Effetti nocivi delle radiazioni ionizzanti in ambito medico: facciamo chiarezza

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Effetti nocivi delle radiazioni ionizzanti in ambito medico: facciamo chiarezza. Nuovo appuntamento della rubrica InformaSalute a cura della Dr.ssa Federica Rondoni

   

La radiazione non è altro che energia che viaggia nello spazio. La vita nella terra si è infatti sviluppata con la costante presenza delle radiazioni naturali. La forma di radiazione naturale a noi più familiare è la luce del sole che ha diversi effetti: ci regala luminosità, calore, ossigeno (attraverso i processi della sintesi clorofilliana) e pigmenta la pelle. A tal proposito, abbiamo imparato a nostre spese che esporsi alla luce solare apporta dei benefici (come ad esempio è essenziale per la sintesi della vitamina D, utile per le ossa e il sistema immunitario), ma l’eccesso di esposizione comporta anche dei rischi come quelli dell’invecchiamento della pelle e lo sviluppo di tumori cutanei. Sapendo ciò, infatti, ci proteggiamo con creme che possiedono filtri solari che ci aiutano a proteggere la pelle dalle ustioni.

Alle fonti naturali di radiazioni, come il sole, le rocce e lo spazio, si sono aggiunte quelle artificiali prodotte dall’uomo con l’ausilio della tecnologia (tubi a raggi X, radioisotopi artificiali, elettrodomestici, telefoni cellulari, antenne per trasmissioni radiotelevisive). Scientificamente le radiazioni si suddividono in “ionizzanti” e “non ionizzanti”; queste ultime sono onde elettromagnetiche di energia tale da non provocare la ionizzazione della materia (cioè il distacco di elettroni da atomi o molecole) invece, quelle ionizzanti hanno l’energia sufficiente a rompere i legami atomici profondi creando, a livello biologico, danni e mutazioni genetiche. Per questo motivo le radiazioni ionizzanti, a cui appartengono i raggi X, gamma, le particelle alfa, beta, onde e corpuscoli che costituiscono la radiazione cosmica, sono considerate le più pericolose e le più temute.

Quando nel 1895 fu scoperta da Rontgen l’esistenza dei raggi X si rivoluzionò l’approccio della medicina alla scoperta del corpo umano, aprendo nuove e incredibili possibilità per la conoscenza medica. L’evoluzione della diagnostica per immagini oggi ha fatto passi da gigante, diventando uno strumento fondamentale della medicina contemporanea, sia nella diagnosi che nella terapia. Oggi le nuove apparecchiature tecnologiche, affiancate dalle conoscenze informatiche sempre più elaborate, hanno permesso la realizzazione di strumenti all’avanguardia sempre più efficienti e meno invasivi. E’ noto che ai primordi dell’utilizzo dei raggi X, non conoscendo per intero i loro effetti sulla salute, ci sia stato un utilizzo poco controllato sulla dose assorbita. Con il tempo si è riscontrato (dopo ad esempio i drammatici eventi di Hiroshima o Chernobyl) che livelli elevati di esposizione abbiano provocato danni biologici che sono dipesi dall’energia totale assorbita dai tessuti e dagli organi. Se ci sono dati certi sugli effetti dannosi, ad elevati livelli di esposizione alle radiazioni, non c’è altrettanta certezza sulla possibilità di sviluppare un tumore radio-indotto a livelli di esposizione più bassi, tipici di esami diagnostici come TC e RX. Radiografie ai denti, al torace o agli arti possono ritenersi una categoria di esami con rischio trascurabile mentre, esami più complessi, come ad esempio la TC, comportano sicuramente rischi più elevati ma comunque bassi. Dato che poi lo sviluppo di tumori radio-indotti ha un periodo di latenza dell’ordine di anni, non è possibile stabilire se l’esposizione alle radiazioni ne sia stata l’effettiva causa, considerando anche che la radiazione naturale contribuisce per l’88% della dose annuale di esposizione, mentre la restante parte è rappresentata dall’esposizione alle procedure mediche.

La certezza del rischio associato alla natura intrinseca delle radiazioni, seppur basso, non può comunque prescindere da attente valutazioni sul rapporto rischio-beneficio che giustificano l’effettiva necessità dell’esecuzione dell’esame con Raggi X.  Oggi, grazie allo sviluppo tecnologico, si è cercato di ottimizzare la procedura cercando di minimizzare il rischio presunto, riducendo i livelli di esposizione, mantenendo però la qualità delle immagini per permettere una diagnosi corretta. L’esame diagnostico deve essere quindi giustificato e la procedura deve essere sempre ottimizzata. Su questo ultimo punto le normative vigenti sono a tutela della salute del cittadino in quanto, le apparecchiature che emettono radiazioni devono essere sottoposte prima del loro utilizzo a verifiche specifiche e durante il loro utilizzo a costanti controlli periodici.

Dr.ssa Federica Rondoni