“Caccia al cinghiale, anche quest’anno quote record da pagare per i cacciatori umbri”

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“Caccia al cinghiale, anche quest’anno quote record da pagare per i cacciatori umbri”. La nota dei Consiglieri regionali del PD Bettarelli e Bori

“Dopo una stagione venatoria a dir poco complessa per i cacciatori umbri travolti dal caos calendario prima e tesserini poi, a soli sette mesi di distanza dalle promesse dell’assessore Morroni, previsti ulteriori e pesanti rincari per le quote pro capite assegnate ai cacciatori dalla Regione Umbria per i danni causati dalla specie cinghiale”.

   

Così i consiglieri regionali Michele Bettarelli e Tommaso Bori (Pd).

“Già nell’ottobre dello scorso anno, dopo una stagione segnata dall’emergenza Coronavirus e dall’impossibilità (per legge) di praticare l’attività venatoria nel periodo di lockdown, le cifre richieste per il mancato raggiungimento dei target di abbattimento della specie, avevano scatenato la rabbia dei cacciatori, che per la prima volta si erano visti imputare quote che si aggiravano attorno ai quaranta euro. Oggi, maggio 2021, dopo una stagione segnata dal periodo lunghissimo trascorso dall’Umbria in zona arancione e arancione rafforzata in cui i tentennamenti della Giunta Tesei, anomali rispetto a quanto disposto dalle Regioni limitrofe, circa la possibilità di effettuare l’attività venatoria in tale contesto hanno imposto lo stop alla caccia in Umbria, dopo le rassicurazioni e promesse autunnali dell’assessore Morroni, arriva la beffa per i cacciatori umbri a cui sembra verranno chieste individualmente cifre che si aggireranno attorno ai 125 euro. Importi significativi per cittadini che risentono come tutti gli umbri degli effetti della crisi legata all’emergenza Covid e che in questo anno, nonostante tutte le problematiche organizzative, hanno contribuito in modo significativo con la loro attività alla gestione della specie cinghiale. La più totale incapacità gestionale del mondo venatorio da parte della Giunta Tesei sta continuando a produrre caos e disagi: di oggi l’annuncio delle tre più grandi associazioni venatorie che hanno chiesto il rinvio del bilancio consuntivo e sono concordi nel bocciare totalmente il bilancio dell’ATC PG1, reo di colpire pesantemente buona parte dei distretti della caccia al cinghiale, addebitando cifre astronomiche nonostante l’aver proibito per legge, per settimane, la caccia per via delle norme Covid-19. In quanto componenti della Seconda commissione, presenteremo a breve un’interrogazione per chiedere contezza circa le notizie che stanno circolando in queste ore sulle quote pro capite richieste su cacciatori umbri per il mancato raggiungimento dei target di abbattimento della specie cinghiale, fissate fra l’altro non attraverso censimenti dei capi, ma su criteri di aumento progressivo rispetto alle annualità precedenti”.

Questa, invece, la nota del Consigliere della Lega, Valerio Mancini

“Mi fa piacere che i consiglieri del Partito democratico, Tommaso Bori e Michele Bettarelli, abbiano preso le difese dei cacciatori in merito al probabile rincaro delle quote pro capite per i danni causati dalla specie cinghiale, peccato che dimostrino di avere la memoria corta, dato che la responsabilità dell’aumento è da imputare alla gestione degli ATC, i cui vertici sono stati scelti nella passata legislatura regionale. La gestione virtuosa dell’ATC 2  dimostra che è possibile non vessare con ulteriori tasse i cacciatori, pertanto ritengo che sia necessario attuare con massima urgenza un cambio ai vertici degli altri due Ambiti Territoriali di Caccia dell’Umbria, anche in considerazione della mancata approvazione del bilancio dell’ATC 1 nella prima convocazione di seduta, dove è mancato il numero legale. In questi anni, la Lega ha sempre manifestato pieno sostegno ai cacciatori, in ogni battaglia, intervenendo in loro difesa anche quando lo scorso anno è stato chiesto un ulteriore balzello per iscrivere le squadre ai settori. Invece di accanirsi ulteriormente con chi pratica la caccia al cinghiale, che già paga un’ulteriore contributo oltre al costo della licenza, sarebbe opportuno sostenere questa attività, fondamentale per la salvaguardia dell’agricoltura, dell’ambiente e per la sicurezza dei cittadini. Questo atteggiamento vessatorio nei confronti dei cacciatori a livello regionale, non è più tollerabile. Farò tutto ciò che è nelle mie possibilità al fine di tutelare i cacciatori, anche non votare il Calendario venatorio, se sarà utile a mandare un messaggio chiaro che il cambio dei gestori degli ATC non è più rimandabile”.