Addio a Maria Grazia Lungarotti, pioniera del vino umbro e dell’enologia italiana

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Con lei scompare una figura simbolo dell’imprenditoria femminile e della cultura del vino

   

Si è spenta a 95 anni Maria Grazia Lungarotti, storica dell’arte e imprenditrice innovativa, considerata una delle personalità più importanti nel panorama vitivinicolo italiano. Con determinazione, intelligenza e una visione fuori dal comune, è riuscita a trasformare l’azienda agricola di famiglia in un marchio di fama internazionale, contribuendo in modo decisivo alla crescita e al prestigio dell’enologia umbra e nazionale.

Nel 1955 sposò Giorgio Lungarotti, agronomo e sognatore, convinto che anche l’Umbria – fino ad allora conosciuta soprattutto per i vini da taglio – potesse produrre etichette di eccellenza. Insieme formarono un binomio straordinario: lui, esperto di vigna e di tecnica; lei, mente organizzativa, commerciale e comunicativa. Nel 1962 fondarono la Cantine Giorgio Lungarotti, ponendo le basi di una delle più importanti realtà vitivinicole italiane.

Quando Giorgio creò il Torgiano Rosso Riserva Rubesco 1971, destinato a diventare un vino leggendario, fu Maria Grazia a intuirne il potenziale e a promuoverlo sui mercati internazionali. La sua intuizione più grande fu comprendere che per avere successo non bastava la qualità: occorreva costruire un’identità forte, raccontare una storia e trasmettere valori.

Visionaria nel campo del marketing, in un’epoca in cui il vino si vendeva ancora in damigiana, fu tra le prime in Italia a puntare sull’imbottigliamento, sul design delle etichette e sulla promozione all’estero. Partecipò a fiere internazionali, conquistando prima il mercato americano e poi quello mondiale. Fu anche tra le prime a vedere nel vino un veicolo di cultura e conoscenza.

Nel 1974 diede vita alla Fondazione Lungarotti e nel 1978 inaugurò il Museo del Vino (MUVIT) a Torgiano, uno dei primi al mondo, che raccoglie una collezione unica dedicata alla storia della viticoltura e dell’enologia. Nel 2000 creò anche il Museo dell’Olivo e dell’Olio (MOO), ampliando così il legame tra impresa, territorio e cultura. Questi progetti rappresentavano una strategia di lungo periodo: associare il nome Lungarotti ai concetti di eccellenza, arte e tradizione.

Dopo la morte del marito nel 1999, Maria Grazia ha continuato a guidare l’azienda con le figlie Teresa Severini e Chiara Lungarotti, mantenendo saldo il principio della qualità come valore fondante.

Nel corso della sua vita ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui il titolo di Cavaliere del Lavoro nel 1996, a testimonianza del suo straordinario contributo al mondo del vino e della cultura italiana.