Umbria, Italia ed Europa: un confronto su agricoltura e coronavirus. Alcuni rappresentanti hanno discusso, nel seminario organizzato dalla Federazione degli Ordini dei dottori agronomi e dottori forestali (Fodaf) dell’Umbria, degli strumenti disponibili e delle misure da adottare
In questo periodo di emergenza legata a Covid-19, prosegue l’impegno della Federazione degli Ordini dei dottori agronomi e dottori forestali (Fodaf) dell’Umbria nell’approfondire le misure messe in campo dalle istituzioni che hanno competenza nel settore agricolo e agroalimentare. A questo proposito, mercoledì 29 aprile, si è tenuto il secondo dei quattro seminari previsti, in modalità ‘formazione a distanza’, che ha visto la partecipazione di Roberto Morroni, assessore alle Politiche agricole e sviluppo rurale della Regione Umbria, e degli onorevoli Herbert Dorfmann, membro della Commissione per l’agricoltura e sviluppo rurale (Agri) del Parlamento Europeo, e Giuseppe L’Abbate, sottosegretario al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali (Mipaaf). A fare gli onori di casa, da Perugia, c’era Francesco Martella, presidente della Fodaf dell’Umbria.
“In questo periodo si stanno scrivendo le regole della prossima programmazione dei fondi comunitari – ha spiegato Martella – e l’Umbria è chiamata a elaborare il piano strategico regionale che deve puoi confluire in quello nazionale. Nella costruzione della nuova programmazione non possiamo non tener conto dell’impatto di Covid-19 sul nostro sistema agroalimentare e sull’evoluzione dei consumi. Oggi abbiamo approfondito gli strumenti disponibili fin da subito. Nel prossimo appuntamento presenteremo la nostra proposta per il rilancio del settore agroalimentare regionale che ha la necessità di favorire la crescita del valore aggiunto dei prodotti agricoli e forestali, sostenere lo sviluppo dell’innovazione delle filiere agroalimentari attraverso la certificazione di qualità e favorire azioni di coordinamento di ambito territoriale, il tutto da coniugare con un approccio di produzione sostenibile e volto al raggiungimento degli obiettivi di Agenda 2030”.
“Dobbiamo mettere in campo – ha dichiarato Dorfmann – tutte le misure necessarie per aiutare le aziende che in questo periodo hanno avuto delle ripercussioni economiche. Dobbiamo lavorare per far ripartire l’economia europea e gli stati membri devono garantire i fondi necessari anche a livello europeo, per far fronte a uno sforzo decisamente superiore rispetto a quello a cui eravamo abituati. Se non saremo capaci di ripartire a breve con gli interventi economici necessari rischiamo di far chiudere le nostre aziende”.
“Ci sono tante novità – ha annunciato L’Abbate – molto attese dal comparto. Abbiamo snellito la burocrazia per l’ottenimento dei contributi Agea e riguardo le visite mediche dei lavoratori stagionali; abbiamo garantito l’accesso al credito alle imprese agricole attraverso diversi strumenti ed esteso il pegno rotativo alle produzioni di qualità a lunga maturazione. Mi auguro che nasca un proficuo confronto sulle iniziative normative che stiamo portando avanti, nell’interesse delle filiere agroalimentari nazionali che stanno dimostrando, ancor di più oggi in questa fase di emergenza, il loro ruolo cruciale per l’economia del Paese”.
“Un supporto rilevante in termini economici – ha aggiunto Morroni – è assicurato tramite le risorse del Programma di sviluppo rurale. La Regione ha già messo in campo azioni per fronteggiare lo stato di scarsa liquidità delle imprese agricole. Tra queste, l’accelerazione dell’istruttoria delle domande di pagamento delle misure a superficie dell’annualità 2019 e quelle degli anni pregressi che ancora non erano state pagate per diversi motivi. Entro la fine di giugno, se si riuscirà a sbloccare anche le annualità pregresse, potranno essere liquidate oltre 5.700 domande per circa 53 milioni di euro. A questo scopo, la Regione ha chiesto e ottenuto da Agea il rafforzamento della struttura regionale con sette unità, per accelerare l’istruttoria delle domande da liquidare. Occorre puntare subito alla ripresa, percorrendo quattro vie strategiche: digitalizzazione, come processo di innovazione diffuso e tecnologico; qualità, come tratto distintivo e valore aggiunto dell’intera produzione e delle filiere regionali; aggregazione, per evitare la polverizzazione delle imprese e la frammentazione degli obiettivi, e per aumentare la capacità di stare sul mercato e la competitività; semplificazione burocratica per agevolare e velocizzare i processi di sviluppo”.