PD Umbria: De Rebotti, Presciutti e Torrini ritirano le candidature alla Segreteria regionale

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PD Umbria: De Rebotti, Presciutti e Torrini ritirano le candidature alla Segreteria regionale. Le lettere

   

I tre candidati alla segreteria regionale del Pd dell’Umbria, Francesco De Rebotti, Massimiliano Presciutti e Alessandro Torrini, insieme al candidato al congresso provinciale di Perugia del Pd, Carlo Elia Schoen, hanno inviato, ciascuno con propria lettera, formale comunicazione al Pd dell’Umbria del ritiro delle loro candidature congressuali, insieme alle liste a loro sostegno. Resta in corsa solo il capogruppo in Regione Tommaso Bori. I tre candidati avevano chiesto nei giorni scorsi un incontro alla segreteria regionale del Pd dell’Umbria e al segretario nazionale Enrico Letta. Il congresso è in programma a partire dal 9 aprile. Il candidato Francesco De Rebotti ha sottolineato come

con estremo rammarico, per i motivi politici già ampiamente illustrati, e avendo ricevuto solo indifferenti rifiuti in risposta alla nota sottoscritta insieme a Presciutti, Torrini e Schoen, con la presente sono a comunicare il formale ritiro della mia candidatura alla Segreteria regionale dell’Umbria del Partito Democratico e la non partecipazione ad un congresso che, lo ripeto, considero sbagliato politicamente, e illegittimo statutariamente. Non intendo, inoltre, essere in alcun modo corresponsabile di un congresso organizzato totalmente al di fuori delle norme anti covid vigenti e in palese contrasto con il contegno sempre tenuto dal PD durante la pandemia, improntato alla massima prudenza e al principio di precauzione. Desidero ringraziare tutti coloro, e sono tante e tanti, che hanno condiviso questo percorso, a partire dai candidati all’assemblea regionale a mio sostegno che sono stati i primi a chiedermi un disimpegno. Un pezzo di partito importante, fuori dalle logiche di potere, delle correnti che con passione e disinteresse ha chiesto solo ascolto e partecipazione. Quel partito della base e dei territori sempre evocato e mai rispettato. Neanche questa volta.
Questa, invece, la lettera del candidato Presciutti.
“Celebrare un congresso in piena pandemia, tra il 9 ed il 29 di aprile è una grave responsabilità che vi assumerete. Ma la cosa più grave è il vulnus democratico, che state compiendo e che rimarrà per sempre; e dire che ci sarebbe stata la possibilità di fare un Congresso vero, aperto, inclusivo, unitario, individuando una candidatura di altro profilo, magari una donna, che avrebbe potuto rappresentare un nuovo inizio, ed invece avete preferito il colpo di mano, il blitz, chiudere tutto ed in fretta il giorno prima della scadenza del tesseramento 2020, una cosa folle, antidemocratica e non degna di una comunità come la nostra”.