Genetica cereali, giornata in campo con agricoltori e operatori di settore

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Frumento tenero, duro, orzo e triticale. Queste le quattro colture a genetica Limagrain protagoniste della giornata in campo organizzata a Casalina di Deruta dalla Fondazione per l’istruzione agraria in Perugia, in collaborazione con Limagrain Italia, martedì 24 maggio. Si tratta della seconda (la prima è stata a Rovigo, il 19 maggio, la terza si terrà a Voghera il 27 maggio) delle tre giornate nazionali proposte dalla filiale italiana di Limagrain Europe, la cooperativa con sede a Clermont Ferrand (Francia) che commercializza sementi per grandi colture. Obiettivo, divulgare e approfondire le caratteristiche genetiche di cereali a paglia trattati dall’azienda francese e illustrarne le particolarità, in termini di comportamento agronomico e di destinazione finale dopo la raccolta. A Damiano Avondoglio, product manager Limagrain Italia, il compito di guidare i presenti, un centinaio tra agricoltori e operatori di settore, nella visita alle parcelle di campi coltivati con 25 varietà diverse di cereali, alcune già conosciute e commercializzate altre pronte a essere immesse nel mercato nei prossimi anni.

“Casalina è un sito interessante – ha affermato Avondoglio – perché ha una posizione centrale in Umbria rispetto alla diffusione che il grano e i cereali hanno in questa zona”.

 Tra i presenti anche Cesare ed Ettore Manganelli, della Manganelli spa.

“L’impianto industriale di Perugia – ha spiegato Ettore – funge da selezionatore meccanico. Limagrain, che è il costitutore varietale, ci invia le sementi certificate che noi, attraverso aziende agrarie specializzate, facciamo seminare, cioè moltiplicare. Raccogliamo quindi il prodotto nel nostro centro, lo selezioniamo e confezioniamo in ‘big bag’ pronte per essere distribuite alle aziende che procederanno alla coltura”.

“Da 50 anni – ha aggiunto Matteo Masin, responsabile marketing e comunicazione Limagrain Italia – pratichiamo il breeding, ovvero un’attività di miglioramento varietale dei cereali per renderli sempre più performanti da un punto di vista della resa, della resistenza alle malattie, degli stress da caldo o assorbimento di azoto. Quest’attività è importante se si pensa che senza il suo contributo, negli ultimi 15 anni, l’Europa avrebbe avuto bisogno di altri 19 milioni di ettari coltivati, con l’impiego di 55 milioni di metri cubi di acqua in più. Ciò avrebbe significato 3,4 miliardi di tonnellate di anidride carbonica liberata in atmosfera. Diciannove milioni di ettari coltivati ‘risparmiati’ sono l’equivalente di 6,6 milioni di ettari di foresta amazzonica, un’incredibile quantità di biodiversità che sarebbe andata persa”.

“Il nostro – ha aggiunto Avondoglio – è un gruppo cooperativo agricolo internazionale leader nel frumento che dal 2010 ha introdotto 156 nuove varietà in Europa. Abbiamo 2.100 professionisti che si dedicano alla ricerca, 120 centri e stazioni di ricerca nel mondo per 280 milioni di euro complessivi investiti”. “La Fondazione per l’istruzione agraria – ha concluso l’agronomo Mauro Brunetti – sostiene queste giornate che servono a divulgare la conoscenza in campo agricolo. La nostra azienda agraria, una delle più grandi del centro Italia, possiede1.800 ettari di terreno che mettiamo volentieri a disposizione per attività di ricerca e sperimentazione in campo agrario”.