All’Auditorium di Santa Cecilia, il Maestro Luca Morelli ha reso omaggio ad uno dei cantanti italiani più famosi e più amati
Un pianoforte, la luce soffusa di oltre 150 candele e l’energia travolgente di Vasco Rossi. Questo è quanto ha offerto, ieri sera, lo spettacolo Candlelight: Tributo a Vasco Rossi, evento a lume di candela, promosso e realizzato in esclusiva da Fever.
Nell’incantevole cornice dell’auditorium di Santa Cecilia di Perugia, il Maestro Luca Morelli ha stupito ed emozionato il pubblico, riadattando al pianoforte alcuni dei brani più famosi di Vasco Rossi, alternandoli ad alcuni meno noti. Un evento che, per stessa ammissione del Maestro e compositore originario di Carpi, assume un significato particolare.
“Nel corso degli anni, ho fatto tanti tributi a diversi artisti, ma quello a Vasco per me ha un valore unico: è, infatti, il primo che ho proposto a Candlelight. Tutto ha avuto inizio da qui”.

Così, il Maestro Morelli, dopo aver invitato il pubblico a viaggiare con la mente e ad immaginarsi la voce di Vasco, ha lasciato andare le mani sul pianoforte e a travolgere i presenti con ben 28 canzoni del Rocker di Zocca. Si è partiti con “Dillo alla Luna”, “Ti Immagini” e “Vita Spericolata”, per poi passare a pezzi più rock come “C’è chi dice no” e “Siamo solo noi”. Inevitabilmente, è stato lasciato spazio anche al romanticismo e alla commozione con brani come “Sally”, “Canzone” e “Vivere”. Il momento di maggior emozione è stato toccato con l’esibizione di “Anima Fragile” che, come ha spiegato il Maestro Morelli, è un pezzo che Vasco ha composto in seguito alla morte del padre, per onorare la sua memoria. Molto apprezzati anche i “3 minuti di Luca Morelli”, in cui il Maestro ha presentato al pubblico un suo brano inedito.
Dopo un’ora vissuta a pieno ritmo, lo spettacolo si è concluso non come si poteva pensare con la mitica “Albachiara” – brano che comunque non è mancato – ma con “La nostra Relazione” e “L’Una per te”.
Candlelight, ancora una volta, ha regalato un’esperienza unica, che vorresti non finisse mai.
Michele Mencaroni