Piegaro Civica: “Centro di accoglienza: vogliamo chiarimenti”

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“Purtroppo ad oggi ci sentiamo solo presi in giro dalle istituzioni che ci rappresentano”

   

“Oltre il patto il silenzio”: è questo il nome dell’assemblea pubblica voluta da Piegaro Civica che ha avuto luogo lunedì sera, a cui ha partecipato il consigliere regionale di Umbria Civica Nilo Arcudi e  dove a tenere banco è stata la vicenda del Centro di accoglienza straordinaria (Cas) attivato nel territorio comunale.

“Vorremmo chiarimenti concreti a partire dal vero utilizzo della struttura: il centro, sebbene la Prefettura ne abbia confermato la natura, sembrerebbe non avere le caratteristiche di un CAS bensì – scrive in una nota il coordinatore di Umbria Civica -Piegaro Mauro Brilli – quello di un centro di prima accoglienza. Nel nostro territorio le istituzioni fanno scelte importanti che modificano le nostre abitudini quotidiane oltre che avere un significativo impatto sociale: decisioni prese in silenzio senza coinvolgere gli abitanti e le varie associazioni del territorio. Emerge un incomprensibile e inaccettabile distacco tra istituzioni e cittadini. Tuttavia è bene ricordare che l’amministrazione comunale deve rispondere all’intera collettività.

Ricordo anche – continua Brilli – che la questione è arrivata anche in Regione con un’interrogazione presentata il 25 luglio dal Consigliere Arcudi con la quale si chiedeva al presidente della Giunta e all’assessore se la Regione fosse stata coinvolta in fase di definizione del progetto e soprattutto se ne fosse a conoscenza. Sorprendentemente, l’Assessore Barcaioli ha risposto di “non sapere niente” del centro di accoglienza di Piegaro. Riteniamo questa affermazione gravissima, se non mendace, in quanto in data 15 luglio era stata trasmessa dal Comune di Piegaro una petizione (protocollo PEC n. 7163) con la raccolta firme dei cittadini, proprio per portare a conoscenza della Regione la situazione. Ci sembra uno scenario a dir poco surreale.

Considerato che il nostro è un comune di circa 3200 abitanti chiediamo anche di sapere se è stata rispettata la proporzione indicata da ANCI tra il numero degli ospiti e quello dei residenti. Non siamo contrari all’accoglienza a patto che ci sia ascolto e condivisione: vorremmo passare dal Patto del silenzio a quello della chiarezza. Purtroppo ad oggi ci sentiamo solo presi in giro – conclude Brilli – dalle istituzioni che ci rappresentano”.