Covid e obbligo vaccinale, a Perugia il convegno di Cosau e Cosar

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A fine novembre si pronuncerà la Corte Costituzionale sulla legittimità – Un confronto sul piano sanitario e giuridico organizzato da Comitato sanitari umbri e Comitato sanitari della provincia di Arezzo

   

In vista della pronuncia della Corte costituzionale, il prossimo 29 novembre, sulla legittimità o meno dell’obbligo vaccinale Covid-19, che interessa attualmente gli over 50 e alcune categorie di lavoratori tra cui i sanitari, ma in generale riguarda tutta la popolazione, si è tenuto a Perugia il convegno dal titolo ‘La pandemia in-finita, obbligo vaccinale: stato di diritto o stato totalitario?’ organizzato da Comitato sanitari umbri (Cosau) e Comitato sanitari della provincia di Arezzo (Cosar), per i quali erano presenti i due presidenti, rispettivamente Alessandro Montedori e Maria Teresa Turrini.

Obiettivo della giornata di studio è stato aprire un confronto sull’obbligo vaccinale appunto, esaminando la questione da un punto di vista sanitario oltre che giuridico, con l’intento di favorire un dialogo a tutti i livelli, dagli ordini professionali sanitari alle istituzioni.

Tanti i relatori nazionali e internazionali presenti che si sono succeduti nelle due sessioni, mattutina e pomeridiana, all’hotel Brufani. Tra questi Mauro Mantovani, direttore scientifico dell’Istituto di Medicina Biologica di Milano, che ha parlato di ‘Spike vaccinale e spike virale’. “Finalmente possiamo fare una distinzione tra le due proteine spike – ha detto Mantovani –. Questo è importante intanto per verificare che effettivamente l’organismo ha in circolo l’antigene, che sia da virus o da vaccino, e che quindi non necessita di ulteriori immunizzazioni suppletive, e poi perché la spike, presa singolarmente, crea condizioni cliniche non positive. È possibile identificarla con una spettrometria di massa che va a fornire un quadro più specifico a livello molecolare”.

Fabio La Falce, farmacista ospedaliero del Santa Maria degli Angeli di Pordenone, ha poi affrontato il tema dell’appropriatezza e legalità dei vaccini anti Covid-19. “I vaccini sono legali – ha dichiarato La Falce –, è forse non legale l’uso che se n’è fatto. L’obbligo è basato sul presupposto che il vaccino prevenga la trasmissione per il virus Sars-Cov 2 ma questi vaccini prevengono la malattia, per cui non si può ottemperare all’obbligo; sono previsti usi off-label autorizzati tramite legge, la numero 648 del 1996, che però prevedono studi di fase 2 conclusi sull’indicazione proposta e un elenco pubblicato sul sito dell’Aifa, elenco che in questo caso non è mai stato pubblicato; per cui al di là dell’efficacia e sicurezza di questi vaccini, quello che si sta dicendo in maniera massiva negli ultimi due anni è che è stata violata la norma sul farmaco. Per norma questi vaccini andrebbero revocati immediatamente dal commercio perché mancano i dati di sicurezza a medio e lungo termine e anche dati importanti come quelli di cancerogenità e genotossicità. Quello che abbiamo ribadito anche in questo incontro è di aprire un dibattito libero e indipendente e far passare il concetto che questi vaccini sono veramente pericolosi”.

Joseph Tritto, presidente della World Academy of BioMedical Sciences and Technologies di Parigi, ha fatto un quadro su Oms, Fda ed Ema. “Sono agenzie – ha spiegato Tritto – che si occupano della sanità pubblica nei Paesi, nelle relazioni intergovernative a livello regionale e mondiale. L’Oms è cambiata enormemente negli ultimi anni, assumendo una caratterizzazione di agenzia ad attività privatistica, sacrificando il suo compito prioritario che è quello di monitorizzare i Paesi poveri che hanno sistemi sanitari deficitari e di compensare le loro carenze. Si è arrivati ad un punto dove ormai la maggioranza delle azioni di questa agenzia è nelle mani delle Fondazioni come quella di Bill Gates o la Gavi Alliance, in  più ci sono gli Usa che sono il principale supporter dell’Oms. Tutto questo ha creato uno squilibrio. La paura che eventi come quello di Wuhan si possano ripetere altre volte, quindi fuga di virus creati in laboratorio con tecniche di biologica sintetica, fa sì che l’Oms debba prendere in carico anche problemi quali biosecurity, biosafety e cybersecurity, che vuol dire occuparsi della comunicazione di tutte queste informazioni a livello mondiale. Questo crea problemi di governance tra l’Oms e le Nazioni Unite, perché l’Onu ha un ‘Freedom act’ per proteggere la libertà d’informazione. Per quello che riguarda l’Ema, l’European medicines agency, questa non fa altro che imitare quello che approva e decide la Fda (Food & Drug administration) americana, ma bisogna ricordare che l’Ema è stata fondata dall’europarlamento, che ha soltanto un valore legislativo, di supporto e consiglio per la Commissione europea, ma non può deliberare in termini di sanità. Quindi c’è un grosso problema. C’è bisogno in Europa di fare uno sforzo importante, di creare un assetto per la gestione del rischio sanitario molto più serio, strutturato e forte di quello che c’è adesso”.

Alessandra Chiavegatti, magistrato del Tribunale per i minorenni di Bologna, ha discusso di dove sta andando il mondo, tra pandemia e vaccini. “I privati hanno preso in mano la gestione di questo momento storico – ha chiarito Chiavegatti – e la pandemia è stata un’occasione per resettare il mondo. Un mondo che sarà ingegnerizzato, hackerato e modificato geneticamente come spiega Yuval Noah Harari nel suo libro ‘Homo deus’. L’essere umano è arrivato ad un punto in cui è in grado di controllare la natura. Un uomo-dio che si fonde con la macchina, un uomo senza coscienza, senza libero arbitrio. Le vaccinazioni formalmente curano questa pandemia ma c’è anche un sospetto molto forte che attraverso le vaccinazioni si realizzi una forma di controllo nell’umano e quindi un hackeraggio”.

L’avvocato Lina Manuali, già Giudice onorario del Tribunale di Pisa, ha voluto puntualizzare come dai lockdown ne sia derivata una discriminazione sociale. “Abbiamo assistito all’introduzione di misure che hanno compresso e limitato le libertà fondamentali riconosciute dalla nostra Costituzione – ha specificato Manuali –, in primis la libertà personale riconosciuta dall’articolo 13, secondo cui tale libertà può essere limitata soltanto con atto avente forza di legge, con provvedimento giudiziario motivato. Abbiamo assistito ad una pronuncia di uno stato di emergenza, a livello sanitario legittimo perché comunque è un atto amministrativo, ma non atto avente forza di legge. La nostra Costituzione prevede come stato di eccezione soltanto lo stato di guerra e sono state adottate e limitate le libertà personali alla fin fine con atti amministrativi come i Dpcm. Si è arrivati ad escludere dalla vita sociale persone prive di green pass, si è consentito solo l’acceso ai servizi essenziali ritenuti tali dal Governo e per il resto esclusi da qualsiasi attività sociale necessaria allo sviluppo psicofisico della persona. In questo modo si è decretata la morte civile delle persone laddove la nostra Costituzione abiura la morte fisica, ma non c’è differenza tra il privare le persone delle proprie libertà rispetto alla morte fisica. Noi abbiamo privilegiato la salvezza del corpo ma annientato l’anima delle persone”.

Infine Chiara Attala, avvocato del Foro di Perugia, si è espressa sulle ordinanze di rimessione alla Corte Costituzionale rispetto all’obbligo vaccinale. “Il 29 e 30 novembre verranno sviluppate 16 ordinanze di remissione alla Corte Costituzionale – ha annunciato Attala – provenienti da vari tribunali italiani, Catania, Brescia e Padova, ma anche dal Tar di Milano e da due Consigli di giustizia amministrativa per la Regione siciliana. In base a quale di queste ordinanze prevarrà, ci troveremo o in uno Stato di diritto o in uno Stato etico. Nel primo caso lo Stato riconosce e garantisce i diritti dell’individuo e rimuove gli ostacoli per permettergli non solo di poterli esplicare ma anche una migliore esplicazione di tali diritti; in quello etico lo Stato decide cosa è giusto che tu debba fare, se ti debba curare e quando farlo, perché il sistema sanitario magari ha troppe spese quindi non può permettersi di avere tante persone all’interno degli ospedali. L’ordinanza di fine novembre sarà un momento storico dunque, ma non ci dovremmo scoraggiare qualunque sia l’esito perché anche la risposta di pubblico di questa giornata ci fa capire che, ricordando le parole dell’onorevole Froggio durante l’Assemblea costituente del 1947, ancora non siamo diventati massa ma siamo popolo”.

In collegamento da remoto, inoltre, hanno partecipato alla giornata di studio anche Giuseppe Barbaro, medico cardiologo di Roma ha elencato tutti i potenziali eventi avversi correlati vaccini anticovid-19, Alberto Donzelli medico igienista e presidente della fondazione Allineare Sanità e Salute di Milano, che ha illustrato dati relativi ai vaccini anticovid-19, e l’avvocato Alessandro Fusillo del Foro di Roma, che ha ripercorso il concetto dell’inviolabilità del corpo sul piano giuridico.