In Regione si continua a parlare della conversione della RSA “Seppilli” in struttura Covid

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In Regione si continua a parlare della conversione della RSA “Seppilli” in struttura Covid. Fora (Patto Civico) presenta un’interrogazione a risposta scritta

   

Il consigliere regionale Andrea Fora (Patto civico per l’Umbria) annuncia un’interrogazione a risposta scritta alla Giunta per sapere

“quali urgenti provvedimenti intende adottare per mettere in sicurezza gli ingressi differenziati alle diverse prestazioni sanitarie nella Residenza sanitaria assistita ‘Seppilli’ di Perugia, differenziate tra area covid e area ‘pulita’, per evitare che percorsi puliti e sporchi vadano ad incrociarsi con notevole aumento dei rischi per i pazienti. Inoltre, se e quali provvedimenti intende adottare la Giunta per verificare altre possibilità di individuazione di un covid hospital diverso dalla Rsa ‘Seppilli’, in considerazione degli alti rischi manifestati e del forte disagio creato verso gli anziani residenti nella struttura al momento. È notizia di questi giorni l’intenzione della Regione Umbria di adibire parte della RSA ‘Seppilli’ a struttura covid. Oltre al rischio che l’operazione rappresenta per gli anziani attualmente ricoverati, va considerato che il ‘Seppilli’ occupa il terzo piano di un grande Centro servizi della Asl1, l’ex ‘Grocco’, che ospita altre nove strutture socio-sanitarie, comprese la Neuropsichiatria e riabilitazione dell’età evolutiva (al piano terra) e la Neuropsichiatria e psicologia clinica dell’età evolutiva (al -1). Al ‘Seppilli’ sono ricoverati ad oggi anziani affetti da patologie croniche degenerative in sub acuzie, persone con patologie post acute non ancora stabilizzate, persone che hanno bisogno di interventi terapeutico-riabilitativi, persone con particolari situazioni cliniche che non possono essere trattati a domicilio, persone oncologiche in fase terminale, soggetti che necessitino di continuità terapeutica che subirebbero grandi danni allo spostamento repentino in altre strutture residenziali, compreso lo sradicamento dalla propria comunità di riferimento e dai propri familiari. Inoltre – aggiunge -, molti dei servizi specialistici ulteriori, attualmente presenti al ‘Seppilli’, sono rivolti a bambini fragili, non di rado affetti da più patologie, che frequentano l’ex Grocco per terapie e riabilitazioni lunghe e complesse, che solo lì possono essere fatte. La permanenza dei servizi specialistici sopracitati espone ad un alto livello di rischio contagio i fruitori di tali servizi (bambini e minori) e relativi accompagnatori (spesso i nonni, quindi persone anziane ad alto rischio contagio). Da quanto risulta – conclude Fora – ad oggi non sono stati progettati ingressi e percorsi separati adeguatamente sufficienti e sicuri, al fine di evitare la contaminazione degli spazi e il rischio di infezione”.