“Piano di somministrazione vaccino anti covid e presidi individuati”

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“Piano di somministrazione vaccino anti covid e presidi individuati”. Il PD annuncia un’interrogazione

   

I consiglieri regionali del Partito democratico, Fabio Paparelli ( primo firmatario), Tommaso Bori (capogruppo), Michele Bettarelli, Simona Meloni e Donatella Porzi annunciano la presentazione di una interrogazione in merito alla logistica ed alle modalità di somministrazione della prima fase del vaccino anti Covid 19. Nello specifico chiedono di sapere

“se la Regione Umbria ha redatto il piano richiesto dal Governo italiano ed in quale data ha provveduto ad inviarlo, in ottemperanza di quanto disposto dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri”,

e di conoscere

“quali sono i presidi sanitari di somministrazione individuati, sia ospedalieri che relativi alle residenze per anziani, in adempimento al dettato della richiesta stessa”.

Nel loro atto ispettivo ricordano che

“l’Italia ha aderito all’iniziativa della Unione Europea per l’acquisto del più ampio numero possibile dei vaccini anti-covid mediante l’Advanced Purchase Agreement (APA). Alcuni vaccini potrebbero essere già disponibili per la popolazione umbra a partire dai primi mesi del 2021. Il vaccino ‘Pfizer’ consentirebbe, visti i tempi avanzati di validazione, di disporre già dal mese di gennaio di vaccini per 1,7 milioni di persone nel nostro Paese. La scelta del Governo italiano si rivolgerà preliminarmente alla messa in sicurezza della salute degli operatori sanitari e dei presidi residenziali per gli anziani, come avviene nel resto d’Europa, risultando fuori luogo le dichiarazioni dell’assessore Luca Coletto per cui occorrerebbe invece vaccinare prima i giovani ”.

I Consiglieri Dem rimarcano che

“le Direttive della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Commissario Arcuri (inviata in data 17.11.2020 n. Prot. n. 1833), prevedono la necessità di somministrare il vaccino direttamente nelle strutture ospedaliere e, attraverso unità mobili appositamente allestite nei presidi residenziali per anziani. La consegna di questo vaccino, al fine di garantirne l’integrità, sarà effettuata direttamente dal fornitore ad ogni punto di somministrazione individuato. È a carico, invece, del Governo nazionale e di quelli regionali – spiegano – assicurare il rispetto delle stringenti indicazioni per la conservazione e le modalità di somministrazione, in considerazione del fatto che la conservazione stessa deve avvenire in celle frigorifere con specifiche caratteristiche che permettono temperature fino a -75 gradi, ed il relativo volume di spazio disponibile e che il vaccino venga utilizzato al massimo entro 6 ore”. “Il Commissario Arcuri – sottolineano – ha chiesto alle Regioni di comunicare entro lo scorso venerdì 23 novembre ‘per ogni provincia,’ il numero e la denominazione dei presidi ospedalieri all’interno dei quali si ritiene utile che il vaccino venga consegnato e somministrato. Per ogni presidio ospedaliero individuato occorre indicare ‘il numero del personale operante all’interno nonché il numero di personale sanitario e sociosanitario operante nel territorio che potrà raggiungere il presidio ospedaliero in non più di 30-60 minuti’. Va, inoltre, indicata ‘per ogni provincia, il numero e la denominazione dei diversi presidi residenziali per anziani’ (ovvero residenze per anziani autosufficienti, residenze sociosanitarie per anziani e RSA esistenti). Per ogni presidio residenziale per anziani, così individuato, si indica ‘il numero di personale e ospiti presenti al suo interno, nonché la possibilità che lo stesso sia raggiunto tramite unità mobili in non più di 30-60 minuti da uno dei presidi ospedalieri più vicini, del quale si deve fornire la denominazione’”.

I consiglieri regionali del Partito democratico evidenziano che:

“da quanto apprendiamo dalla stampa, ancora oggi si hanno notizie di carattere generico e addirittura si starebbero individuando per la logistica e la distribuzione del vaccino anche strutture non sanitarie, non rispondenti quindi ai requisiti di sicurezza necessaria. Altre Regioni – concludono – hanno già adempiuto in modo dettagliato alle indicazioni del Governo, come ad esempio la Toscana che ha già individuato dodici Ospedali sulle dieci Provincie, la catena di trasmissione del vaccino, la logistica e i frigoriferi in grado di mantenere il vaccino a – 80° per almeno sei mesi”.