Piano rifiuti: ottimi risultati raggiunti e consentito l’adeguamento che eleva la qualità ambientale ed economica del sistema

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“Con l’adeguamento del Piano regionale di gestione dei rifiuti, che tiene conto della notevole riduzione della produzione dei rifiuti attuata in questi ultimi anni e delle normative nazionali e comunitarie successive, delineiamo un quadro di certezze per il futuro del sistema gestionale umbro spinto sempre più sulla prevenzione, sulla raccolta differenziata e il recupero di materia, in cui viene superato il punto di stallo della chiusura del ciclo dei rifiuti con la termovalorizzazione in favore di impianti per la produzione di Css, il combustibile solido secondario”. Lo ha sottolineato l’assessore regionale all’Ambiente, Silvano Rometti, illustrando stamani le scelte compiute dalla Giunta regionale con l’adeguamento del Piano regionale di gestione dei rifiuti del maggio 2009, approvato al termine di un iter partecipativo che ha coinvolto enti locali, associazioni e organizzazioni di categoria, associazioni ambientaliste e che è stato anche sottoposto alla procedura di verifica di assoggettabilità alla Valutazione ambientale strategica prevista dal Testo Unico dell’Ambiente.  “Ridurre i rifiuti prodotti: è stato questo – ha detto Rometti – il primo obiettivo, che nell’attuazione del Piano del 2009, ci siamo posti e abbiamo conseguito, passando dalle 594mila tonnellate di rifiuti urbani previste nel Piano a 476mila tonnellate, grazie al trend di costante calo registrato. Un andamento connesso sicuramente alla crisi socioeconomica – ha rilevato – ma a cui hanno contribuito la riorganizzazione dei servizi di raccolta domiciliare, le iniziative finalizzate alla prevenzione e alla riduzione della produzione dei rifiuti”. “Il secondo obiettivo cui abbiamo lavorato – ha proseguito – è stato quello dell’incremento della raccolta differenziata. Siamo partiti da un livello del 30-32 per cento e nel giro di due-tre anni, grazie in particolare al sistema di raccolta ‘porta a porta’ abbiamo ottenuto risultati straordinari arrivando – ha spiegato – all’attuale media del 53 per cento, con punte di eccellenza in alcuni Comuni dove si supera il 70-75 per cento. Un risultato che pone l’Umbria in testa fra le regioni del Centro Italia. Con l’adeguamento del Piano si vuol compiere un ulteriore salto di qualità finalizzato soprattutto a risolvere le situazioni di disomogeneità sul territorio regionale ancorate a livelli più bassi: grazie alla domiciliarizzazione della raccolta sull’intera popolazione è previsto il superamento del 68 come livello medio regionale di raccolta differenziata e, allo stesso tempo, l’incremento della qualità della raccolta in modo tale da ottimizzare i quantitativi effettivamente destinabili a processi di recupero”.   “I risultati ottenuti e le mutate condizioni legislative – ha detto ancora l’assessore – hanno portato a una scelta diversa per la chiusura del ciclo di gestione dei rifiuti, con il superamento della termovalorizzazione prevista nel Piano vigente, che prevedeva due impianti a Perugia e Terni,   in favore dell’utilizzo della frazione secca dei rifiuti indifferenziati come Combustibile solido secondario da impiegare per l’alimentazione di impianti industriali e centrali. Recependo quanto emerso nel dibattito in Consiglio regionale sulle gestione dei rifiuti – ha sottolineato – abbiamo stabilito che il Css prodotto sia conferito fuori dal territorio regionale”. “È prevista una produzione di combustibile solido secondario di circa 60,70mila tonnellate – ha rilevato Rometti – che verrà garantita da due o tre impianti la cui collocazione verrà definita insieme agli Ati, gli Ambiti territoriali integrati. I costi di produzione, stando alle stime, saranno coperti dai ricavi delle vendite mentre potranno essere risparmiati 7-8 milioni di euro per le minori quantità di rifiuti indifferenziati da smaltire in discarica”. Nel prevedere la contrazione della produzione complessiva di rifiuti (già calata di oltre l’11% nell’ultimo triennio) in misura di un ulteriore 1% annuo, anche grazie ad iniziative tese a favorire lo sviluppo, su tutto il territorio, di “centri di riuso” e “centri per la preparazione per il riutilizzo” finalizzati ad allungare il ciclo di vita di beni e prodotti, e l’innalzamento della quantità e della qualità della raccolta differenziata, nell’adeguamento del Piano è previsto di andare verso il superamento delle discariche. Uno dei punti cardine è anche lo sviluppo del sistema impiantistico: l’adeguamento del Piano Regionale dispone infatti l’efficientamento dei processi di trattamento e recupero delle frazioni secche raccolte in forma differenziata, dei rifiuti organici, dei rifiuti ingombranti, dello spazzamento stradale e dei rifiuti indifferenziati  attraverso interventi di adeguamento e potenziamento dell’impiantistica esistente e, dove necessario, mediante la realizzazione di nuovi impianti. L’auspicio è che “anche soggetti privati concorrano con attività industriali in questa direzione, nel rispetto – ha detto Rometti – del quadro normativo regionale e nazionale”.  “Oltre ai vantaggi dal punto di vista ambientale – ha rilevato – ci proponiamo di abbattere i costi a carico dei cittadini sia mediante la riduzione degli oneri di smaltimento che attraverso la ‘creazione di valore’ dai rifiuti tramite il collocamento sul mercato dei prodotti derivanti dai processi di recupero e riciclaggio”.  Già oggi, grazie all’attuazione delle azioni del Piano vigente, il costo procapite annuale di gestione dei rifiuti in Umbria è di circa 147 euro ad abitante in linea con la media nazionale (157,5 euro) e molto al di sotto della media del Centro Italia (192 euro). La Regione intende attivare una sperimentazione “per la tariffa puntuale, che premia chi si comporta in maniera più virtuosa. In provincia di Perugia – ha detto Rometti – si è candidato come Comune pilota il Comune di Umbertide e un altro Comune verrà individuato in provincia di Terni”. La Giunta regionale dell’Umbria ha inoltre approvato il Piano per la prevenzione della produzione di rifiuti che, ha detto la coordinatrice regionale all’Ambiente Maria Ernesta Ranieri, prevede la continuazione e il potenziamento delle attività già avviate quali la riduzione degli imballaggi e dei contenitori (con prodotti alla spina e fontanelle per l’erogazione di acqua naturale e frizzante). È stato approvato anche il nuovo bando per le “ecofeste”, sagre e feste che rispettano l’ambiente, incentivano la raccolta differenziata, promuovono una gestione sostenibile di risorse e rifiuti durante il loro svolgimento. Lo scorso anno sono state 260 insignite del marchio regionale e che hanno avuto accesso ai contributi stanziati dalla Regione. Quest’anno potranno accedere ai contributi, per un ammontare complessivo di 200mila euro, le “ecofeste” che ottengono il marchio a “tre foglie” (in una scala da uno a tre), che già lo scorso anno erano circa il 90 per cento del totale.