“L’Umbria che Spacca”, una decima edizione che ha acceso la città di Perugia

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Foto di Francesca Becchetti

Musica, arte, cultura, intrattenimento, socialità, valorizzazione di importanti spazi cittadini e promozione del territorio regionale sono state ancora le caratteristiche dell’Umbria che Spacca che per quattro giorni ha fatto di Perugia una città ancora più bella

   

Un’ultima notte ad ingresso gratuito al main stage, quello dei Giardini del Frontone, con la città di Perugia in festa, ha chiuso la decima edizione dell’Umbria che Spacca. La sera di domenica 2 luglio, la tappa finale del festival è stata salutata quindi da un pubblico delle grandi occasioni, ripetendo con successo la formula, quella di offrire gratuitamente alla città l’evento finale, avviata lo scorso anno.

Con “Rebel Sunday – Pop punk is not dead” è stata rivissuta la storia del pop-punk italiano, con chi ne ha contrassegnato l’epoca d’oro come i Finley e con chi oggi ha riportato sulla cresta dell’onda quelle sonorità: Naska, dARI e Lost.

Band sul palco che hanno in un certo senso suggellato un incontro tra generazioni e all’insegna della migliore musica della scena contemporanea, da sempre la cifra del festival e del suo pubblico.

Ma non solo. Anche arte, cultura, intrattenimento, socialità, valorizzazione di importanti spazi cittadini e promozione del territorio regionale, sono state ancora le caratteristiche del festival che per quattro giorni, dal 29 giugno al 2 luglio, ha fatto ancora di Perugia la città della musica.

Un festival che non smette di crescere – si conferma come tra i più importanti del Centro Italia e dallo spirito sempre più internazionale – ma con l’animo ancora giovane e messo anche alla prova da difficoltà che solo i grandi festival si trovano a dover affrontare.

Ma soprattutto, rivolgendosi principalmente ad un target molto giovane il festival è riuscito ancora una volta a coinvolgere un ampio pubblico, anagraficamente trasversale, ed è stato capace di attirare sempre più presenze da fuori regione.

Gli organizzatori dell’Associazione di Promozione Sociale (APS) Roghers Staff sono stanchi ma felici di aver dato alla città e all’Umbria un festival di questa portata. Stanchi ma felici di aver messo in piedi un festival ormai di queste dimensioni: oltre 20 appuntamenti, 150 artisti, 5 palchi e musica dall’alba fino a tarda notte. Uno sforzo che si ripete ogni anno ma che nelle ultime edizioni è aumentato. Così come i problemi da risolvere e le decisioni da prendere.

Per questo motivo il presidente Aimone Romizi e il vicepresidente dell’Associazione Andrea Mancini vogliono prima di tutto ringraziare i 60 ragazzi e ragazze dello staff che sono in assoluto il valore più alto del festival, i quali hanno creduto in quello che veniva fatto con un risultato che ormai è sotto gli occhi di tutti. Senza di loro non sarebbe stato possibile nulla di quello che è stato fatto in questi dieci anni: “Ci mettono l’anima e il cuore, sono la risorsa di questa città e il futuro di questa regione”.

“Avevamo promesso una decima edizione degna di questo nome – proseguono – e per noi è stata una grande soddisfazione aver potuto garantire quattro giorni di festival a migliaia di persone che si sono mosse in lungo e largo per il centro storico di Perugia. Dietro tutto questo c’è un lavoro enorme. Un decimo anno di festival che non si poteva immaginare diversamente. Non ci sono numeri che tengano, c’è solo la volontà di dire che si può costruire qualcosa di grande e importante partendo dal basso e mettendoci passione e tanto volontariato per il bene della città. Lo slancio è proprio questo, la voglia di unirsi e trovare un’idea da portare avanti professionalmente per un progetto che permette alle persone di avvicinarsi alla musica e all’arte. Perché si può fare cultura ad alti livelli anche in città più piccole e di provincia”.

Gli organizzatori ringraziano anche istituzioni e partner. L’edizione 2023 non sarebbe stata possibile senza il contributo, il sostegno e la collaborazione di: Regione Umbria, Comune di Perugia, Fondazione Perugia, Ministero della Cultura, Galleria Nazionale dell’Umbria, Direzione Regionale Musei Umbria, Università degli Studi di Perugia, Adisu Umbria, CAMS – Centro di Ateneo per i Musei Scientifici, CERB – Centro di ricerca per l’eccellenza della Birra, Fai – Fondo Ambiente Italiano Delegazione di Perugia, Fai – Fondo Ambiente Italiano Giovani Delegazione di Perugia, Radio Subasio, Mastri Birrai Umbri, Coop Centro Italia, Testone.

Una decima edizione cresciuta in presenze ma anche dal punto di vista musicale, con il meglio della scena musicale contemporanea locale (una ventina le band e i collettivi musicali umbri che si sono esibiti anche grazie ai concorsi “COOP Music contest” e “Unimusic”) e nazionale: indimenticabili le esibizioni di Lo Stato Sociale, Nobraino, Fabri Fibra, BigMama, Verdena, Giulia Penna, Elephant Brain, Manitoba, Generic Animal, Giovanni Truppi, Melancholia, Piero Pelù, Ditonellapiaga, Tricarico. Senza dimenticare la comicità di Daniele Tinti e Stefano Rapone.

Dai concerti sul grande palco del “main stage” a quelli più intimi tra musica e arte alla Galleria nazionale dell’Umbria (“Galleria che spacca”), con ospiti straordinari che hanno offerto una lettura delle opere insolita, appassionata e sorprendente. Ancora una volta il festival e la Galleria si sono dimostrati partner eccezionali.

Poi i concerti all’alba nel Complesso di San Pietro (“Garden Stage”) e gli eventi gratuiti nel palco dell’UniPg Stage nel parcheggio della Facoltà di Agraria e nella nuova “Chill Area”, area esterna ai Giardini del Frontone.

L’Umbria che Spacca ha offerto anche uno spaccato enogastronomico del territorio con una offerta a km zero con cibi e bevande di produttori locali amici del festival.

Ma non solo. L’attenzione per la promozione del territorio ha permesso di realizzare un’esperienza unica e immersiva nella tradizione culturale, storica ed enogastronomica della regione. L’Experience Tour che si è svolto nella giornata di sabato ha visto come protagonisti tre influencer come Camilla Bonardi (@Camihawke), Guglielmo Scilla (@Willwoosh) e Claudio di Biagio (@claudiodibiagio).

L’iniziativa, organizzata in collaborazione con Umbriatourism, portale turistico della Regione Umbria, con il supporto di Sviluppumbria, ha permesso ai tre di immergersi completamente nell’anima e nell’essenza del territorio umbro per vivere da vicino la cultura, la storia e l’enogastronomia dell’Umbria. Il risultato è stato un racconto al loro pubblico fatto in maniera dettagliata, coinvolgente e appassionante.

Le attività hanno coinvolto realtà attive in diversi luoghi della regione: oltre che Perugia, tra cui pure con il Museo Archeologico Nazionale dell’Umbria, anche Norcia, Bevagna, Passignano sul Trasimeno, Spoleto, Terni, Gubbio, Assisi, Orvieto, Gualdo Tadino, Deruta, Città di Castello.

L’organizzazione del festival, dopo una breve e meritata pausa, si rimetterà subito al lavoro per offrire nel 2024 una undicesima edizione ancora più bella.