Caso Nestlè: tavolo di confronto tra Rsu e Movimento 5 Stelle

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Stamane, presso il cdp Perugina, la deputata Tiziana Ciprini e i Portavoce comunali del M5S Cristina Rosetti e Michele Pietrelli hanno incontrato le Rsu aziendali, per valutare l’avvio di tutte le azioni possibili da mettere in campo per garantire il mantenimento dei livelli occupazionali del sito di San Sisto e ad evitare i prospettati esuberi di 340 dipendenti allo scadere della cassa integrazione, prevista nel giugno 2018.

“Con il verbale di accordo del 7 aprile 2016 tra Nestlé Italia e la Rappresentanza sindacale unitaria, è stato definito un piano di sviluppo volto a valorizzare le attività ‘core’ del cioccolato Perugina, nonché a fare di ‘Baci Perugina’ un global brand”

– affermano i portavoce 5Stelle.

“Con l’accordo dell’aprile dell’anno scorso l’azienda si impegnò a rendere lo stabilimento di S. Sisto non solo il centro di produzione di riferimento per la fornitura di biscotti per gelato con investimenti commerciali e tecnologici per 60 milioni di euro che potrebbero portare i volumi produttivi progressivamente dalle attuali circa 24mila tonnellate all’anno, fino alle auspicate 32mila tonnellate l’anno e consolidare la posizione competitiva di Perugina ma anche a caratterizzare il reparto “confiserie” tra le competenze “core” a vocazione internazionale per il rilancio del suo ruolo produttivo al cui successo è legato l’obiettivo di riassorbire l’eccedenza di personale. In quella sede non si parlò di esuberi ma solo della richiesta della cassa integrazione come strumento per la gestione della forza lavoro in questo biennio di attuazione del Piano. Tuttavia – continua la deputata Ciprini – la società, disattendendo e violando gli impegni assunti nell’accordo del 2016, ha comunicato nel maggio di quest’anno l’intenzione di ridurre l’organico di 340 dipendenti, al termine del periodo di cassa integrazione, non essendo in grado di riassorbire tutte le unità lavorative, e nonostante i dati positivi relativi al settore cioccolato registrati dalla multinazionale. È evidente che tra i dipendenti e i sindacati c’è preoccupazione, a fronte degli esuberi annunciati dalla multinazionale, poiché questi comporterebbero pesanti ricadute economiche e sociali soprattutto per i 340 lavoratori coinvolti, ma anche per il contesto specifico del territorio umbro-perugino, già marcatamente colpito dalla crisi industriale in atto. Per questi motivi – aggiunge Ciprini – abbiamo presentato una risoluzione in commissione Lavoro per chiedere al Governo di avviare tempestivamente un tavolo di confronto con i vertici aziendali della società Nestlé, le organizzazioni sindacali e le istituzioni regionali e locali interessate, finalizzato alla definizione di tutte le misure necessarie a scongiurare gli esuberi, garantire l’occupazione e affinché lo stabilimento di San Sisto conservi un ruolo strategico produttivo anche per l’azienda. Chiederemo, inoltre, al Governo e alla Regione di mettere in campo tutte le azioni possibili per favorire e potenziare la logistica della sede di San Sisto derivante dal ripristino di infrastrutture inutilizzate, come il sistema ferroviario che un tempo raggiungeva direttamente il sito di San Sisto. Continueremo ad agire su più fronti – concludono i portavoce – tra iniziative in consiglio comunale e alcune integrazioni alla risoluzione che abbiamo presentato in Parlamento, con l’intento di far rispettare l’accordo del 7 aprile 2016 per la parte che la stessa multinazionale Nestlé ha ripetutamente dichiarato di voler attuare, sollecitando anche il coinvolgimento dei lavoratori dello stabilimento di San Sisto e dei cittadini di Perugia, giacché tale massiva operazione di licenziamenti collettivi avrebbe pesantissime ricadute economiche ed occupazionali sull’intera città e sulla regione stessa”.