Ispirati dagli archivi 2016. Le proposte degli ingegneri per evitare la frammentazione dei documenti e facilitarne la conservazione

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A Trevi la presentazione del libro di Guido Marangoni
   

Stabilire regole per la custodia di documenti cartacei e immateriali, aggiornare il catasto dei terreni tramite un collegamento a un sistema di tipo GIS, utilizzare per le nuove costruzioni metodi univoci di classificazione e per quelle di cui è certa la paternità istituire i cosiddetti Fondi. Sono alcune ipotesi che Paolo Anderlini, Presidente della Fondazione Ordine Ingegneri Provincia di Perugia, ha proposto per evitare la frammentazione dei documenti negli archivi e facilitarne la conservazione, durante il convegno “Archingegni”. Architetti e ingegneri negli archivi: risorse ed esperienze, svoltosi ieri mattina all’Archivio di Stato di Perugia nell’ambito di “Ispirati dagli Archivi”, la settimana degli Archivi ANAI promossa in tutta Italia dall’Associazione Nazionale Archivistica Italiana, per far conoscere la ricchezza del patrimonio archivistico e per richiamare le istituzioni a garantire risorse adeguate per la sua tutela e la valorizzazione. “Noi tutti – ha affermato – per avanzare nel progredire del tempo abbiamo necessità di attingere dal nostro passato, attraverso la rilettura di documenti, atti, di immagini e di cose, insomma di ricordi”. E in questa direzione sono stati portati esempi concreti, come il Cinema Teatro Lilli, un capolavoro nella concezione formale, distributiva e nella orditura della struttura il cui eventuale progetto di un intervento di restauro/rifunzionalizzazione, come evidenziato da Anderlini, potrebbe scontrarsi con l’insormontabile difficoltà del reperimento dei relativi documenti negli archivi. L’importanza della corretta gestione delle documentazione è stata evidenziata anche da Silvia Lonzini, presidente ANAI Umbria: “Gli archivi sono patrimonio di tutti: documentano attività in corso, tutelano diritti e trasmettono la memoria – ha precisato –; senza gli archivi e senza gli archivisti, che con il proprio lavoro ne permettono il recupero, la conoscenza e la fruizione, perdiamo il patrimonio di documenti che costituisce la nostra storia e la nostra identità collettiva e, di conseguenza, la possibilità di progettare il presente e il futuro”.