“Grande risultati di comunità”

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Foto Ansa

Le parole del Rettore Oliviero in occasione dell’inaugurazione del nuovo anno accademico

   

Ha parlato di un 2022 con “risultati importanti” ottenuti “da una grande comunità”, per i quali ha espresso “grande soddisfazione”, il rettore dell’Università degli Studi di Perugia Maurizio Oliviero in occasione dell’inaugurazione del nuovo anno accademico. Cerimonia alla quale partecipa la ministra dell’Università Anna Maria Bernini.

Nell’aula magna ci sono anche i presidenti della Regione Donatella Tesei e dell’Assemblea legislativa Marco Squarta, insieme al sindaco Andrea Romizi.

“Numeri importanti che ci incoraggiano sulla strada intrapresa” ha sottolineato il rettore parlando dei risultati ottenuti nell’ultimo anno. “Ci dicono – ha aggiunto – che questo Ateneo può e deve essere un punto di riferimento per il territorio e per il Paese ma anche per una dimensione internazionale. Non sono risultati di un rettore ma di una grande comunità che a partire da una storica tradizione guarda al futuro per un Ateneo che può e deve essere punto di riferimento per il territorio e il Paese e con una importante dimensione internazionale”: così il rettore, Maurizio Oliviero, durante il suo intervento alla cerimonia d’inaugurazione del 715/o anno accademico dell’Università degli Studi di Perugia.

Il rettore ha parlato della cerimonia come di un

“momento speciale e di festa” ma oltre a festeggiare, ha aggiunto, “proviamo a tracciare un bilancio che ci può aiutare a capire le strategie e il senso dell’università”.

A supporto è stato così presentato anche un documento con i soli risultati raggiunti “senza interpretazione per rendere la lettura più imparziale possibile”.

Oliviero, dopo aver rivolto

“un sentimento di gratitudine” a studenti e studentesse, ha sottolineato che l’Ateneo ha raggiunto 30 mila giovani, con gli immatricolati che hanno superato le 10 mila unità, alzando anche il numero dei laureati in corso, con il 76% dei laureati che hanno trovato poi subito occupazione. “Numeri che ci gratificano – ha aggiunto – ma quello che ci piace è vedere giovani che possono guardare all’università come strumento di crescita”.