I vini dei Balcani ospiti di Only Wine International

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Sabato 18 e domenica 19 aprile, in occasione di Only Wine Festival a Città di Castello, gli appassionati di vino e gli operatori del settore hanno a disposizione un’occasione imperdibile di conoscere e degustare una selezione dei migliori vini dei Balcani, provenienti in particolare dalla Bulgaria, dalla Serbia e dalla Romania. Oltre alle degustazioni libere, accessibili con il normale ticket degustazione di Only Wine Festival, sono previste delle quotidiane master class aperte a tutti e condotte da giornalisti del settore e dagli esperti della Prospero International, l’azienda tifernate che ha curato l’area Only Wine International.

Le aziende selezionate a rappresentare la Bulgaria saranno le cantine Neragora, Borovitza e Marian che producono vino con sistemi biologici e biodinamici. I tre produttori porteranno a Città di Castello vini prodotti dall’antico vitigno Mavrud, che risale addirittura all’epoca dei Traci, dal Gamza, una varietà creata negli anni 50 dall’istituto del vino bulgaro, incrociando il pinot nero e il Mavrud, particolarmente diffusa lungo il Danubio, dal Dimiat, a bacca bianca e dal Rikat, anch’esso a bacca bianca, originario dal Rkatziteli georgiano.

La Serbia sarà, invece, rappresentata da altre tre piccole cantine, la cui peculiarità è di produrre vino in maniera artigianale, da vigneti centenari. In particolare, si potrà degustare il Prokupac, vitigno emblematico del paese, assimilato da molti al nostro Sangiovese, che nella degustazione dei vini delle tre aziende darà ampia dimostrazione della sua versatilità. A selezionare le cantine è stato il giornalista enogastonomico serbo Tomislav Ivanovic, che ha scelto per Only Wine la piccola cantina Sveti Gral, Budimir e Cokot Winery e che sarà a Città di castello a spiegare al pubblico le peculiarità dei vini in degustazione. A chiudere la rassegna dei Balcani è la Romania con alcuni selezionati vitigni, quali il Feteasca Neagra, il Bohotin-Coloviu e il Tomaioasa Romaneasca, ben rappresentativi del territorio. Del resto, la Romania vanta una lunga tradizione vinicola ed una grande ricchezza di vitigni, clima e terroir particolari. A selezionare e a raccontarci le cantine e i vini rumeni è il giornalista Razvan Stoenscu. Sarà anche allestito uno spazio dedicato alla Georgia, ospite del 2014, i cui vini hanno riscosso tanto successo  nella passata edizione della kermesse.

I Balcani, intesi come spazio geografico e antropologico, sono un variopinto mosaico  di popoli, culture e tradizioni che coesistono, sospesi tra Europa e Asia, tra Occidente e Oriente. Un po’ europei e un po’ mediorientali, ma nessuno dei due fino in fondo, i popoli balcanici hanno un’ identità ben distinta e singolare, frutto della stratificazione di tante culture, etnie e influenze. Così sono anche i vini dei Balcani, dal carattere distinto e unico, esuberanti e selvaggi, portatori dello spirito, dei sapori e dei profumi di queste terre, così vicine e così lontane dal resto dell’Europa. Questa terra, così complessa, vanta un’antichissima tradizione vinicola, tra le più antiche d’ Europa. I Traci, la popolazione autoctona dei Balcani, facevano già vino almeno 3000 anni prima di Cristo. Le varie tribù dei Traci erano  largamente diffuse sul territorio balcanico, soprattutto nella zona della odierna Bulgaria ed in parte della Grecia settentrionale, considerate il centro della loro cultura.

A differenza dei georgiani che utilizzavano le anfore interrate, i Traci vinificano in vasche di pietra aperte. Il vino degli antichi Traci era denso e ricco, lo bevevano direttamente dalle vasche di pietra con una specie di cannuccia. Era percepito come qualcosa di sacro, come un ponte verso la dimensione divina. Si usava nei riti orfici-mistici, riti sacri di matrice esoterica praticati dai seguaci di Orfeo in cui si entrava in contatto con entità spirituali supreme. I Traci furono i primi nel continente europeo a fare vino e a venerarlo: gli antichi greci adottarono da loro la cultura del vino ed il culto di Dioniso (il Dio  Zagreus dei Traci); successivamente i romani presero, a loro volta, questa cultura dai greci. Ancora oggi vengono coltivate delle varietà di vitigno che risalgono al periodo dei Traci e vantano quindi una storia millenaria. Si tratta delle varietà bulgare Mavrud, Pamid, Shiroka Melnik. A questa ricca storia di antica viticoltura fa da contraltare la drammatica e traumatizzante  eredità del passato comunista che ha influenzato molto negativamente il settore vino in tutti i Paesi balcanici, a causa delle politiche come l’abolizione della proprietà agricola privata o lo sviluppo di grosse cooperative vinicole che producevano in grandi quantità vino di qualità scadente, destinato al sempre assetato mercato sovietico. Oggi i Balcani, usciti più forti di prima dal periodo traumatico del passaggio alla democrazia, ma sempre segnati dall’eredità di questo passato difficile, sono alla ricerca della propria identità, non solo nel mercato enologico, una ricerca esasperata che si esprime spesso in spinti nazionalismi .

Tornando al vino, anche in questo caso è difficile delineare una sola faccia del vino balcanico: il vino balcanico è un frammentato, variopinto mosaico, che riflette lo spirito di queste terre. Co-esistono delle realtà molto diverse: vini moderni studiati per un gusto globale e vini dalla forte impronta territoriale, a base di vitigni autoctoni come, tra gli altri, il Mavrud, Gamza, Pamid, Shiroka Melnik (Bulgaria), Feteasca Neagra, Tamaiosa Romanseca (Romania), Vranec (Macedonia), Prokupac, Tamijanka e Kadarka (Serbia), Assyrtiko e Savatiano (Grecia), Okuzgoru, Kararazakis (Turchia). Co-esistono i piccoli artigiani del vino con i loro rustici e genuini vini contadini, gli industriali del vino con i loro vini globalizzati e uniformati e poi gli imprenditori del vino, con le loro “boutique winery” moderne e lussuose che non hanno nulla da invidiare a quelle occidentali. La presenza dei vini dei Balcani ad Only Wine Festival è, dunque, un vero e proprio viaggio tra i sapori e i profumi, ma anche nella “follia” così come nella magia di questo angolo di mondo, per conoscere le tante facce del vino balcanico. Appuntamento, dunque all’Atrio del palazzo Comunale sabato 18 e domenica 19 aprile.