Perugia: rinascono gli orti in città a Montemorcino. Da Tamat: “Sicurezza e integrazione: l’inclusione e il lavoro sono gli strumenti migliori”
Agricoltura urbana per favorire l’integrazione economica e sociale dei cittadini di Paesi terzi presenti in Italia. Si stanno selezionando in questi giorni i beneficiari che dal mese di giugno avvieranno una vera e propria coltivazione nel cuore della città. A Montemorcino sorgerà infatti l’orto urbano per la coltivazione di prodotti bio che ha la finalità di integrare, attraverso il lavoro, ragazzi e ragazze provenienti dall’Africa presenti a Perugia.
Un progetto, promosso da Tamat Ong, in collaborazione con la Fondazione ISMU di Milano, finanziato dal Ministero dell’Interno, basato su un modello già sperimentato a Perugia con successo dalla Ong perugina grazie ad una precedente iniziativa (Urbagri4women) e di cui Coltiviamo l’integrazione rappresenta la continuazione e lo sviluppo. Sviluppo perché la nuova azione coinvolgerà 4 città italiane e favorirà lo scambio e l’implementazione di buone pratiche tra luoghi diversi del Paese. Nei giorni scorsi si è tenuto a Montemorcino il primo incontro utile a individuare i beneficiari dell’iniziativa e a illustrarne le finalità.
Il progetto punta al rafforzamento delle competenze tecniche e relazionali dei cittadini presenti in Italia attraverso azioni di agricoltura inclusiva in città e attraverso un percorso di formazione che include anche lo studio della lingua italiana.
Con la supervisione della Fondazione ISMU di Milano si arriverà a definire, attraverso l’esperienza di progetto, un modello di agricoltura inclusiva replicabile in altri contesti.
Coltiviamo l’integrazione coinvolgerà 45 beneficiari diretti. Ben quattro le città coinvolte: Perugia, Milano, Ragusa e Firenze. Il progetto ColtiviAmo l’Integrazione (PROG-1979) è finanziato a valere sul Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione del Ministero dell’Interno 2014-2020 – Obiettivo Specifico: 2.Integrazione / Migrazione legale – Obiettivo nazionale: ON 3 – Capacity Building lett. m) – Scambio di Buone Pratiche – Inclusione sociale ed economica SM.
Come spiegano da Tamat:
“Questa prima fase sarà fondamentale per costruire reti territoriali che supportino il progetto e ne aumentino l’impatto nelle comunità locali”.