Brand Regione Umbria. “Stupore e sorpresa per affermazioni prive di senso e inesattezze del consigliere Bori”

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La nota dell’Assessore Agabiti

   

L’assessore regionale al Turismo Paola Agabiti interviene in merito alle affermazioni del consigliere regionale Bori inerenti il brand della regione Umbria. Di seguito il testo:

“Apprendiamo con vivido stupore e sorpresa le parole del consigliere Bori in merito al “brand” della regione Umbria, che verrà presentato ufficialmente il 13 ottobre prossimo nell’ambito della fiera del Turismo di Rimini. Quante affermazioni prive di senso e quante inesattezze che mirano a liquidare sprezzantemente un lavoro di mesi da parte di professionisti qualificati a livello mondiale – la prestigiosa agenzia Armando Testa – con l’apporto delle strutture regionali e il lavoro condiviso della Camera di Commercio e delle associazioni di categoria, che si sono prodigati per fornire il loro prezioso contributo al segno distintivo che caratterizzerà l’immagine e la promozione futura della Regione Umbria. Vorrei innanzitutto fornire, a chi ne ignora l’esistenza, un’informazione di cui dovrebbe essere al corrente. Il brand che verrà adottato non è il marchio istituzionale della regione Umbria, che si caratterizza per i “tre ceri” di Gubbio su sfondo rosso, simbolo della regione, che si distingue per essere un’immagine inalterabile, che non può essere ricostruita, ridisegnata o deformata. In parole semplici, il nome e cognome ufficiali del nostro ente, cui sono legati aspetti quali la sua formale identificazione e il patrocinio che essa fornisce a manifestazioni e iniziative di particolare interesse. Un marchio che non verrà certamente meno. Ben diverso è il significato, la funzione e la finalità del brand, che l’amministrazione regionale lancia per la prima volta nella storia dell’Umbria, e le cui precedenti amministrazioni non hanno mai saputo realizzare né tanto meno concepire. D’ora in poi, la nostra regione affiancherà al marchio istituzionale, caratterizzato dai “tre Ceri”, un brand  – unica ad esserne fino ad oggi sprovvista – finalizzato a promuovere il territorio dal punto di vista turistico, culturale ed enogastronomico. Segno evidente di un’amministrazione responsabile e lungimirante, che ha avuto la visione di immaginare un logo dotato della forza di identificare i valori, la storia, le tradizioni ed i costumi della nostra regione, veicolandoli a livello nazionale ed internazionale ed esaltandone il loro significato e la loro forza intrinseca. E ciò in una logica di c.d. “marca ombrello”, che sappia rappresentare ciò che di più autentico e genuino la nostra regione sa manifestare quale territorio posizionato al centro della nostra penisola. E, per la precisione, non al centro dell’Europa, come sostiene chi è legato politicamente ai promotori di campagne che promuovevano il nostro territorio con immagini della Val d’Orcia. Forse coloro i quali si sono prodigati a manifestare pesanti critiche contro la politica di promozione turistica e di valorizzazione del territorio attivata da questa giunta, soffermandosi solo sulle campagne pubblicitarie, dimenticano colpevolmente i 23 milioni stanziati da questa giunta alle strutture ricettive umbre. Oltre alle risorse a sostegno all’intero comparto turistico, culturale ed enogastronomico stanziate in questi tre anni, in cui una violenta e tragica pandemia ha messo a rischio un intero sistema sociale, imprenditoriale e turistico. Forse il PD, nei suoi vari esponenti, non ha contezza del record che la regione Umbria ha stabilito in quest’estate 2022 e nell’anno precedente, relativamente ai flussi turistici, che segnano il maggior numero di presenze e di arrivi, durante il periodo estivo, negli ultimi dieci anni, nonostante la crisi pandemica e la guerra alle nostre porte, con le conseguenze che tutti conosciamo, in termini di crisi energetica e di incertezza sociale che hanno portato con sé. Per la precisione, nell’estate 2022 si sono registrati ben 906.364 arrivi e 2.839.824 presenze, con un incremento – rispetto al 2019, ultimo anno prepandemico e dunque punto di riferimento qualificato – del 5,2% in termini di arrivi e del 9,3% in termini di presenze; oltre ad un incremento, sempre rispetto al 2019, del 9,2% in termini di presenze negli esercizi alberghieri, e del 13,1% e del 9,4% rispettivamente in termini di arrivi e presenze negli esercizi extraalberghieri. E vorremmo apertamente invitare gli esponenti dell’opposizione a verificare l’intero processo creativo che è alla base di questa nuova immagine di rilancio di tutto il nostro territorio. Vorremmo far comprendere che dietro questo brand ci sono il colore della nostra terra, l’abbraccio caloroso dei nostri concittadini, la forma delle nostre architetture, il segno del nostro paesaggio, l’anima della nostra cultura e delle nostre tradizioni e, soprattutto, finalmente, una visione e promozione unitaria dell’intero nostro territorio. E se abbiamo con convinzione voluto mantenere il claim “il cuore verde d’Italia”, che tanto preme alle attuali opposizioni, è perché noi sappiamo valorizzare ciò che di buono è stato fatto, non rifiutando a priori ciò merita di essere salvato e valorizzato. Atteggiamento mentale, il nostro, che non è proprio del PD umbro, che pregiudizialmente giudica, che pregiudizialmente contesta e punta il dito, con una visione ideologica su ogni dibattito e su ogni scelta intrapresa. Siamo fieri ed orgogliosi del percorso fatto e delle scelte operate; fieri di un duro lavoro che possiamo mettere a confronto con quanto non fatto dalle precedenti amministrazioni, cui vorremmo chiedere di comunicare apertamente, con la stessa foga, le risorse che hanno stanziato per il turismo, per la cultura e per il sostegno alle attività ricettive in decenni di amministrazione. La nostra campagna promozionale ha consentito una valorizzazione ed una veicolazione dei tesori artistici, architettonici, enogastronomici e culturali dell’Umbria senza precedenti, con forti ricadute su tutto il settore turistico e ricettivo, come dimostrano tutti i dati sui flussi, pubblicamente consultabili. Non accettiamo, pertanto, lezioni da chi ha amministrato per decenni conducendo all’immobilismo un’intera regione ed un intero territorio. Soprattutto da coloro che vivono roboanti affermazioni di principio, ma sono incapaci di scelte concrete e di politiche attive di autentica efficacia nei settori chiave della nostra regione. In ogni caso, siamo sicuri che i cittadini umbri sapranno valutare e mettere a confronto le differenti politiche delle diverse amministrazioni, al momento rendendone il responso nelle forme che la democrazia prevede”.