Conclusasi positivamente la vicenda dei migranti in Questura

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Si è conclusa oggi con un abbraccio corale e una stretta di mano, tra il presidente Regionale di Arci Franco Calzini e una trentina di giovani migranti, la vicenda di richiedenti asilo saliti alle cronache per aver manifestato ieri davanti alla Questura del capoluogo umbro, per il mancato riconoscimento dello status di rifugiato e criticando la stessa associazione per la proposta di revisione delle modalità di erogazione del trattamento economico a loro spettante per il sostentamento. L’incontro chiarificatore si è svolto questa mattina presso da sede dell’Arci di Sant’Erminio, come concordato ieri con Prefettura e Questura di Perugia, e si è chiuso in un clima rasserenato e collaborativo.

“Abbiamo ascoltato con attenzione le ragioni dei migranti – ha spiegato il presidente di Arci, Calzini – e, attraverso il supporto dei mediatori linguistici e culturali, li abbiamo aiutati a prendere coscienza che i soggetti incaricati della loro accoglienza dalle prefetture, come la stessa Arci, non hanno alcuna responsabilità sulle scelte adottate dalle Commissioni territoriali preposte al riconoscimento dell’asilo. Il disagio dovuto all’alto numero dei dinieghi – continua Calzini – è senza dubbio un elemento di forte criticità che compromette il fragile percorso di integrazione oltre che rischiare di trasformare il malessere in un potenziale  problema di ordine pubblico. Per questo ci siamo resi disponibili a rappresentare tale problematica agli organi preposti. Abbiamo inoltre spiegato loro che anche le modalità e i tempi di erogazione delle risorse sono condizionate da scelte ed eventuali ritardi dettati dal Programma nazionale. Ciò nonostante  – conclude il presidente – l’Arci è al loro fianco, impegnata da anni in un modello di accoglienza che li vede al centro di ogni attività finalizzata ad una integrazione positiva sul nostro territorio, fatta di assistenza personalizzata e cura costante”.