“Lavori senza padroni – Storie di operai che fanno rinascere le imprese”

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Multinazionali che delocalizzano. Lavoratori che fanno ripartire le “loro” fabbriche. Questo reportage che si legge come un romanzo, è un viaggio nel mondo delle fabbriche recuperate di Italia, Europa e America Latina che ci fa capire come per correggere le storture del libero mercato occorra ripartire dalla produzione, dalle vite reali e dall’amore per il lavoro. In un mondo del lavoro devastato dalla crisi, c’è un fenomeno quasi ignorato dai media e che gli anglosassoni chiamano «workers buyout», ossia quando un’azienda fallita viene rilevata dai suoi ex dipendenti che si riuniscono in cooperativa e investono i loro Tfr per rilanciarne la produzione. Una sfida economica e anche un cambio di paradigma mentale, per chi da operaio si reinventa imprenditore. Eppure, nella grande maggioranza dei casi, queste storie funzionano. Questo libro è un viaggio in un universo sorprendente di «resistenze operaie», fra Italia, Europa e America Latina. Dalla Mancoop del basso Lazio, che dopo 4 fallimenti si è messa ad autoprodurre nastri adesivi per imballaggi, alla provenzale Géménos, che produce tisane sfidando la multinazionale del tè Lipton; dalle ex officine dei treni notturni di Tiburtina – dedite alla riconversione ecologica di mobili ed elettrodomestici – alla capitale d’Europa, dove una ex polveriera è diventata una «comune» dove la proprietà è bandita e ognuno lavora secondo le sue possibilità, come agli albori del socialismo. Fino alla Grecia, dove fioriscono ambulatori e farmacie autogestite, e persino la tv di Stato è “recuperata”.