Sanità: “Realizzare un nuovo ospedale a Terni e aprire un tavolo sul futuro della sanità ternana”

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Sanità: “Realizzare un nuovo ospedale a Terni e aprire un tavolo sul futuro della sanità ternana”. Paparelli e Bori (PD) annunciano mozione

“È giunto il momento di interrogarsi sul futuro dell’ospedale di Terni e su quello dell’intera sanità del comprensorio ternano”.

   

È quanto dichiarano i consiglieri regionali del Partito democratico Fabio Paparelli e Tommaso Bori, annunciando la presentazione di una mozione in cui chiedono

“di realizzare un nuovo ospedale a Terni e di aprire quanto prima un tavolo ed un confronto con il Ministero sul completamento e la modernizzazione della rete regionale dei servizi”.

“L’ospedale di Terni – spiegano Paparelli e Bori – stenta più di altri a far ripartire la propria normale attività, nonostante abbia indici di efficienza, Drg (raggruppamento omogeneo di diagnosi) ed attrattività superiori a tutti gli altri ospedali umbri. Inoltre la Regione ha già deciso di farne l’unico ospedale-covid della Usl Umbria 2, determinando una compressione rilevante delle altre attività, in particolare di quelle chirurgiche di alta specialità che costituiscono un punto di eccellenza e di forte attrattiva del servizio sanitario regionale. Per questo è giunto il momento di interrogarsi sul suo futuro e su quello dell’intera sanità del comprensorio ternano. La disponibilità di importanti risorse straordinarie messe a disposizione dal Governo nazionale e dall’Europa ripropone anche in Umbria la necessità di investimenti strategici, strutturali, tecnologici e sulle risorse umane che ci mettano all’altezza della sfida che ci attende. Per questo riteniamo ormai opportuno, necessario ed improcrastinabile procedere a realizzare un nuovo ospedale a Terni, come fatto irrinunciabile e a sé stante che guarda alla rete complessiva dei servizi regionali ed in particolare dell’Umbria del Sud. Pertanto chiediamo alla Regione Umbria di aprire quanto prima un tavolo ed un confronto con il Ministero sul completamento e la modernizzazione della rete regionale dei Servizi. E chiediamo un impegno concreto su vari temi a partire dall’applicazione di quanto deliberato dell’Assemblea legislativa dell’Umbria sull’ospedale di Orvieto in materia di emodinamica interventistica, bandendo finalmente la gara per l’ospedale Narni-Amelia e avviando la fase di progettazione per la costruzione del nuovo ospedale di Terni. In particolare chiediamo alla Giunta un impegno a valutare la realizzazione di un nuovo ospedale della Conca Ternana, ad alta specialità, dotato di circa 5/600 posti letto, presso l’area di Maratta che dispone sia di validi accessi stradali che della aviosuperficie. Inoltre l’attuale ospedale ternano, su cui negli ultimi anni sono stati effettuati miglioramenti importanti dal punto di vista strutturale e tecnologico, dovrebbe diventare sede della Usl Umbria 2, dei suoi servizi amministrativi e sanitari, permettendo un importante risparmio sugli affitti; quella del 118 oltre a quella delle associazioni di volontariato per il soccorso e il trasporto sanitario; e sui restanti spazi la realizzazione di una Rsa. La Giunta dovrebbe poi prevedere per l’ospedale di Narni-Amelia la funzione di riabilitazione ed ospedale di comunità; realizzare ad Amelia e Narni case della salute per l’accesso a servizi di facile accessibilità”.

Per Paparelli e Bori l’Esecutivo dovrebbe

“completare la rete avanzata dei servizi sanitari che garantirebbe un assetto istituzionale con due Asl, Umbria Nord e Umbria Sud, con una rete ospedaliera comprendente ospedali integrati con l’Università e sede di Dea di primo livello, ospedali Dea di secondo livello, ospedali di comunità, hospice, strutture di riabilitazione avanzata, Rsa, case della salute, una medicina territoriale potenziata e riorganizzata anche attraverso una nuova funzionalità e nuovi obiettivi da assegnare alle Aggregazioni funzionali territoriali. Sarà così possibile realizzare – concludono Paparelli e Bori – quella integrazione tra ospedale e medicina del territorio che, malgrado alcune lodevoli eccezioni, non si è riusciti a concretizzare negli anni passati. Questo anche attraverso l’adozione di strumenti informatici comuni e la promozione della telemedicina che, come ha mostrato la pandemia, può assicurare un’assistenza valida e un rapporto medico – paziente costante e proficuo”.