“Settimana della Scuola”: Il Cardinale Bassetti ha visitato la media “San Paolo”

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Messa di Natale, la celebrazione al carcere di Capanne del Card. Bassetti
   

Per il cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti far visita al mondo della scuola, in primis incontrare e dialogare con i giovani nel loro luogo di lavoro (studio, apprendimento e formazione), è sempre un’occasione di arricchimento umano e di spunto per la sua azione pastorale, oltre a trasmettergli serenità e gioia. Così è stata la Visita pastorale alla Scuola Media Statale “San Paolo” di Perugia, inserita nella “Settimana della Scuola” (6-11 marzo) promossa dall’Ufficio diocesano per l’educazione e la scuola, che il porporato ha tenuto ieri 8 marzo incontrando nella sede centrale di viale Roma gli alunni delle terze classi. Il cardinale è stato accolto dalla vice preside, la prof.ssa Stefania Marianelli, e da diversi docenti, mentre con la dirigente scolastica, la dott.ssa Simonetta Zuccaccia, si era incontrato all’apertura della “Settimana della Scuola” essendo in questi giorni fuori sede per impegni istituzionali. Bassetti ha ringraziato per la calorosa accoglienza e ha spiegato ai ragazzi il significato della Visita pastorale:

«Ascoltare coloro che ti ospitano e quando questo avviene in una fabbrica o in una scuola – ha detto – è ancora più significativo. Sono interessato alle vostre domande per sapere come andrà la società di domani. Il futuro dipenderà anche da voi perché andrete a ricoprire ruoli importanti nel lavoro e nella vita socio-culturale. Svolgerete un mestiere, una professione contribuendo alla crescita della comunità in cui vivrete e qualcuno di voi potrà diventare anche sacerdote, religioso, religiosa».

Il cardinale, nel ringraziare per il «bel dono ricevuto», un quadro raffigurante i volti di quattro grandi del ‘900, madre Teresa di Calcutta, Gandhi, Martin Luther King, papa Francesco, ha esortato gli alunni a ispirarsi nella vita a queste gigantesche figure con un obiettivo comune, quello di stare dalla parte dei più indifesi e deboli favorendo la pace, la giustizia e la carità. Il cardinale, in quasi due ore, ha risposto a ben ventiquattro domande di «senso», che «non sempre riescono a farmi gli studenti delle superiori»; quasi a complimentarsi con il corpo docente per aver ben preparato i loro allievi all’imminente passaggio alla scuola secondaria. Diverse sono state le domande riguardanti la sua vita personale, ad esempio «a quale età ha avuto la vocazione, le esperienze che l’hanno spinta a diventare sacerdote, se ha mai pensato come sarebbe stata la sua vita se non fosse diventato sacerdote e se c’è stato un momento in cui ha pensato di smettere il suo cammino spirituale». Il cardinale ha risposto che «mi vengono fatte spesso queste domande e mi fa sempre molto piacere rispondere, perché sono la mia “carta d’identità”. Quando mi chiedete qualcosa della mia vita devo essere sincero fino in fondo… Non ho avuto mai la tentazione di lasciare il sacerdozio, ma tante difficoltà». Poi la domanda «a quale figura di santo si è ispirato fin dall’inizio della sua vita spirituale?». Risposta: «A quella di Don Bosco per il suo coraggio…». Altre domande:

«Se ha mai aiutato ragazzi nei loro momenti difficili, in che modo porta parole di conforto a persone disperate, quale è il mestiere del vescovo, quante volte prega al giorno, può lo studio o il lavoro essere luogo di incontro con Gesù, la prima volta che ha ascoltato una confessione cosa ha pensato?».

Al cardinale sono state rivolte anche domande di attualità sociale su come va affrontato il problema dell’immigrazione in Italia e sulle coppie di fatto.

«L’immigrazione non va affrontata innalzando muri – ha commentato –, ma favorendo l’integrazione a partire dalla scuola».

E sulle coppie di fatto ha ribadito il suo pensiero:

«Penso che lo Stato debba regolamentare la vita di tutti i cittadini e, soprattutto, salvaguardare la famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna».

E quasi al termine dell’incontro altre due domande: «A cosa ha dovuto rinunciare per diventare cardinale e il cardinale va in pensione?». Risposta:

«Più che rinunciare a qualcosa il cardinale deve essere pronto a sacrificare la propria vita per Cristo e per la Chiesa».

E sul “pensionamento” Bassetti ha detto:

«A breve dovrò scrivere al Papa la lettera di rinuncia alla guida pastorale della diocesi, come prevede il Codice di Diritto Canonico per raggiunti limiti di età. Io vi chiedo di pregare per me nell’apprestarmi a cambiare vita una volta che lascerò la cura della Diocesi. Spero comunque di poter restare il tempo necessario per visitare altre scuole di Perugia e conoscere altri vostri coetanei e dire anche a loro che nella vita bisogna essere accompagnati e non guidati. Sono certo che i vostri docenti sono dei buoni accompagnatori, contribuendo con i vostri genitori a farvi sentire protagonisti della vita. Per questo è importante che la famiglia e la scuola creino quell’alleanza educativa che possa sostenervi nella vostra crescita umana affinché, come le rondini, possiate andare verso la “primavera”, la vostra vita».