Il Pettirosso regala visiere e uova di Pasqua all’Ospedale di Terni

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Il Pettirosso regala visiere e uova di Pasqua all’Ospedale di Terni. Un gesto di solidarietà in vista delle festività

   

Venti visiere in policarbonato e uova di Pasqua del commercio equo e solidale. E’ il regalo dell’associazione Il Pettirosso di Terni al personale della clinica delle malattie infettive dell’azienda ospedaliera Santa Maria.

“A marzo abbiamo congelato le nostre attività, annullandole, rinviandole e cercando di capire come si potessero coniugare con il distanziamento sociale – dice Marco Carniani, uno dei fondatori dell’associazione. Al momento stiamo ancora prendendo le misure. Ci siamo interrogati su come potevamo essere vicini e sostenere chi si adopera per fronteggiare l’epidemia, a partire dal personale sanitario. Nel frattempo arrivavano i primi casi di coronavirus all’ospedale di Terni e siamo entrati in contatto con il personale della Clinica delle malattie infettive, dove sono ricoverate molte persone colpite dal virus. A quel punto ci siamo messi all’opera per capire che tipo di contributo era possibile dare”.

I volontari del Pettirosso, la cui generosità fu tangibile anche ai tempi del post terremoto, hanno acquistato 20 visiere in policarbonato, giudicate tra le migliori per dimensione e qualità, che sono state consegnate alle malattie infettive.

“Con l’avvicinarsi della Pasqua ed avendo nella nostra sede molte uova del commercio equo e solidale, in accordo con Monimbò le abbiamo prelevate e lasciate al di fuori della Clinica. Ovviamente senza contatti con il personale medico e infermieristico, anche se avremmo voluto scambiare due parole, ascoltarlo, ringraziarlo per la professionalità, per l’impegno e perché dimostra ogni giorno quanto siano importanti i servizi sanitari pubblici, ma non c’è stato modo. Un saluto con la mano a debita distanza e basta. Poi tanti messaggi attraverso gli strumenti telematici di uso quotidiano. Sarà un appuntamento solo rinviato a data da definire perché unite e uniti siamo tutto, ma distanti è meglio”.