Sinistra Italiana: un piano contro il progressivo declino dell’Umbria

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Si è riunito a Perugia il coordinamento regionale di Sinistra italiana. Alla riunione aperta da una relazione di Fabio Barcaioli, del coordinamento operativo regionale, sono intervenuti iscritti e simpatizzanti interessati al processo costituente, che, dopo lo scioglimento di Sinistra Ecologia Libertà, avvenuto anche in Umbria, avrà inizio a fine gennaio 2017.

Hanno dato, tra gli altri, un contributo al dibattito Peppe Torcolini, Paolo Eusebi (responsabile di Foligno), Leonardo Caponi (già senatore PdCI), Giovanbattista Frontera (comprensorio Valle Umbra Nord), Simone Guerra (responsabile Terni), Elisabetta Piccolotti (del Coordinamento nazionale di Sinistra Italiana), Claudio Carnieri (già presidente della Regione Umbria), Andrea Caprini (assessore a Todi), Stefano Vinti (Assemblea Nazionale di Sinistra Italiana) e Mario Bravi (presidente Ires-Cgil Umbria).

Sinistra Italiana dell’Umbria pone i seguenti punti all’attenzione dell’opinione pubblica regionale.

1) Il grande risultato del NO al referendum del 4 dicembre in Umbria, pur articolato nei vari territori, sottolinea il legame con i valori della Costituzione e fa emergere in maniera più rilevante, rispetto alla Toscana e all’Emilia Romagna, il venir meno del ruolo del Pd a trazione renziana.

2) In questo quadro Sinistra Italiana dell’Umbria esprime stupore per le propensioni affiorate verso l’alleanza organica che il Pd dell’Umbria avrebbe deciso di stringere con il centrodestra in occasione dell’elezione degli organismi provinciali di Perugia e di Terni, che avverrà lunedi prossimo. Se è questo il nuovo che avanza dopo la sconfitta pesante che il Pd dell’Umbria ha subito il 4 dicembre c’è solo da trarne conferma rispetto alla sua definitiva mutazione genetica.

3) Sinistra Italiana esprime preoccupazione per il costante e progressivo declino dell’Umbria: declino che si manifesta in maniera clamorosa sul terreno economico e sociale, Basta ricordare alcuni dati oggetto di recenti ricerche dell’Istat e non solo: l’impoverimento che in 2 anni aumenta del 6% portando il rischio povertà dal 21,9% al 28,3% (250 mila umbri sono poveri o rischiano di diventarlo), 30 mila cittadini costretti a lavorare in condizione estrema di precarietà rappresentata soprattutto dai voucher, il tasso di bassa intensità di lavoro che in Umbria è salito all’11,7% con una differenza enorme rispetto a regioni a noi confinanti (Toscana al 7% e Marche al 9%).

Per contrastare tale tendenza, assolutamente non fronteggiata dall’attuale Giunta Regionale, del tutto appiattita sulle politiche recessive e neoliberiste del Governo Nazionale e dell’Europa, nel mese di gennaio saranno organizzate delle iniziative di approfondimento con al centro una piattaforma di proposte (a partire da un Piano del Lavoro per l’Umbria e dall’introduzione di una forma di reddito di cittadinanza) che contrastino lo stato delle cose presenti. L’efficienza nell’utilizzo dei Fondi europei (circa 1500 milioni) non sta producendo risultato alcuno. Con la carta copiativa delle politiche nazionali fatta dalla giunta regionale l’Umbria non esce dalla crisi.

Con lo stesso spirito appoggeremo i tre referendum proposti dalla Cgil per la reintroduzione dell’articolo 18 nei contratti, l’abolizione dei voucher, il ripristino delle garanzie per i contributi dei lavoratori delle ditte che operano in subappalto e la proposta di legge popolare per una nuova Carta dei Diritti dei Lavoratori.