Mozione di Fora (Patto civico) rinviata in Commissione per approfondimenti
(Acs) Perugia, 10 settembre 2024 – L’Aula di Palazzo Cesaroni ha deciso di rinviare in Commissione per ulteriori approfondimenti la mozione promossa dal consigliere Andrea Fora (Patto civico) concernente la situazione sanitaria nelle carceri umbre. I consiglieri della Lega Valerio Mancini e Manuela Puletti hanno infatti chiesto che su un tema così delicato si proceda a un approfondimento in Commissione con l’Assessore alla Sanità e i rappresentanti sindacali della polizia penitenziaria.
L’atto mira ad impegnare la Giunta regionale a: “intervenire tempestivamente, tramite l’Assessorato alla Sanità, con un controllo immediato in collaborazione con le Asl territoriali e i Direttori degli Istituti Penitenziari umbri, al fine di ripristinare le condizioni minime di accesso ai servizi sanitari da parte della popolazione detenuta; istituire con effetto immediato un tavolo di lavoro tra Assessorato alla Sanità, Asl territoriali, Provveditorato Toscana – Umbria dell’Amministrazione Penitenziaria e Garante dei Detenuti al fine di programmare gli interventi strutturali e organizzativi da sottoporre al Ministero di Grazia e Giustizia, volti a ripristinare le dotazioni organiche nonché le condizioni logistiche; sollecitare l’Amministrazione Centrale Penitenziaria affinché provveda ad integrare le dotazioni organiche delle unità di polizia penitenziaria, del personale amministrativo ed educativo, anche alla luce del recente incremento dei fondi statali destinati al potenziamento del personale; attivarsi presso il Governo affinché attui le direttive della Convenzione di Strasburgo siglata nel 1983 che prevede il trasferimento senza previo consenso dei detenuti affinché scontino la pena nel loro Paese di origine; sollecitare l’Amministrazione Centrale Penitenziaria, attraverso il Ministero della Giustizia, affinché vengano contenute le carcerazioni negli istituti regionali, già di molto superiori alla reale capienza”.
Illustrando l’atto, Fora ha ribadito che “l’art. 27 della Costituzione sancisce al terzo comma che ‘le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso d’umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato’. Lo stesso tutela il detenuto dalla tortura e da trattamenti inumani o degradanti. La Costituzione italiana, quindi, sottolinea il concetto di rieducazione e riforma come scopo della pena. I detenuti hanno il diritto di essere trattati con rispetto e devono essere fornite opportunità concrete di rieducazione durante la detenzione. Questo aspetto è essenziale non solo per il benessere dei detenuti, ma anche per la costruzione di una società che promuove il reinserimento e la riduzione della recidiva. L’Articolo 3 della Convenzione Europea per i Diritti dell’Uomo (CEDU) stabilisce il divieto di tortura, trattamenti inumani o degradanti, sottolineando il principio irrinunciabile della dignità umana, imponendo un obbligo positivo agli Stati membri di adottare misure atte a prevenire qualsiasi forma di trattamento disumano o degradante. La Corte europea dei diritti umani, con la sentenza Torreggiani ha condannato l’Italia per la violazione dell’art. 3 della Convenzione europea dei diritti umani (CEDU). In più occasioni il Consiglio regionale ha evidenziato le problematiche legate agli istituti di pena nella nostra regione. In particolare si richiama la risoluzione proposta dalla Terza Commissione: ‘Attuale situazione degli istituti penitenziari della regione – adozione di iniziative da parte della Giunta regionale’ approvata all’unanimità da questa Aula il 7 marzo 2023, all’interno della quale venivano evidenziate in particolare le forti problematiche di sottodimensionamento dell’organico delle unità di polizia penitenziaria nelle carceri umbre, l’aumento dei tassi di suicidio, fenomeno probabilmente correlato anche all’elevato numero di pazienti con problematiche psichiche non adeguatamente trattati dai servizi sanitari pubblici, il permanere di forti difficoltà di accesso ai medicinali prescritti a seguito di visite specialistiche e la diminuzione delle presenze settimanali degli operatori e medici dei Servizi Psichiatrici di diagnosi e cura delle Usl territoriali. Nella stessa risoluzione venivano evidenziate le complesse condizioni di salute e tutela della popolazione penitenziaria, come già evidenziato nella relazione del Garante dei Detenuti, Avv. Giuseppe Caforio, del 2023, fortemente peggiorate nel 2024, permanendo forti difficoltà nelle prestazioni delle visite e nelle prestazioni diagnostiche e terapeutiche, con grandi ritardi nella effettuazione degli interventi sanitari e il forte aumento gli episodi di violenza e aggressione ai danni del personale di Polizia Penitenziaria, nonché atti di danneggiamento nei reparti delle strutture carcerarie. La stessa Unione delle Camere penali ha deliberato l’astensione dalle udienze e ‘da ogni attività giudiziaria’ nel settore penale per i giorni 10, 11 e 12 luglio con manifestazioni che si sono effettuate in tutta Italia, Perugia compresa, durante la quale i penalisti hanno denunciato pubblicamente la mancanza di un ‘programma di serie riforme strutturali’ e di ‘ripensamento dell’intera esecuzione penale’, oltre alla ‘irresponsabile indifferenza della politica di fronte al dramma del sovraffollamento ed alla tragedia dei fenomeni suicidari’. Il Garante dei Detenuti nei giorni scorsi ha denunciato pubblicamente la gravità della situazione umbra, ritenendo che ‘le attuali condizioni delle strutture sanitarie e dei servizi erogati confliggano con i diritti fondamentali previsti peraltro sia dalla convenzione dei diritti dell’uomo che dal nostro codice penale’ e annunciando il deposito presso la Procura della Repubblica di Perugia di un esposto per chiedere un accertamento giudiziale sulla situazione esposta. Tra le maggiori problematiche evidenziate emerge in particolare la gravosa situazione sanitaria, carente e inadeguata alle esigenze volte ad assicurare il diritto alla salute dei detenuti, in particolare presso la Casa Circondariale di Capanne, dove le stanze destinate alla degenza infermieristica sono chiuse e abbandonate con innumerevoli problemi a catena. La comunità delle case circondariali che si compone dai detenuti, polizia penitenziaria, amministrativi e personale sociosanitario, si regge su un delicato equilibrio e nel momento in cui questi equilibri vengono meno, si ha un effetto domino che porta da un lato alle rivolte a cui hai sempre più frequentemente assistiamo e dall’altro ai tanti episodi di autolesionismo che giungono fino ai suicidi”.
Interventi:
Thomas De Luca (capogruppo M5S):
“Su quanto accaduto nel contesto degli ultimi anni la Giunta regionale poteva intervenire. In Terza commissione si sono succedute audizioni con i vari direttori sanitari delle carceri e dove sono venute alla luce soluzioni e modelli già adottati da altre regioni, a partire dalla Toscana. Ma nei fatti tutto è stato disatteso. Nella mozione si intravedono impegni anche per il Governo di centrodestra che ha la possibilità di garantire la dignità minima delle persone e dell’individuo. Su questi temi continuo a vedere discussioni propagandistiche quando serve un approccio legato al rispetto della persona”.
Valerio Mancini (capogruppo Lega):
“Si tratta di un tema complicato che esula dalle responsabilità di questo Consiglio e della Giunta. Da dieci anni si stanno affrontando le problematiche del mondo carcerario con grandi delusioni, costretti a rincorrere le emergenze in cui la Regione può soltanto aprire il portafoglio per situazioni normative che le vengono scaricate addosso. L’Umbria ha perso l’amministrazione penitenziaria anni fa, come accaduto per molti tribunali che Sindaci di ogni estrazioni stanno chiedendo di reintrodurre. La maggior parte dei detenuti sono stranieri che dovrebbero essere riaccompagnati nel loro paese di origine. Siamo costretti a ragionare su come pagare gli straordinari agli agenti della polizia penitenziaria. Noi dobbiamo soprattutto essere vicini ai poliziotti prima che ai detenuti ai quali paghiamo anche i corsi universitari. Credo che questo delicato e complesso argomento vada approfondito in Commissione con l’assessore Coletto e i rappresentanti sindacali della polizia penitenziaria”.
Manuela Puletti (Lega):
“Molte situazioni sono state già sottolineate dal collega Mancini, si tratta di battaglie che da diversi anni portiamo avanti. Come gruppo consiliare abbiamo fatto e continuiamo a fare sopralluoghi nelle carceri umbre portando poi atti di indirizzo in quest’Aula. Questa maggioranza, come pure il Governo sono vicini alle esigenze della polizia penitenziaria, ne è la dimostrazione l’arrivo di 42 agenti. Paghiamo le conseguenze della scellerata ‘legge Madia’. La presidente sta lottando per riportare in Umbria l’amministrazione penitenziaria, importante per non essere succubi della Toscana che decide quanti e quali detenuti mandare nella nostra regione. Questa mozione necessita di approfondimenti, per questo è importante approfondire il contenuto in Commissione”.