Bonus conciliativo natalità, giunta regionale incrementa di 1 milione di euro per il 2023

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Altrettanto per il prossimo anno, si procederà allo scorrimento della graduatoria delle richieste ammesse ma ad oggi non finanziate

   

La Giunta regionale ha deciso nella seduta odierna di incrementare di un milione di euro per l’anno in corso, e di altrettanto per il prossimo anno, i fondi destinati al supporto delle neo mamme al fine di far scorrere la graduatoria delle domande già pervenute e regolari, ma non ancora finanziate.

“La misura, che ha come scopo quello di aiutare le neo mamme a conciliare al meglio, durante il primo anno di vita del bambino, le nuove esigenze familiari con quelle lavorative, – ha affermato la Presidente della Regione Donatella Tesei – ha ricevuto un ottimo riscontro che ci ha spinti, sin da subito, ad individuare nuove risorse nell’ambito dei Fondi europei al fine di riuscire a coprire gran parte delle domande ammissibili, ma non finanziate”.

La misura di supporto conciliativo alla natalità, che prevedeva quasi 6 milioni di euro in 5 anni e che con l’integrazione odierna permetterà un incremento di oltre 2 milioni in due anni, si è ritenuta opportuna proprio per procedere al finanziamento di una platea più ampia di beneficiari favorendo così l’accesso anche a coloro che nonostante abbiano una condizione economica difficile, come risultante dall’ISEE dichiarata e verificata, hanno scelto di avere un figlio e quindi di contribuire ad investire nel futuro della regione e del Paese. Ora, dunque, si procederà allo scorrimento della graduatoria delle richieste ammesse, ma ad oggi non finanziate.

“Questo supporto – ha sottolineato la Presidente Tesei – diventa parte integrante dell’ampio quadro che permette un sostegno alle famiglie, che inizia al momento della nascita e segue la crescita del bambino sino all’università. Sono fiduciosa che a breve, grazie ad alcuni risparmi proprio sui capitoli della presidenza, si possano incrementare anche altre misure già in essere”.

Si ricorda che il supporto in questione consiste in un contributo a fondo perduto di 1200 euro che la Regione erogherà alle donne che alla data di scadenza dell’avviso avevano un bimbo di età pari o inferiore ai 12 mesi, residenti in Umbria, con un Isee massimo di 30 mila euro e che al momento di presentazione della domanda siano occupate (subordinate o autonome) o iscritte al Centro per l’impiego.

“Accogliamo con favore la notizia che, dopo la nostra segnalazione, la Giunta regionale corre ai ripari e incrementa la dotazione finanziaria per la misura del bonus destinato al supporto delle neo mamme, al fine di far scorrere le graduatorie delle domande già pervenute e regolari, ma non ancora finanziate”.

Così i consiglieri regionali del Partito democratico, Simona Meloni e Tommaso Bori, firmatari di un’interrogazione con la quale “si intendeva chiedere spiegazioni in merito alla situazione della misura e sulle modalità di azione futura”.

“Il bonus – spiegano Meloni e Bori –, nato come una montagna che ha partorito un topolino, aveva evidentemente individuato una platea di aventi diritto troppo grande rispetto alla somma stanziata, provocando disappunto e indignazione nelle famiglie. Così la Giunta regionale – osservano – è dovuta correre ai ripari e provvedere ad una integrazione. Infatti le domande pervenute erano state 2.297, di cui 1.290 ammesse e non finanziate, mentre solo 903 erano state quelle ammesse e finanziate; 104 quelle inammissibili. Apprezzando dunque l’ulteriore stanziamento – concludono -, sottolineiamo che gli interventi in grado di supportare l’aumento della natalità non sono certo bonus spot una tantum, in una congiuntura economica che vede gli stipendi erosi sempre di più dall’inflazione e dall’aumento dei prezzi”.