Lo hanno annunciato le sigle sindacali Fp Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Fiadel – Si terrà venerdì 17 ottobre per otto ore e riguarderà tutte le imprese pubbliche e private
Si terrà anche in Umbria, coinvolgendo oltre 1.500 lavoratori, lo sciopero di otto ore del settore igiene ambientale indetto dalle organizzazioni sindacali di categoria Fp Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Fiadel dopo la rottura del confronto con le associazioni datoriali sul rinnovo del Ccnl (Contratto collettivo nazionale di lavoro). Lo hanno annunciato giovedì 9 novembre i rispettivi segretari provinciale di Perugia Fabrizio Cecchini e regionali Pasquale Qualatrucci, Walter Bonomi e Michele Strettomagro dopo la riunione di coordinamento del comparto che si è tenuta nel capoluogo umbro. Presenti una trentina di delegati di tutte le principali aziende umbre del settore, che saranno impegnati nei prossimi giorni a organizzare assemblee, illustrare le motivazioni e mobilitare i lavoratori in vista dello sciopero.
“Dopo mesi di trattative infruttuose – hanno spiegato Cecchini, Qualatrucci, Bonomi e Strettomagro –, le associazioni datoriali hanno confermato l’assoluta intransigenza e la mancanza di volontà di rinnovare il Ccnl scaduto il 31 dicembre scorso, necessario per rispondere alle trasformazioni del settore e indispensabile per aumentare le tutele economiche e sociali dei lavoratori. Le associazioni datoriali hanno messo in campo un atteggiamento inaccettabile. Non si può più rinviare un rinnovo che deve dare risposte a esigenze urgenti come l’ampliamento delle tutele su salute e sicurezza e l’adeguamento delle retribuzioni sempre più erose dall’inflazione negli ultimi anni”.
In Umbria, poi, si inserisce anche la questione dei contratti di servizio che, in tutti i territori tranne che nell’Alto Tevere, nell’ex ambito 1 (zona appenninica), andranno in scadenza nel 2027.
“Siamo preoccupati – hanno specificato i segretari – per la prossima gara di appalto e il rinnovo del Ccnl rimane l’unico strumento affinché ai lavoratori, nei cambi d’appalto, venga riconosciuta la clausola sociale del mantenimento dei livelli retribuiti e occupazionali, anche per fornire servizi efficienti ai cittadini”.
In generale, la categoria sciopera per: garantire la sicurezza e la salute di tutti i lavoratori; sviluppare la classificazione del personale; migliorare gli articoli contrattuali relativi ai lavoratori degli impianti; recuperare il potere d’acquisto eroso dall’inflazione; tutelare maggiormente i lavoratori degli appalti; sviluppare il welfare contrattuale e il sistema delle indennità; rafforzare l’esercizio del diritto di sciopero.
“Non permetteremo – concludono Cecchini, Qualatrucci, Bonomi e Strettomagro – che il Contratto collettivo nazionale possa essere trasformato in uno strumento di precarizzazione e flessibilità senza regole per favorire un mercato basato sulla logica dell’abbattimento del costo del lavoro. Non permetteremo che si mettano in discussione le tutele e la professionalità dei lavoratori, la rappresentanza sindacale e il diritto alla salute e alla sicurezza di chi opera nel settore. Il contratto collettivo deve essere uno strumento di crescita e coesione tra aziende e lavoratori e non un insieme di norme utili solo a precarizzare il lavoro”.