Presentate le richieste e le buone pratiche dell’Umbria

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Nel corso del meeting nazionale della commissione sviluppo economico della conferenza delle regioni

   

Le richieste in materia di politica industriale e le buone pratiche attuate dalla Regione Umbria sono state presentate al Meeting nazionale della Commissione Sviluppo Economico della Conferenza delle Regioni che si è svolto oggi a Senigallia, nelle Marche, al quale è intervenuto l’Assessore regionale allo Sviluppo economico, insieme agli assessori delle altre Regioni. Un momento di confronto importante, a cui ha partecipato il Ministro allo Sviluppo economico, in cui si è discusso delle grandi sfide che sta affrontando l’Italia.

Nel suo intervento, l’Assessore regionale umbro ha innanzitutto posto una domanda

“tanto semplice, quanto complessa: che fine ha fatto la politica industriale? Nella loro diversità e complessità, la politica industriale, quella energetica e quella economica hanno tutte bisogno di pianificazione e modelli di governance stabili e coerenti. Le sfide che stiamo vivendo – ha aggiunto – non danno spazio ad errori. La crisi energetica ci ha mostrato quanto, in ambiti tanto strategici, le scelte sbagliate, o le non scelte, di oggi non lasciano spazio per interventi correttivi ‘last minute’. In questo contesto – ha proseguito l’Assessore – sottolineo come in alcune tematiche, sarebbe stato fondamentale lasciare proprio in capo al MISE la definizione delle politiche. Si pensi all’energia. Per quanto sia fondamentale l’attività svolta dal Ministero della Transizione ecologica, l’energia rimane un tema profondamente “industriale” in cui era essenziale che il MISE conservasse più voce in capitolo. Ce lo dimostra l’emergenza energetica e economica scatenata dalla guerra in Ucraina, con molte imprese costrette a chiudere le proprie attività perché non riescono più a sostenere il prezzo delle bollette, o ad avviare processi di riconversione industriale incentrati sull’efficienza”.

L’Assessore regionale ha affrontato anche il tema

“della semplificazione. Che non significa, come spesso si intende nel nostro Paese, aggiungere leggi, ma piuttosto avere il coraggio anche di snellire e abrogare le leggi che non funzionano. In Umbria, possiamo rappresentare una best practice proprio in questo ambito. Abbiamo, infatti, recentemente abrogato alcuni articoli di una legge regionale che – ha spiegato – impedivano di installare nuove antenne a supporto delle tecnologie di telecomunicazione, di fatto aprendo la strada al 5G che sappiamo sarà il motore di sviluppo di tutto il tessuto produttivo nei prossimi decenni”.