Il popolo della pace in Marcia da Perugia ad Assisi al grido di “I CARE”

356

Massiccia partecipazione all’evento. Lotti “Il vero successo arriverà quando finiranno tutte le guerre nel mondo”

   

Un fiume di ragazzi, politici, associazioni e gente comune hanno cominciato a scorrere lungo il sentiero della pace che va, da sessant’anni da Perugia ad Assisi. E’ partita qualche minuto dopo le 9 del mattino la marcia Perugiassisi 2021 che quest’anno sceglie come slogan un tema attualissimo “I Care, la cura è il nuovo nome della pace”. Sul palco tante sono state i politici ad alternarsi, la Provincia di Perugia era presente con il suo vicepresidente:

“Qui c’è la più grande risposta umana a tutte le problematiche che il mondo affronta quotidianamente, qui c’è passione condivisone e impegno. Esprimo solidarietà e vicinanza fattiva alla CGIL per l’episodio di violenza subito ieri, questa piazza fa capire che c’è un mondo che rifugge la violenza. La politica e le istituzione devo essere in cammino con la gente e tra la gente”.

E’ stato un professore a leggere le parole del messaggio che il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha inviato agli organizzatori della Marcia:

“La marcia è ancora una volta un segno di speranza, è una risorsa in questo tempo di cambiamento. La marcia ha messo radici profonde nella nostra comunità e la pace va costruita insieme partendo dal basso come state facendo voi oggi, camminando da Perugia a Assisi”. Forti le parole del Cardinale Bassetti che ha ricordato come “’prendersi cura’, chinarsi verso l’altro e il grido che più spesso sento levarsi dalla gente che ascolto ogni giorno”.

C’era alla Marcia Perugiassisi la consigliera di parità della Provincia di Perugia Giuliana Astarita:

“Le donne sanno benissimo cosa vuol dire ‘mi prendo cura’ è un messaggio che noi conosciamo benissimo e dobbiamo condividere con gli uomini. Il concetto di cura deve essere un valore anche sul piano economico visto che spesso sono le donne che si prendono cura della famiglia. Uno dei temi della marcia di quest’anno è la parità di genere e l’emergenza femminicidi che dall’inizio dell’anno sono stati 85, nonostante nel complesso gli omicidi diminuiscano, significa che circa la metà degli omicidi sono femminicidi”.

Questo è il tempo in cui tutti dobbiamo fare come Don Milani e dire: “I care! Mi importa, mi sta a cuore.