Un Teatro Pavone pieno di giovani per Perugia SerenaMente, festival della salute mentale

47
 

Organizzato da Una mente per amica con Università degli Studi di Perugia e Usl Umbria 1. Il tema della solitudine affrontato con approccio multidisciplinare grazie ad autorevoli ospiti

   

Un Teatro Pavone gremito di giovani ha accolto la seconda edizione di Perugia SerenaMente, il festival dedicato alla salute mentale organizzato dall’associazione Una mente per amica con l’Università degli Studi di Perugia e la Usl Umbria 1 e in scena nel capoluogo umbro fino a sabato 11 ottobre. La sessione di apertura, coordinata da Alfonso Tortorella, professore ordinario di Psichiatria dell’ateneo perugino e responsabile scientifico di Una mente per amica, ha visto la presenza di Stefania Proietti e Sarah Bistocchi, presidenti rispettivamente della Regione Umbria e dell’Assemblea legislativa dell’Umbria, Claudia Mazzeschi, professore ordinario di Psicologia dinamica, Alessandro Campi, professore ordinario di Scienza politica, entrambi dell’Università degli Studi di Perugia.  A portare i suoi saluti anche Paola Carruba, vicedirettrice di Radio Rai.

“Crediamo – ha commentato la presidente Proietti – che qui ci sia un rinascimento del nostro sistema pubblico sociosanitario che parte proprio dalla partecipazione dei giovani. Questo è molto più di un festival, è un insieme di iniziative, riflessioni e confronti tra il mondo accademico, sanitario e delle professioni inerenti la salute mentale. Nel mondo globalizzato i nostri giovani soffrono di solitudine, ma, in questo teatro pieno, troviamo una chiave di speranza: il fuoco etico che brucia dentro i giovani è bellissimo. Nel piano sociosanitario quella della salute mentale diventerà una delle reti portanti e trasversali, quindi davvero una grande comunanza di valori sentita anche dagli organizzatori che ci riconoscono attenzione al tema”. “Questo festival – ha sottolineato Tortorella – viene in un momento significativo perché questa nuova amministrazione regionale ha puntato moltissimo sulla salute mentale, che può sembrare un elemento parcellare della salute ma non lo è. Oggi parliamo di One health intendendo l’interazione tra la salute mentale e la salute del corpo, un tutt’uno che rende possibile il benessere delle persone. Il nostro lavoro è sia sulle persone che sono investite direttamente da una problematica seria che sulla prevenzione perché significa intervenire nel momento giusto per evitare che si sviluppino patologie più gravi”.

Il tema della solitudine legato alla salute mentale è stato affrontato con un approccio multidisciplinare grazie alla presenza di voci autorevoli provenienti da ambiti diversi, dalla clinica alla sociologia, dalla politologia all’arte e alla filosofia.

“Non potevamo mancare a questo appuntamento – ha dichiarato Carruba –, il servizio pubblico sente di stare vicino alle tematiche della salute mentale in maniera solida e concreta. Il problema vero è capire cosa effettivamente faccia parte della normale dinamica esistenziale e cosa attiene a vere e proprie patologie e da questo punto di vista è un tema di interesse sociale e culturale”. “Perugia con questo festival – ha aggiunto la professoressa Mazzeschi – porta all’attenzione un tema centrale e complesso in questo momento storico e culturale, quello della solitudine. Noi come ricercatori proviamo a misurarla, gli studi ci dicono che è associata al malessere e porta deperimento dal punto di vista mentale, cognitivo e affettivo. Nei nostri servizi dedicati ai giovani vediamo che ha più difficoltà chi si sente solo, quindi possiamo dire che il connettersi, il non essere soli aiuta e protegge la vita psicologica e nei più giovani aiuta la crescita e sostiene lo sviluppo”. “Vediamo sicuramente – ha sottolineato Alessandro Campi, professore ordinario di Scienza politica dell’ateneo perugino – una condizione di grande malessere politico che si riflette nella ridotta partecipazione dei cittadini alla vita pubblica e agli appuntamenti elettorali. Il problema è capire perché questo succede, evidentemente c’è una condizione di crescente solitudine e di isolamento volontario dei cittadini che per le democrazie diventa un grande problema. Se i cittadini si ritraggono dalla scena pubblica qualcosa non funziona nella loro testa, psicologia o sentimento ma alla fine non funziona più nemmeno la democrazia. Il malessere sociale individuale diventa collettivo e incide negativamente sulla dimensione politica e pubblica delle democrazie”. “I disturbi del comportamento alimentare – ha aggiunto Laura Dalla Ragione, fondatrice e responsabile della Rete regionale del Disturbo del comportamento alimentare – sono una nuova forma di depressione moderna che riguarda tantissimi adolescenti e preadolescenti. Il Italia sono 3milioni, in Umbria sono circa 15mila le persone malate di questa patologia con una fascia di età che va 8-10 anni fino a 40 anni, uomini e donne. La solitudine è un tema grandissimo perché c’è una grande vergogna di chiedere aiuto, dobbiamo aiutare tutti a uscire da questo stigma. Si interviene con la diagnosi precoce: prima si intercetta la patologia, più probabilità ci sono di poterla guarire”.

Dopo una prima giornata in cui si sono susseguiti gli interventi di molti relatori e workshop  per gli studenti, Perugia SerenaMente riprende al Teatro Pavone venerdì 10 ottobre con tanti altri ospiti tra cui Paolo Mancini, già professore ordinario di Sociologia delle comunicazioni al Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Perugia, che parlerà di ‘mutazioni della comunicazione e individualismo’ (ore 10.30) e Tiziana D’Acchille, direttrice dell’Accademia di Belle Arti di Perugia, che discuterà di solitudine e società riflessioni visive nell’arte contemporanea (ore 12). Il festival prevede, inoltre, due giornate venerdì 10 e sabato 11 ottobre all’Abbazia di San Pietro, a cura della Usl Umbria 1.