Resta in carcere arrestato per omicidio durante una battuta di caccia

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Sono state le immagini riprese da una piccola telecamera che la vittima aveva con sé per pubblicare poi vari contenuti sui social insieme ai risultati dell'autopsia a far concludere che Davide Piampiano, 24 anni, non era morto per un incidente, una caduta, durante una caccia al cinghiale nelle campagne di Assisi ma raggiunto da un colpo di fucile di un altro dei partecipanti alla battuta. Ora arrestato per omicidio volontario con dolo eventuale. FACEBOOK DAVIDE PIAMPIANO +++ ATTENZIONE LA FOTO NON PUO' ESSERE PUBBLICATA O RIPRODOTTA SENZA L'AUTORIZZAZIONE DELLA FONTE DI ORIGINE CUI SI RINVIA+++ NPK +++

Per gip Perugia necessari altri accertamenti, atti a Firenze

   

Resta in carcere Piero Fabbri, 57 anni, accusato di omicidio volontario con dolo eventuale nell’indagine dei carabinieri sulla battuta di caccia ad Assisi nella quale è morto Davide Piampiano, 24 anni.

Lo ha deciso il gip di Perugia che ha così respinto l’istanza di revoca della misura cautelare avanzata dalla difesa dopo l’interrogatorio di garanzia.

l giudice ha infatti ritenuto che siano necessari altri accertamenti di polizia giudiziaria per stabilire l’esatta dinamica di quanto successo. Gli atti del procedimento saranno ora subito trasmessi alla Procura di Firenze che assumerà la direzione delle indagini. La madre di Fabbri è infatti giudice onorario e quindi essendo parte offesa dal reato il codice prevede la competenza della magistratura toscana. Nell’interrogatorio di garanzia, Fabbri, difeso dall’avvocato Luca Maori, ha ammesso di avere sparato un colpo di fucile pensando di poter colpire un cinghiale Ha però negato di avere depistato l’indagine. Per l’avvocato Maori, il suo assistito ha spiegato la versione data dopo la morte del giovane come “bugie” detto per non avere coraggio di ammettere quanto successo con la madre” della vittima. “Avrei preferito morire io, la mia vita è finita” ha detto ancora Fabbri al gip.