La festa della vernaccia di Cannara si è conclusa con un premio ai migliori produttori locali

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Si è chiusa con la premiazione delle migliori vernacce amatoriali la Festa della vernaccia di Cannara, domenica 4 aprile, dopo una quattro giorni ricca di appuntamenti tra arte, cucina, tradizioni, motori, mercatini ma anche teatro e musica. Al Cortile antico si sono ritrovati nove produttori cannaresi che hanno sottoposto il loro ‘nettare’ al giudizio di cinque esperti, Alesio Piccioni, Federico Scarponi, Daniele Sevoli, Francesco Ercolani, Lorena Felicetti alcuni enologi e sommelier altri appassionati del mondo vino. ll pentagruppo di giurati è stato chiamato a valutare le nove vernacce in base all’aspetto visivo e gusto-olfattivo attribuendo un punteggio a ciascun vino. Roberto Damaschi ha condotto la serata dedicata alla degustazione ‘orizzontale alla cieca’, come è stata definita dagli organizzatori, in quanto i vini protagonisti erano della stessa annata. Duecento quello assegnato a Rino Filuppucci, primo classificato, che ha conquistato il palato dei giurati con il suo vitigno Cornetta mixato sapientemente a uve Cabernet e Sangiovese. Sul podio anche Giancarlo Boldrini, con 184 punti e Giuseppe Paralucchi con 175 punti. Un buon piazzamento anche per Carlo Sirci, 172 punti, impegnato anche nella coltivazione di cipolla,  altra protagonista della tradizione culinaria cannarese. Quinto Ennio Mazzaferri con 170 punti seguito dagli altri quattro produttori, praticamente a pari merito, Giuliano Proietti, Federico Tiniveli e Antonio e Fabrizio Ortolani.

“In quanto edizione zero eravamo un po’ tesi – ha dichiarato Fabrizio Gareggia, sindaco di Cannara – perché non sapevamo se la gente avrebbe accolto l’invito a partecipare a un nuovo evento. Abbiamo avuto, però, una buona risposta di pubblico e siamo quindi soddisfatti. La Vernaccia ha un grande passato. Dobbiamo lavorare per garantirle un futuro all’altezza, quindi puntare sulla promozione e commercializzazione del prodotto. Questo va fatto in sinergia con tutti i produttori locali, sia professionisti che amatoriali, depositari della tradizione”.

“Abbiamo dato spazio a Vernacce che non sono in vendita – ha commentato Monia Peri, membro di Pro Avis Cannara e Avis comunale, associazioni promotrici dell’evento – prodotte da contadini che lo fanno per passione e non per lavoro. Il nostro scopo è valorizzarle per dare dignità a un prodotto che, insieme alla cipolla, rappresenta l’eccellenza del nostro territorio e che, se prodotto con certi parametri, può essere immesso sul mercato”.

“Da sette anni ormai – ha aggiunto Damaschi – la Vernaccia rientra nella Doc Colli Martani che ha un suo disciplinare ben preciso. L’uva utilizzata all’85% deve essere la Vernaccia, appunto, che in questo territorio prende il nome di ‘Cornetta’ a causa dell’acino che maturando si allunga fino ad assumere la forma di un corno”.

La serata si è conclusa con l’invito rivolto ai produttori amatoriali, da parte dei componenti della commissione, di portare avanti la tradizione sposando le innovazioni tecnologiche che potrebbero consentire un salto di qualità per una produzione artigianale che ha già un gran valore.

“Il vino prodotto dai nostri contadini – ha evidenziato Francesco Ercolani, enotecnico e membro della giuria – è tutto di ottima qualità ma essendo fatto in casa non ha uno standard di produzione. Bisogna uniformare il tipo di uvaggio e il metodo impiegato e, solo allora, anche  il loro prodotto potrà dirsi veramente Vernaccia cannarese”.