Marini: “L’Umbria ha tratto insegnamenti dal sisma”

963
   

“Di fronte alle drammatiche esperienze che i terremoti hanno imposto alla nostra terra, l’Umbria non ha mai chiuso gli occhi, ed anzi ha saputo ogni volta trarre insegnamenti grazie ai quali qui è cresciuta una ‘scuola’ che ha permesso, nel tempo, di modificare norme, metodi, tecniche di costruzione degli edifici per renderli più sicuri”.

Lo ha affermato la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, nel corso del suo intervento ai lavori della sessione primaverile del “Cortile di Francesco”, organizzato ad Assisi dal Sacro Convento di San Francesco, e dedicato, appunto, alle tematiche relative alla ricostruzione post sismica.
La presidente ha voluto ricordare come:

“proprio questo luogo ha vissuto, nel 1997, il dramma ed il dolore che quel terremoto causò, uccidendo quattro persone nel crollo delle volte della Basilica. E così come con quel terremoto, oggi dobbiamo porci la domanda: cosa questo sisma ci ha insegnato e cosa dobbiamo mettere in campo per la grande sfida che l’opera di ricostruzione ci consegna?”.

“Nel tempo questa terra – ha proseguito Marini – ha imparato molto, proprio dalle esperienze sismiche che l’hanno interessata. E se guardiamo a questi ultimi terremoti, possiamo notare come emerga quel ‘patto di cittadinanza con il proprio habitat’ che caratterizza l’area della Valnerina e la città di Norcia soprattutto. Un territorio che si dimostra, rispetto al rapporto con i terremoti, assai resiliente. Un area che si caratterizza per la sua capacità di reagire di fronte ad ogni sisma”.

Quanto al modello di ricostruzione la presidente ha voluto sottolineare un altro aspetto che la crisi sismica del 2016 ha mostrato con evidenza:

“la città compatta, come è il centro storico di Norcia e come lo hanno voluto ricostruire dopo i devastanti terremoti dei secoli passati, ha reagito meglio e retto di più, rispetto al patrimonio urbanistico diffuso e più recente”.

Infine, la presidente ha fatto riferimento all’altro grande tema di questo sisma, i beni culturali:

“questo nostro straordinario patrimonio – ha affermato – è stato gravemente danneggiato, ed in alcuni casi perso per sempre. Ebbene, anche per questo dobbiamo saper trarre un insegnamento per il futuro e considerare che dovremmo passare dalla cultura della conservazione a quella del consolidamento che possa consentire di consegnare questa ricchezza storica e culturale, che è poi l’essenza della nostra identità – ha concluso la presidente – alle generazioni future”.