Sindacati sanità Umbria, punto di non ritorno

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Fonte e foto ANSA

Sindacati sanità Umbria, punto di non ritorno. Chiesta convocazione a prefetto e annunciato avvio mobilitazione

   

“Siamo a un punto di non ritorno”: è il grido d’allarme di lavoratrici e lavoratori della sanità umbra lanciato nell’assemblea con Cgil, Cisl e Uil. I sindacati hanno parlato di “situazione insostenibile”. Hanno quindi chiesto al prefetto di Perugia una convocazione straordinaria di Regione e parti sociali. Intanto Cgil, Cisl e Uil hanno annunciato l’avvio della mobilitazione.

“Dalla prossima settimana – è detto in una loro nota – inizieremo una serie di presidi in tutte le strutture sanitarie della regione a partire da Spoleto, Terni e poi tutte le altre. Ma non escludiamo alcuna forma, perché la situazione è arrivata ad un punto di non ritorno”.

All’assemblea online organizzata da Fp Cgil, Fp Cisl e Uil Fpl dell’Umbria hanno partecipato oltre 50 rappresentanti di tutte le strutture territoriali e ospedaliere della regione, insieme alle tre confederazioni che hanno dato voce – è detto in una loro nota –

“al grande malessere che attraversa gli operatori di un settore sottoposto ad una pressione senza precedenti. Mancanza di informazione e organizzazione, difficoltà nel reperire i dpi, nel garantire separazione tra spazi Covid e non e, soprattutto, una cronica carenza di personale aggravata dalla pandemia, che non consente di garantire la gestione delle altre patologie”

sono le criticità segnalate dai lavoratori che denunciano, insieme ai loro sindacati, “la mancanza di un confronto costante e serio con la Regione”.

“Quello descritto da chi sta tutti i giorni in corsia o sul territorio, in mezzo all’emergenza, è un quadro drammatico – affermano i sindacati – rispetto al quale la risposta della Regione e dell’assessore Coletto in particolare fino a questo momento è stata assolutamente inadeguata, sia per il mancato coinvolgimento di chi lavora (gli unici veramente in grado di offrire suggerimenti su come migliorare la situazione) sia per la tendenza a ripetere gli errori, insistendo ad esempio con le assunzioni a tempo determinato e con le prestazioni aggiuntive, sottoponendo così i lavoratori a turni massacranti”.