(aun) – Perugia, 25 settembre 2025 – Mentre tutte le istituzioni umbre si sono mobilitate per difendere il territorio e le sue risorse, le dichiarazioni del portavoce di Forza Italia e deputato umbro Raffaele Nevi in Commissione alla Camera suonano come la sentenza definitiva di chiusura del Posto di Teleconduzione di Terni.
È un fatto grave: il Governo, attraverso la voce di Nevi, non solo prende atto della riorganizzazione, ma la avalla, accettando acriticamente le “ampie rassicurazioni” di Enel sulla mancanza di impatto occupazionale e sui presunti “importanti investimenti”.
Parole che sconfessano gli stessi esponenti della destra che all’unanimità avevano sostenuto l’atto unitario a sostegno della lotta dei lavoratori. Una posizione quella della Regione Umbria, portata avanti coerentemente sin dall’inizio dalla Giunta regionale.
“Il Governo toglie un altro pezzo fondamentale a Terni e all’Umbria – dichiara l’assessore regionale Thomas De Luca – Nevi, nel suo ruolo politico ma anche istituzionale, dimentica il valore strategico del presidio che viene smantellato. Il Posto di Teleconduzione di Villa Valle non è una semplice sede amministrativa; è un centro nevralgico che ha il compito di monitorare sette grandi dighe e circa cinquanta opere idrauliche minori nell’articolato bacino Tevere-Nera.
Come evidenziato dalla Regione, la sua chiusura, annunciata unilateralmente da Enel e prevista entro la fine di settembre, compromette un presidio irrinunciabile per la sicurezza idraulica, ambientale ed energetica dell’intera Umbria. La perdita del suo know-how specialistico rappresenta un rischio significativo non solo nella gestione delle emergenze, specialmente in un contesto di fragilità degli ecosistemi accentuato dalla crisi climatica ambientale.
Affermare, come fa Nevi, che Enel stia investendo milioni di euro per le centrali umbre e le officine idroelettriche di Terni, non può coprire la responsabilità di lasciare che un asset cruciale per la sicurezza territoriale venga meno. Nevi sostiene che la politica debba vigilare con atteggiamento “responsabile e costruttivo”, ma accettare supinamente la chiusura del Punto di Teleconduzione è tutt’altro che responsabile. È, al contrario, un atto che depaupera il nostro territorio”.