Il ‘giovane’ movimento ha attivato una raccolta firme per una proposta di legge di iniziativa popolare di cui si è discusso in un incontro a Perugia
“Il declino della natalità in Europa è uno dei fenomeni demografici più allarmanti della nostra epoca, con l’Italia e l’Umbria che non si sottraggono a a questo trend. L’Umbria è infatti una regione che invecchia, con molti anziani, pochi bambini e famiglie che cambiano. Le convivenze di fatto sono triplicate in dieci anni, mentre sono più che raddoppiate in venti anni le famiglie ‘disgregate’, con genitori separati o divorziati, che vanno a formare un nucleo familiare monogenitoriale ad alto rischio di povertà. In sessanta anni, dal 1951 al 2011, il numero di famiglie residenti in Umbria è più che raddoppiato passando da 174 mila a 367 mila. Prevalgono le coppie con figli (29,9%) e le persone sole (31,4%) con le prime (coppie con figli) che nel 1981 rappresentavano il 40% delle famiglie e sono andate via via a ridursi nel tempo. Un elemento di particolare interesse dell’Umbria rispetto al resto d’Italia è la presenza relativamente più ampia di famiglie complesse, composte da un nucleo genitori-figli più altri parenti o da più nuclei (8,8% in Umbria contro 5,7% in Italia), anche se con una continua riduzione rispetto al passato. Inoltre, da sottolineare che dalla metà degli anni Sessanta a oggi si è passati da 2,1 a 1,4% figli per donna, una consistente riduzione che è accompagnata dall’aumento della durata media della vita, che ha superato gli 80 anni per gli uomini e 85 anni per le donne”. È questo, a grandi linee, il quadro che emerge dall’incontro organizzato a Perugia dal movimento Pensiero popolare italiano (Ppi), che sta portando avanti in tutta Italia battaglie sul sostegno alle famiglie con l’obiettivo di incentivare la natalità attraverso politiche sociali che possano contrastare il progressivo invecchiamento della popolazione e garantire così una sostenibilità del sistema pensionistico e sanitario. Per realizzare questo è stata istituita, in seno al movimento, la Fondazione per la famiglia, finanziata attraverso donazioni di privati, banche o enti assicuratici, ed è in corso una raccolta firme per la presentazione in Parlamento della proposta di legge di iniziativa popolare ‘Istituzione della Fondazione per la famiglia e disposizioni per il sostegno economico e fiscale alle famiglie con figli’.
Ad illustrare gli obiettivi del Ppi, nella sala dei Notari, sono stati la dottoressa Luciana Verde, presidente del Dipartimento Infrastrutture, Energia e Pnrr, il professor Marco Palombi, economista e presidente del Dipartimento Economia e Finanza e Fabio Desideri, segretario nazionale. A moderare gli interventi Piergiorgio Di Clemente, analista finanziario, docente di Diritto bancario presso l’Accademia universitaria degli studi giuridici europei (Auge).
“Pensiero popolare italiano – ha dichiarato Desideri – è un progetto di persone, di gente tra la gente che nasce, come idea, nell’estate del 2023 e si concretizza nel 2024 con l’obiettivo di riavvicinare le persone alla politica e alle istituzioni. Il sistema Stato non funziona e questo perché ha deciso di rinunciare a tutelare la cellula base della società e cioè la famiglia. La nostra proposta di legge va incontro alle famiglie. Come? In Italia e in Europa c’è la possibilità di devolvere l’1% degli utili di banche, assicurazioni, aziende, imprese, e quindi portarlo in detrazione. Facciamo un esempio: nel 2024 gli utili delle banche italiane sono stati 50 miliardi di euro. Se questo 1% venisse messo a disposizione delle giovani coppe, dei figli di separati, altro grande problema sociale, di chi vuole fare il secondo figlio, delle famiglie in difficoltà, l’Italia cambierebbe”.
“In Italia ogni donna in età fertile fa 1,2 figli, quando il tasso di ricambio sarebbe di 2,1 – ha spiegato Palombi –. La Fondazione per la Famiglia nasce per rispondere al fenomeno della denatalità ed è complementare all’attività dello Stato a supporto delle famiglie, laddove evidentemente non è sufficiente. La Fondazione si autofinanzia: chiunque vi lavori deve avere già un incarico precedente da cui è pagato. Tutto è amministrato in modo totalmente trasparente con il controllo della ragioneria dello Stato e della Corte dei Conti. Ci si vuole occupare di quelle fasce della popolazione escluse dalle provvidenze per motivi di reddito o per via di ragioni non economiche con una nuova strategia focalizzata sui redditi medi, dai 25 mila ai 40 mila euro, o su categorie particolari, come nel caso dei nuclei familiari composti da genitori separati con figli a carico”.
“La sfida è grande – ha aggiunto Verde –. Per far sì che la Fondazione diventi legge dobbiamo raccogliere 50.000 firme. Ripetiamolo, allo Stato non costa neanche un centesimo. Basta andare sul sito del Ministero della Giustizia, alla voce Referendum e iniziative popolari (https://firmereferendum.giustizia.it/referendum/open/dettaglio-open/2100000) per firmare la proposta di legge”.