto, viene subito l’Umbria, poi, a seguire, Marche, Lombardia e Veneto. È importante sottolineare e ricordare che Regione benchmark – precisa Porzi – si diventa rispettando strettissimi criteri che riguardano l’erogazione dei Servizi essenziali di assistenza (Lea); aver garantito l’equilibrio economico finanziario del bilancio sanitario regionale; non essere assoggettate a piano di rientro; essere risultate adempienti alla valutazione operata dal Tavolo di verifica degli adempimenti regionali. Alla luce di ciò – conclude Porzi – invitiamo la Giunta regionale e l’attuale maggioranza a prendersi tutte le responsabilità rispetto alla gestione attuale della sanità regionale e a smetterla di puntare il dito su presunte non adeguate gestioni del passato. L’auspicio è che i livelli qualitativi e quantitativi che ha sempre garantito, con efficienza ed efficacia la nostra sanità regionale, possano continuare a rappresentare un punto di riferimento nazionale”.