La Provincia non aderisce allo stralcio parziale di debiti residui

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L’assemblea approva la delibera. Animato il dibattito in aula

   

Con il voto favorevole della maggioranza e contrario dell’opposizione il Consiglio provinciale di Perugia, nella sua ultima seduta, ha approvato il diniego allo “stralcio parziale” previsto dall’articolo 1, commi 227 e 228, legge 29 dicembre 2022, n. 197,  relativamente ai debiti di importo residuo, alla data del 1° gennaio 2023, fino a mille euro, comprensivo di capitale, interessi per ritardata iscrizione a ruolo e sanzioni, risultanti dai singoli carichi affidati agli agenti della riscossione dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2015.

Le norme, comunque, consentono al debitore di ottenere i medesimi benefici, in termini di riduzione degli importi da pagare, attraverso l’adesione alla definizione agevolata dei carichi affidati all’agente della riscossione dal 1° gennaio 2000 al 30 giugno 2022.

La delibera è stata illustrata in aula dalla consigliera delegata al Bilancio Erika Borghesi e sul punto si è acceso il dibattito politico dal quale sono emersi due blocchi di pensiero distinti tra maggioranza e opposizione.

Il dibattito

Per Catia degli Esposti

“il nostro voto contrario non è motivato da una contrapposizione politica, ma si fonda sulla norma. Si parla di crediti di piccolo importo riferiti dal 2000 al 2015 difficilmente esigibili per l’ente ma nel contempo togliendo gli oneri accessori si aiuterebbero i cittadini che riuscirebbero così a chiudere il debito, il tutto in un’ottica di semplificazione”.

Jacopo Barbarito afferma che

“questa norma cerca di dare un aiuto a quanti hanno delle pendenze con il fisco per le più svariate ragioni”.

Cristian Betti ha rimarcato come

“tutti i Comuni si stiano muovendo avendo alle spalle una valutazione tecnica al riguardo su quanto una misura in un senso o in un altro incidesse sui bilanci. A Corciano, per esempio, si è votata la non adesione con l’astensione delle forze di opposizione a dimostrazione che l’argomento non ha connotati politici. Il principio che deve emergere è che le tasse si pagano perché non tutti coloro che non pagano sono indigenti ma c’è anche chi per scelta non le paga e questo è un principio cardine che va ricordato e rinforzato”.

Per David Fantauzzi

“stiamo ragionando su una questione di principio che è quella relativa alla politica dei condoni periodici che porta in sé il messaggio che pagare o meno siano la stessa cosa perché in questi interventi non si distingue mai chi non può pagare da chi non vuole”.

“Non si deve sempre pensare che ci siano i furbetti – ha affermato Roberta Ricci – ma anche persone perbene che hanno grandi difficoltà. Con questo provvedimento non si nuocerebbe alle casse dell’Ente poiché si tratta di crediti che già erano stati posti nell’apposito Fondo e pertanto non spendibili”.

Letizia Michelini ha detto che con tale norma

“non è preclusa ai cittadini la possibilità di beneficiare di questo stralcio parziale. Nessuno ha la volontà di nuocere chi si trova in difficoltà”.

Per Nicola Alemanno “nessuno può assumersi la responsabilità di additare qualcuno come ‘furbetto’. Nonostante tutto nel nostro Paese la gran parte delle persone paga regolarmente. Considerando che tutto ciò non sposta il bilancio della Provincia il discorso si sposta sul piano politico. Coloro che evadono scientemente lo fanno per somme ben più importanti”.

Moreno Landrini nel suo intervento ha fatto una forte critica al modo con il quale il governo centrale ha concepito questa norma differenziando l’abitante di un Comune da un altro.

“Se questo è l’antipasto della differenziazione all’esame del  ministro Calderoli è poco gradito. In Italia c’è sì un popolo che paga ma anche una elevata fetta di evasori mettendo a repentaglio  servizi essenziali come la sanità e la scuola pubbliche”

La presidente Stefania Proietti a conclusione del dibattito ha spiegato che

“il comma 231 dà le stesse possibilità di stralcio ma prevede una differenza che per la Provincia è sostanziale: il pagamento della sorte. Nell’attribuire al debitore gli stessi benefici dello stralcio parziale in termine di riduzione degli importi complessivi da pagare si richiede il pagamento della quota capitale e delle spese di notifica. Il pagamento della cartella avviene in 18 rate di cui solamente due da corrispondere nel 2023 e nell’amministrare l’ente noi questa evidenza ce la dovevamo dare ed è per questo che è stato deciso di non aderire allo stralcio parziale”.