Usl Umbria 1, presentato il nuovo percorso Speed Care

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È rivolto ai pazienti oncologici in trattamento con formulazioni a rapida somministrazione per migliorarne la qualità della cura e il loro benessere

 

   

Perugia, 23 settembre 2025 – Ottimizzare il percorso di cura dei pazienti oncologici in trattamento con formulazioni a rapida somministrazione, migliorandone la qualità della cura e il loro benessere. In questo consiste, in sintesi, il progetto “Speed care”, presentato martedì 23 settembre presso la sede dell’Usl Umbria 1, situata in via Guerra, da Emanuele Ciotti, direttore generale Usl Umbria 1, Andrea Caprodossi, responsabile Servizio Farmaceutico Usl Umbria 1, Michele Montedoro, responsabile Ambulatorio Oncologia medica ospedale Città di Castello, e da Alessandra Mariottini Sarti, dirigente medico Servizio Farmaceutico Usl Umbria 1.

L’obiettivo del progetto – nato dalla stretta collaborazione tra il Servizio Farmaceutico e l’ambulatorio di Oncologia medica dell’ospedale di Città di Castello – è duplice: ridurre i tempi di attesa producendo un miglioramento della qualità della cura, la soddisfazione del paziente e la sua compliance terapeutica (avrà una maggiore aderenza alle terapie). Allo stesso tempo, sarà diminuito l’impatto sull’organizzazione ospedaliera e permesso il riconoscimento dell’impegno e il valore professionale dell’equipe oncologica nella pratica assistenziale, creando così un ambiente lavorativo più gratificante ed efficace.

La conferenza stampa è stata aperta dal direttore Emanuele Ciotti che ha dichiarato:

“Il progetto Speed Care, dedicato soprattutto ai pazienti fragili ed oncologici, rappresenta un percorso di grande innovazione e trasformazione, che consente di far risparmiare tempo ai malati, caregiver e ai nostri professionisti. La sua attuazione è possibile grazie all’innovazione in campo farmacologico, che ci dà la possibilità di somministrare farmaci oncologici in 15 minuti. Il progetto consentirà di raccogliere una serie di indicatori, primo su tutti l’aderenza alla terapia, che poi saranno analizzati per valutare un eventuale estensione di questa tipologia di servizio. Ringrazio i nostri professionisti – ha concluso – per il lavoro che portano avanti e per questo genere di servizi che ideano”.

“Le innovazioni farmacologiche – ha detto Michele Montedoro – hanno incentivato questo percorso. In un’epoca di maggiore domanda di questa tipologia di servizio, con i dati a nostra disposizione, abbiamo pensato a modelli gestionali nuovi. Abbiamo pensato come poter selezionare i farmaci a rapida somministrazione, instaurando un comparatore tra percorso tradizionale e rapido”. Montedoro ha poi continuato spiegando che la permanenza in Day Hospital Oncologico di questi pazienti può oscillare anche sotto 1 ora, al netto della somministrazione del farmaco. Ma questo non è l’unico beneficio. “Si ottiene maggiore effetto terapeutico – ha proseguito – e si migliora anche il percorso tradizionale, che viene alleggerito evitando il sovraffollamento, poco indicato soprattutto per i pazienti fragili. Attualmente il centro pilota è all’ospedale di Città di Castello, ma poi il progetto è estendibile ad altre strutture dell’Usl Umbria 1”.

“Ringrazio la direzione aziendale per aver sposato il progetto e il dottor Montedoro per aver riorganizzato il servizio. Per la prima volta con questo percorso si mette il paziente al centro della nostra azione, come detta il Decreto ministeriale n. 77, che introduce nuovi modelli e standard per un’assistenza territoriale più integrata”

ha dichiarato anche Andrea Caprodossi.

“Il progetto – conclude Alessandra Mariottini Sarti – prevede un supporto tecnico di misurazione dei tempi e di alcuni indicatori che andremo a raccogliere. L’obiettivo è quello di abbattere i tempi morti e lo stress del paziente o del suo garegiver, che potrebbero dover andare anche a lavorare. Per alcune tipologie di farmaci e di pazienti possiamo abbattere anche il numero di visite, organizzando percorsi personalizzati, come nel caso della programmazione dei prelievi ematici. Riducendo gli accessi c’è un ritorno economico e di tempo, non solo per noi ma anche per il paziente”.

Il percorso alternativo Speed Care sarà proposto a tutti quei pazienti eleggibili secondo precisi criteri di inclusione, stabiliti in collaborazione con i clinici in funzione della durata temporale del trattamento (come ad esempio farmaci selezionati tra quelli a somministrazione sottocutanea e/o endovenosa inferiore a 30 minuti, in mono-somministrazione, senza premedicazione) e di specifiche necessità del singolo caso clinico (paziente fragile e critico, necessità di esami ematochimici e visite cliniche prima della  somministrazione…). Chi risponde a questi requisiti sarà inserito nel percorso Speed Care, diverso da quello tradizionale, che consentirà – attraverso una gestione più efficiente delle terapie e dei relativi controlli – di abbattere i tempi di attesa.

Il progetto si svilupperà in tre fasi. La prima consiste nell’individuazione dei punti critici del percorso di cura attuale e valutando la proposta di un nuovo modello gestionale, da integrare con i flussi clinici e amministrativi. Il tutto prevede la creazione di un team di lavoro composto da medici, infermieri, operatori socio-sanitari e farmacisti che si occupi di seguire il percorso ottimizzandolo e monitorandolo.

Successivamente è prevista: l’attività di coordinamento tra la Farmacia e il Day Hospital Oncologico di Città di Castello per la definizione dei criteri di inclusione (ed esclusione) di eleggibilità dei pazienti; la creazione di una lista dei farmaci/protocolli – soggetta se necessario a modifiche – da confluire nel percorso in funzione del carico di lavoro sostenibile dal servizio; condivisione se necessario con il laboratorio analisi ed il distretto per concordare le tempistiche di raccolta, accettazione e refertazione dei campioni analisi.

 La terza fase prevede la compilazione di indicatori di performance per misurare i vantaggi in termini di tempo, la misurazione del grado di soddisfazione dei pazienti e degli eventuali vantaggi in termini di costi diretti e indiretti.

Il progetto, quindi, mette al centro la persona e rappresenta per il paziente oncologico un vantaggio significativo in termini di comodità, riduzione del tempo di infusione e minor impatto sull’organizzazione ospedaliera, migliorando l’aderenza terapeutica e la qualità di vita.