Asm Terni, Cgil critica la mancata proroga dei contratti ai lavoratori somministrati

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Sono due lavoratori assunti da agenzie per il lavoro, ma impiegati strutturalmente in azienda. A dicembre scadono altri contratti di somministrazione – I segretari di Nidil e Fp, Silvestrini e Pitoni: “La partecipata pubblica vuole incentivare precarietà o puntare al lavoro stabile e dignitoso?”

   

“Esprimiamo grande disagio e amarezza per la mancata proroga dei contratti, specialmente dopo le rassicurazioni ricevute dall’azienda, fin dal mese di luglio, relative al mantenimento dell’attuale quadro organico delle risorse umane, fino alla fine dell’anno”. È quanto affermano i segretari generali della Nidil Cgil di Terni, Barbara Silvestrini, e della Fp Cgil di Terni, Andrea Pitoni, in merito alla mancata proroga di un contratto a termine e di un’assegnazione di un tempo indeterminato a due lavoratori somministrati nella società Asm Terni, così come reso noto dai due stessi lavoratori interessati. “Due lavoratori – spiegano Silvestrini e Pitoni – impiegati strutturalmente in azienda e non impiegati per sostituzioni o per la gestione di eventuali picchi di lavoro”.

In merito alla loro vicenda, i due segretari spiegano: “La situazione è ancora più spiacevole se si pensa che l’attuale normativa rende i livelli assunzionali per questa tipologia di lavoratori abbondantemente entro i limiti previsti. Vorremmo capire come Asm voglia gestire l’utilizzo della somministrazione, strumento utilizzato da anni e ormai entrato in pianta stabile nell’organizzazione del lavoro. Parliamo infatti di lavoratori che, al pari dei lavoratori assunti direttamente, lavorano stabilmente nella società seppur assunti da un’agenzia per il lavoro”.

“In passato – hanno ricordato a proposito Silvestrini e Pitoni – si sono aperti percorsi di stabilizzazione che hanno permesso il giusto riconoscimento del lavoro svolto da questi lavoratori, così come avvenuto lo scorso 1° gennaio a seguito di nostre sollecitazioni. Nonostante l’azienda sostenga di voler limitare il ricorso al lavoro somministrato e che quest’ultimo andrebbe utilizzato solo in maniera temporanea, in Asm però i lavoratori somministrati sono ormai strutturali e organici. Si vuole quindi incentivare la precarietà e il turn over dei lavoratori oppure si vuole ragionare di lavoro stabile e dignitoso?”.

“La decisione di non prorogare i contratti – proseguono i segretari di Nidil e Fp Cgil –, oltre a significare la perdita di due posti di lavoro, rappresenta anche motivo di forte preoccupazione per la sorte degli altri lavoratori somministrati in Asm, che hanno tutti scadenza di missione il 31 dicembre. Se si vuole limitare l’utilizzo della somministrazione bisogna stabilizzare e assumere attraverso selezioni pubbliche e non certamente lasciando a casa lavoratori ormai in pianta organica. L’Asm, azienda a partecipazione pubblica, dovrebbe avere tutt’altra responsabilità sociale proprio perché sostenuta dal contributo fiscale di questa comunità, a cui appartengono anche i due lavoratori lasciati a casa. Il nostro obiettivo, oltre a ottenere i dovuti chiarimenti dalla società in merito alle decisioni prese, è quello di sensibilizzare gli amministratori dell’azienda le istituzioni a risolvere positivamente questa situazione”.