Gli “OrientaMenti” al lavoro che aiutano i ragazzi a costruire il proprio futuro

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Iniziati i percorsi previsti dal progetto sperimentale promosso da Fondazione Perugia insieme alle Diocesi di Gubbio e Assisi e all’Agenzia regionale per le Politiche attive del lavoro rivolto a giovani tra i 18 e i 35 anni

   

 

Tirocini retribuiti, percorsi di formazione gratuiti e iniziative di autoimprenditorialità. Sono già al lavoro i giovani partecipanti a “OrientaMenti: orientarsi a partire da sé”, progetto sperimentale di accompagnamento personalizzato al lavoro promosso da Fondazione Perugia in collaborazione con le diocesi di Gubbio e Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e con l’Arpal Agenzia Regionale per le Politiche Attive del Lavoro.

Un risultato più che incoraggiante, frutto della sinergia, dell’impegno e della tenacia con i quali i partner sono riusciti a dar vita al progetto, nato in risposta alla problematica – molto diffusa nei territori di riferimento delle due Diocesi – dei giovani che si ritrovano esclusi dal mercato del lavoro e che, per una serie di ragioni socio-culturali tra loro eterogenee, non riescono ad inserirsi.

Da qui la volontà condivisa dalla Fondazione, dalle due Diocesi e dall’Arpal di sostenete l’avviamento e il reinserimento occupazionale dei soggetti con maggiori difficoltà, in particolare di coloro che hanno un basso livello di occupabilità e che hanno rinunciato alla ricerca attiva di un lavoro.

“Ho superato i 30 anni – racconta Melodie, una delle partecipanti al progetto – sono madre di due bambini e fra pochi giorni inizierò il mio tirocinio presso il Museo Diocesano di San Rufino, ad Assisi. Ritengo che questa rappresenti per me non solo un’ottima opportunità per reinserirmi nel mondo del lavoro, ma anche per farlo nell’ambito attinente alla mia formazione. Questa esperienza, bella ed appagante, mi ha permesso di scoprire alcuni lati di me che non conoscevo e mi ha aiutata a maturare un’idea che avevo in testa ma che non riuscivo a concretizzare”.

“Il tirocinio sta andando bene – commenta soddisfatta Arianna, giovane di 21 anni impegnata come receptionist al Faro Rosso di Gubbio – ho trovato persone molto accoglienti che mi stanno insegnando tutti i dettagli del mestiere che io non avevo mai svolto. Il corso che ho fatto mi è stato molto d’aiuto, perché mi ha fatto capire le mie prossime mosse grazie alla competenza delle persone che mi hanno insegnato ed aiutato a mettere in atto le mie idee”.

I venti partecipanti sono stati individuati attraverso un apposito avviso pubblicato dalla Fondazione Perugia a gennaio 2022 rivolto a giovani di età compresa tra i 18 e i 35 anni, non occupati né iscritti a corsi di formazione professionale e non inseriti in alcun programma di politica attiva della Regione Umbria. Tutti i candidati che hanno presentato la propria manifestazione di interesse hanno avuto la possibilità di partecipare ad un primo corso motivazionale e di orientamento propedeutico ad accedere alla fase successiva. Quest’ultima prevedeva l’inserimento in uno dei tre percorsi previsti dall’avviso – tirocinio, formazione o autoimprenditorialità – che un’apposita equipe di professionisti ha elaborato insieme a ciascun candidato selezionato sulla base delle sue motivazioni e delle sue attitudini. I percorsi sono sostenuti attraverso voucher formativi e borse lavoro.

Contestualmente il gruppo di coordinamento del progetto, che comprende rappresentanti di tutti i partner, ha raccolto le adesioni da parte delle imprese e delle associazioni non profit del territorio, che hanno creduto nel progetto condividendo appieno lo spirito di accogliere nelle proprie strutture i ragazzi per consentire loro di acquisire competenze e know-how pratico, ma anche per migliorare le soft skill necessarie per intraprendere il loro percorso lavorativo.

Tra le aziende che hanno dato la propria disponibilità, ne sono state scelte alcune tenendo conto dei settori nei quali i tirocinanti hanno richiesto di operare, settori che spaziano dalla formazione alla didattica per bambini, dalla comunicazione digitale all’informatica, dalla fisioterapia ai servizi chimico-biologici per le aziende, dal turismo alla gestione museale, dal commercio all’ingrosso alla cooperazione sociale.

I percorsi formativi scelti riguardano invece la scrittura, le attività di social media manager e di addetto alle vendite e quella di cuoco.

Un dato particolarmente significativo, sottolineato dal Gruppo di coordinamento, sta nel fatto che in seguito al primo corso di orientamento alcuni candidati hanno rinunciato a partecipare al progetto perché hanno trovato una occupazione, a significare che hanno ricevuto gli stimoli necessari per rimettersi in gioco.

Un altro aspetto peculiare del progetto è rappresentato dalla valutazione d’impatto che verrà effettuata al termine della sua attuazione e, quindi, dalla verifica del raggiungimento o meno degli obiettivi prefissati. Lo studio verterà sul confronto dei risultati raggiunti dal gruppo di ragazzi che ha partecipato e completato tutte le fasi del progetto con un omogeneo gruppo di ragazzi che, al contrario, non hanno partecipato e che, pertanto, possono essere individuati come benchmark di misurazione degli effetti realizzati. I risultati saranno utili per dare continuità al progetto ed anche per verificare se possa essere preso ad esempio come best practice da replicare in altri territori.

“La forza di un progetto come OrientaMenti: orientarsi a partire da sé – afferma la Presidente della Fondazione Perugia, Cristina Colaiacovo – sta nell’articolato ma solido approccio di rete portato avanti anche operativamente attraverso il gruppo di coordinamento. Questo ci consente di svolgere azioni di prossimità, trasversali ed integrate, in grado di tenere insieme gli aspetti di carattere formativo ed educativo e quelli di natura più propriamente sociale. Siamo molto soddisfatti sia per quanto riguarda la partecipazione dei ragazzi, che non è stato facile intercettare, sia per la disponibilità delle imprese e delle associazioni, la cui collaborazione era fondamentale per la realizzazione dei tirocini. I percorsi in cui sono impegnati i partecipanti sono il risultato di un approfondito processo di ascolto e di analisi delle loro motivazioni e delle loro attitudini lavorative, e questo ci fa ben sperare che attraverso questo circolo virtuoso che ha come punto di partenza l’aumento dell’autostima e arriva alla formazione e all’autoimprenditorialità, riusciremo a dare loro la spinta per costruire il proprio futuro”.

“Siamo contenti – afferma il Vescovo di Assisi S.E. Monsignor Domenico Sorrentino – che questo progetto che abbiamo voluto insieme stia andando avanti; è un modo concreto attraverso il quale anche come Chiesa ci rendiamo presenti sul territorio, dando risposte di cui specialmente i giovani hanno oggi enorme bisogno. E da Assisi questo mi sembra ancora più bello in un momento in cui si sta realizzando il grande evento voluto dal Papa “The Economy of Francesco” che chiama tanti giovani di tutto il mondo a riflettere sul rinnovamento dell’economia, rinnovamento che va fatto non soltanto sul piano del pensiero economico ma anche sul piano delle iniziative economiche di base che mostrano quanto sia possibile realizzare anche delle realtà che danno risposte concrete ai bisogni del nostro tempo”.

“Questo interessante progetto condiviso fra la Fondazione Perugia e le diocesi di Gubbio ed Assisi insieme agli enti locali della regione – commenta il Vescovo di Gubbio S.E. Monsignor Luciano Paolucci Bedini – sembra veramente essere entrato nel vivo, con il passaggio alla sperimentazione dei tirocini lavorativi per i giovani che sono stati selezionati e formati. Questo ci dice quanto questo progetto sia stato pensato e si stia realizzando in maniera concreta, e speriamo anche efficace, dando la possibilità reale ad alcuni giovani non solo di sperimentarsi nel mondo del lavoro ma anche di percepire prospettive di futuro. E ci aiuta anche a comprendere come di fronte ad un problema grande come quello della carenza del lavoro giovanile nella nostra regione, non solo le sinergie siano importanti ma è importante realizzare progetti, magari anche piccoli, che però vadano fino in fondo. E ci auguriamo che questa sperimentazione porti il frutto di una riapertura anche delle aziende nei confronti dell’assunzione di figure giovani e preparate”.

“ARPAL Umbria attraverso i propri Centri per l’Impiego e le Diocesi di Gubbio ed Assisi – dichiara l’Assessore allo Sviluppo economico della Regione Umbria, Michele Fioroni – hanno messo in rete le proprie competenze e conoscenze per favorire l’incontro tra tirocinanti e le imprese del territorio. Ne è scaturita una sinergia che ha permesso di avviare i primi tirocini, ad oggi otto, finalizzando così l’attività di orientamento prevista nella fase iniziale del progetto. Ciò ha permesso di far emergere le potenzialità dei giovani selezionati e di farli incontrare con le imprese, realizzando così una best practice di collegamento tra domanda e offerta di lavoro. I Centri per l’Impiego, in qualità di soggetto promotore, monitoreranno l’andamento dei tirocini per verificarne la riuscita in termini di inserimento lavorativo e di soddisfazione”.