A lanciare l’allarme il presidente di Naturalmiele durante il Forum degli Apicoltori del Mediterraneo, a Foligno
L’evento prosegue fino a domani, domenica 23, a Palazzo Trinci, tra mostra mercato, show cooking e laboratori
“Gli alveari in Umbria stanno morendo”. A lanciare l’allarme durante l’XI Forum degli Apicoltori del Mediterraneo, a Foligno, durante Mielinumbria, è l’associazione Naturalmiele. Un appuntamento che per due giorni trasforma Foligno in un hub internazionale dedicato al mondo delle api, alla sostenibilità e alla cooperazione tra i Paesi del bacino mediterraneo. Organizzato dal Comune di Foligno, FedApimed, APAU, Felcos Umbria, in collaborazione con Naturalmiele e con il patrocinio della Regione Umbria, il Forum rappresenta uno dei momenti più qualificanti dell’intera manifestazione, con l’obiettivo di affrontare temi cruciali legati alla produzione apistica, ai cambiamenti climatici e alle nuove strategie di sostenibilità. Un confronto andato in scena nella sala conferenze di Palazzo Trinci, mentre nel chiostro sono proseguite la mostra mercato, le degustazioni guidate e gli show cooking (a cura di Gigì Passera) e i laboratori organizzati da Naturalmiele, tutti ad ingresso gratuito.
Il quadro umbro. A fotografare lo stato dell’arte dell’apicoltura del Cuore Verde è Beniamino Romildo, presidente di Naturalmiele. “Un allarme riguarda il calo dei nostri alveari, un fenomeno su cui incidono sia gli eventi climatici sia gli effetti delle attività umane sull’ambiente. Per la nostra regione il forte decremento evidenziato nel 2024 – un calo del 9% rispetto al 2023, contro la media nazionale dell’1,5% – non si era mai registrato. Considerando che gli apicoltori umbri, sempre per lo stesso periodo, sono aumentati del 3% circa, contro il dato nazionale dell’1,25%, determinando quindi un allargamento della forbice della perdita degli alveari. Si tratta quindi di un dato che stiamo monitorando con grande attenzione. Le associazioni stanno seguendo l’andamento per capire se si tratta di un calo occasionale o di una tendenza stabile. Attualmente – sottolinea ancora Romildo – siamo nella fase di rilevamento dei dati 2025, i cui risultati definitivi saranno disponibili a gennaio. Solo allora sarà possibile effettuare valutazioni ponderate sulle azioni da intraprendere. Dai primi rilievi, però, possiamo già affermare che la situazione non sembra essere migliorata rispetto allo scorso anno. È stata registrata una moria significativa dovuta alla varroa (un acaro particolarmente aggressivo), ma permangono anche alcuni casi di mortalità delle colonie per i quali, al momento, non esiste ancora una spiegazione chiara”.
I lavori della prima giornata. Tanti gli interventi che si sono susseguiti nelle sessioni della prima giornata focalizzata su impatti ambientali e gestione produttiva. Ad aprire i lavori sono stati i rappresentanti delle istituzioni e delle principali associazioni apistiche italiane e straniere, alla presenza delle delegazioni provenienti da una decina di Paesi dell’area del Mediterraneo, come Marocco, Algeria, Egitto, Palestina, Giordania, Siria, Libano e Iraq, insieme ai produttori, ricercatori ed esperti del settore. La prima giornata si è focalizzata su impatti ambientali e gestione produttiva. Dopo i saluti istituzionali dell’assessore regionale alla cooperazione internazionale, Fabio Barcaioli, del vicesindaco di Foligno Riccardo Meloni (presente anche l’assessore comunale al Turismo, Michela Giuliani), dell’assessore David Grohmann del Comune di Perugia, si sono alternati, tra gli altri, gli interventi dell’Ambasciatore della Slovenia in Italia, Matjaz Longar, del presidente FedApimed, Vincenzo Panettieri. La mattinata ha visto gli interventi tecnici dedicati agli impatti ambientali sull’apicoltura mediterranea, con analisi sulle criticità del settore e testimonianze delle delegazioni estere, che hanno condiviso scenari e problemi comuni: variazioni climatiche, perdita di biodiversità, nuovi parassiti, difficoltà nella gestione delle colonie. Mentre nel pomeriggio i lavori sono proseguiti con la sessione dedicata a gestione apistica e produttività, con contributi scientifici e casi studio provenienti da diversi Paesi. Un’occasione preziosa per confrontarsi su tecniche, innovazioni e modelli produttivi sostenibili. Le attività del Forum sono state trasmesse in diretta streaming sulla pagina Facebook di Felcos Umbria, permettendo la partecipazione anche a distanza. Proseguiranno domani, domenica 23 novembre, dalle ore 9.30, con la tavola rotonda “Per una politica apistica mediterranea”, momento di sintesi e visione strategica che coinvolgerà rappresentanti del mondo della politica nazionale e di quello accademico, enti locali e organizzazioni professionali. Seguiranno poi la sessione “Apicoltura e territori: i Comuni amici delle api” e le conclusioni dedicate alle prospettive future di collaborazione tra i Paesi mediterranei.
PROGRAMMA DOMENICA 23 NOVEMBRE 2025
Ore 9, saluti istituzionali: Michela Giuliani, assessore Turismo del Comune di Foligno; Simona Meloni, assessore Agricoltura Regione Umbria; Lorenzo Mariani, segretario regionale Confcooperative Umbria; Sabah Alhissnawi, vice presidente FEDAPIMED.
Ore 9.50, tavola rotonda “Per una politica apistica mediterranea” con: Vincenzo Panettieri, presidente FEDAPIMED -Federazione apicoltori Mediterraneo, Abdal Sabbat Khali, FAO; Riccardo Terriaca, Miele in Cooperativa; Marco Moretti, UNAAPI – Unione nazionale associazioni apicoltori italiani; Giancarlo Quaglia, Lifeanalytics; Monica Vercelli, IHC – International Honey Commission; Fathy Beaihry Abu, Arab Beekeepers Union; Riccardo Babini, Honey Working Group – COPA COGECA (Committee of Professional Agricultural Organisations-General Confederations of Agricultural Cooperatives).
Ore 12, quinta sessione, conclusione dei lavori con Luca Ciampelli, presidente APAU; Vincenzo Panettier, presidente FEDAPIMED e Marco Pellegrini, Ministero Politiche Agricole – Università della Tuscia.
Ore 16.30, I fiori del miele, degustazione guidata di mieli del Mediterraneo.






























