Voci e suoni dal “Santa Giuliana”: “I giovani e il Jazz salveranno il mondo!”

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Viaggio dentro “UJ4Kids”, il festival parallelo che avvicina i più piccoli alla musica

   

Dietro quei cancelli dove ogni notte vive il jazz dei big che hanno fatto la storia, o di quegli artisti comunque già affermati, quando arrivano le 10 del mattino successivo si svegliano gli abitanti di un pianeta speciale dove l’innocenza delle voci e dei suoni regna sovrana, tra sfide e curiosità. “Qui “Santa Giuliana”, a voi futuro” è il mantra che Umbria Jazz sembra voler diffondere. Certamente al popolo del festival, ma soprattutto ad una comunità (e più in generale ad una umanità) che ha bisogno di belle speranze che solo la musica, forse, sa dare.

E’ “UJ4Kids”, sezione della kermesse perugina dedicata a bambini e ragazzi alla sua terza esperienza “itinerante”, a costituire il chiavistello più efficace per gridare ai quattro venti che “i giovani e il Jazz salveranno il mondo”. Dopo il Chiostro di San Fiorenzo e i Giardini del Frontone, tocca infatti proprio ai giardini tra la Scuola di Lingue dell’Esercito e il terminal di piazza Partigiani veicolare un messaggio forte e articolato, che non risparmia nessuno: per una sorta di viaggio incantato che organizzazione, musicisti, scuole di musica, associazioni, volontari e soprattutto i più giovani sono pronti a intraprendere per arrivare lontano. A coordinarli è ancora una volta Fabrizio Croce, soddisfatto per la location (“più in ombra, senza polvere e sassi, maggiormente accessibile a piedi e in auto e soprattutto a stretto contatto con il tempio dove si celebrano i momenti più forti dell’intera manifestazione”), ma soprattutto per quello che tra tanti sforzi è stato messo in campo dopo mesi di preparativi. “Ben 18 attività spalmate in 9 giorni – racconta chi vive di musica ed è da tutti conosciuto col soprannome “Fofo” – 10 scuole di musica private in azione sul palco, ottime presenze di ragazzi  e famiglie, addirittura centri estivi che portano gli iscritti a trascorrere una mattinata diversa e una serie di associazioni che fanno attività didattiche tra cui spicca l’Associazione culturale pediatri con il coinvolgimento di mamme gestanti o bimbi appena nati in attività che in qualche modo avvicinano alla musica attraverso una fitta rete di relazioni create nel lungo periodo: direi che anche stavolta è uscito un buon prodotto, che ci spinge a fare ancora meglio per la prossima edizione”.

Detto che ancora ci sono due mattinate, sabato e domenica, per vivere in questo mondo fantastico fatto di concerti, laboratori e “battesimi” con gli strumenti per i più piccoli e scambi di informazioni tra famiglie e addetti ai lavori, fa davvero piacere sentire Croce sottolineare “un livello altissimo di proposte, a livello qualitativo, grazie al fermento che c’è nelle scuole di musica cittadine e non solo, cosa che rappresenta un po’ il risultato di questo tipo di progetto e di apertura che c’è stato negli ultimi anni, con una preparazione notevole anche tra i più piccoli nell’uso degli strumenti o della voce come le esibizioni quotidiane evidenziano. Per i bimbi tra il pubblico vedere un coetaneo sul palco è un valore davvero importante per avvicinarli alla musica e perché no al jazz. L’effetto emulativo a quell’età funziona decisamente”.

E mentre i ragazzi, dai 7 anni in su, della scuola “Jam 2.0 Music Lab” presieduta da Alessandro Magnalasche danno il meglio di sé infiammando il giovane pubblico seduto sul prato, Croce anticipa alcuni progetti già a buon punto per la prossima edizione di “UJ4Kids”: “Siamo lavorando ad una grande idea e, senza svelare tutto, dico che questa manifestazione non può vivere solo due o tre ore la mattina, anche perché molti genitori non possono accompagnare i ragazzi in orario di lavoro e chi frequenta i centri estivi è tagliato fuori; quindi, puntiamo ad una esperienza intensiva, più ampia, anche per valorizzare maggiormente la formazione che ogni anno si attiva dove possibile negli istituti scolastici o grazie al supporto delle fondazioni che finanziano i nostri progetti, facendo in modo che ci sia un’attività finalizzata ad un obiettivo specifico da centrare all’interno di Umbria Jazz. Inoltre, vorremmo formare una “Marching band” composta da soli ragazzi, che possa esibirsi ogni giorno per tutta la durata del festival. E infine realizzare dei workshop dedicati a docenti, educatori e anche famiglie, perché spesso non tutti hanno le competenze della didattica necessarie a stimolare l’interesse dei ragazzi per la musica”.

Insomma, tanti progetti in cantiere per una realtà ormai solida, tutta da vivere. Meglio ancora se a ritmo di Jazz.

Francesco Bircolotti