Assessore Barcaioli: “Non un passo indietro sull’importanza della scuola nei territori”
(aun) – Perugia, 29 maggio 2025 – La Regione Umbria ha espresso il proprio voto contrario alla proposta del Ministero sul nuovo dimensionamento scolastico, che per il 2026/2027 impone una ulteriore riduzione del numero delle autonomie scolastiche. Dopo aver già bocciato il piano nel corso della X Commissione Istruzione, università e ricerca, oggi l’Umbria ha confermato la sua posizione in sede di Conferenza Stato-Regioni, insieme ad altre sei Regioni.
Alla base della proposta c’è una norma nazionale che definisce i parametri con cui si calcola il numero massimo di istituzioni scolastiche per ciascuna Regione. Un criterio che, applicato in modo meccanico e su dati previsionali e non sugli iscritti effettivi che sono di gran lunga maggiori di quelli considerati dal Ministero, risultano eccessivamente sfavorevoli.
“Dietro il linguaggio dei numeri si nasconde una scelta che colpisce la sostanza della scuola pubblica – spiega l’assessore regionale all’Istruzione, Fabio Barcaioli – Qui non parliamo di riorganizzazione ma di un taglio di opportunità educative, di presidi democratici e di futuro, che andrebbe a colpire in particolar modo le aree interne e montane. L’Umbria, come anche la Toscana e l’Emilia Romagna, non può accettare che si spenga la luce nei luoghi dove la scuola è spesso l’unico presidio culturale rimasto”.
Anche l’aggiornamento dei dati demografici, da parte del Ministero, che avrebbe potuto riequilibrare la situazione, non è sufficiente ad attenuare l’impatto dei tagli previsti. La proposta conferma infatti per la regione le stesse 130 autonomie scolastiche previste in precedenza, senza alcun incremento, a differenza di quanto avviene in tutte le altre regioni.
Se la situazione resterà invariata, la Regione Umbria è pronta a impugnare il decreto davanti al TAR. Una scelta che vuole difendere l’autonomia delle comunità locali e di ribadire che la scuola non è un capitolo di spesa da comprimere, ma un’infrastruttura civile da rafforzare.
“La difesa della scuola – continua Barcaioli – non può essere subordinata a logiche centralistiche. Non arretreremo di un passo, la dignità dei territori, il valore delle relazioni educative e il diritto allo studio non si comprimono per decreto. La nostra sarà una battaglia perché ogni scuola che chiude è un pezzo di società che si indebolisce. Con questo ennesimo atto, la Regione riafferma il proprio impegno per un modello di istruzione che tenga conto della geografia umana dell’Umbria”
conclude Barcaioli.