Rapporto AlmaLaurea 2023, UniPg: tutti i numeri dello Studium perugino

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Aumentano gli studenti provenienti da fuori regione, i tirocini formativi e la soddisfazione complessiva per l’esperienza universitaria

   

Un quadro generale decisamente positivo per l’Università degli Studi di Perugia quello che emerge dal rapporto del Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea 2023, che fotografa annualmente il profilo e la condizione occupazionale dei laureati di 77 Atenei italiani. L’indagine di quest’anno ha coinvolto 281mila laureati del 2022 e circa 670mila laureati di primo e di secondo livello, che sono stati contattati per l’indagine sulla condizione occupazionale rispettivamente a uno, tre e cinque anni dalla laurea.

Di seguito i dati salienti che emergono dal rapporto AlmaLaurea 2023 per l’Università degli Studi di Perugia:

Aumentano di 1 punto percentuale, da 33,2% a 34,2%, gli studenti provenienti da fuori regione, più di un terzo del totale degli iscritti, specialmente nei corsi magistrali (+6.5%). Stabile il numero degli iscritti stranieri (-0.2%, da 3,5% a 3,3%) e in lieve crescita il voto medio di laurea, che si attesta a 105,4.

Aumenta la percentuale di tirocini curriculari riconosciuti dal proprio corso di studi, cui ha avuto accesso Il 77,7% dei laureati Unipg contro il 73,8% dell’anno precedente (+3.9 punti percentuali).

Soddisfazione per l’esperienza universitaria in crescita: continua ad aumentare la percentuale di soddisfazione per le aule universitarie, che sfiora l’80% (+2,1 punti la percentuale di crescita nel 2022 e +3.9 nel 2023). In leggerissimo calo la soddisfazione nel rapporto con i docenti (-0,2%) e la percezione della sostenibilità del carico di studio, che comunque è ritenuta soddisfacente, in rapporto alla durata del corso, per l’83,1% degli studenti.

Nel complesso, il 90,7% dei laureati (+0,2% rispetto al 2022) si dichiara soddisfatto dell’esperienza universitaria. 

Sul fronte dell’occupazione, nello studio che ha coinvolto ben 8091 laureati UniPg, per i laureati triennali a un anno dalla laurea che hanno scelto di non proseguire il percorso universitario (30,8% del totale) si conferma il valore di 76,3% di occupazione, che mantiene quindi i 6,5 punti percentuali di crescita registrati nel 2022.

Per questa categoria aumenta di 1,3 punti percentuali il valore dei laureati UniPg che possono contare su un contratto a tempo indeterminato (34,1% del 2023 contro 32,8% del 2022). Il 34,8% può contare invece su un contratto alle dipendenze a tempo determinato e il 9,8% svolge attività in proprio (come libero professionista, lavoratore in proprio, imprenditore, ecc.). Il lavoro part-time coinvolge invece il 24,5% degli occupati. Scende la retribuzione media netta, da 1333 euro mensili a 1282 euro.

Tra i 1857 laureati di secondo livello contattati a un anno dalla laurea, invece, in netta crescita l’occupazione: 80,7% contro il 74,9% del 2022 (+5.8%). Scende di conseguenza il tasso di disoccupazione, dal 12.6% del 2022 al 9,3% del 2023 (11,9% tra i magistrali biennali e 4,0% tra i magistrali a ciclo unico). Stabile il numero di chi può contare su un lavoro a tempo determinato (da 15,6% del 2022 a 15,7% del 2023), da 42,5% del 2022 al 25,2% del 2023 la percentuale di contratti alle dipendenze a tempo determinato, mentre il 12,7% lavora in proprio e il 18,3% ha un’occupazione part time.

Nel complesso, il 70,6% degli intervistati considera il titolo acquisito presso l’Università degli Studi di Perugia efficace o molto efficace per il lavoro che sta svolgendo, una percentuale di 5,5 punti percentuali superiore a quella registrata nel 2022.

A cinque anni dalla laurea, i 1876 studenti intervistati registrano un’occupazione pari all’89,8%, contro il 92,2% del 2022 (-2,4 punti percentuali), di cui 41,5% con contratto a tempo indeterminato, 19.3% a tempo determinato, 18,0% in proprio e 7,0% part time. Le retribuzioni nette sono in media pari a 1626 euro mensili, con un lieve calo rispetto ai 1656 euro del 2022.

Complessivamente, si legge nel rapporto, il 77,0% dei laureati magistrali dello Studium perugino a 5 anni dalla laurea considera il titolo acquisito molto efficace o efficace per trovare lavoro, un dato nettamente superiore alla soddisfazione italiana media, che si attesta al 72.7% e che registra una crescita, rispetto al 2022, di ben 10.5 punti percentuali.

Il 65,8% degli intervistati magistrali a cinque anni dalla laurea, inoltre, rispetto al 59,6% del 2022, dichiara di utilizzare in misura elevata, nel proprio lavoro, le competenze acquisite all’Università degli Studi di Perugia (+8.9%). 

Nel complesso, rispetto al dato nazionale e con l’esclusione della retribuzione media mensile netta, influenzata dalle condizioni di sviluppo economico del territorio, l’Università degli Studi di Perugia si colloca al di sopra del dato medio del Paese in tutti i campi (80,7% contro 77,1% del tasso di occupazione a 1 anno dalla laurea, 89,8% contro 88,7% a 5 anni, 71,6% nell’efficacia del titolo nel lavoro a 1 anno contro il 68,7% del Paese e 77,0% contro 72,7% a 5 anni).

(Fonte dati: AlmaLaurea)