Bettona: festa del patrono San Crispolto

677

Bettona: festa del patrono San Crispolto. Chi soffre di cefalee può rivolgersi al Santo. I ragazzi della  Scuola Pennacchi di Passaggio scrivono la storia del Santo

   

Oggi la comunità di Bettona festeggia il santo Patrono San Crispolto. I festeggiamenti, in tempo di coronavirus, non ci saranno è ogni famiglia esporrà una candela accesa fuori dai propri portoni, balconi o finestre, per accendere il calore e fare  nel centro storico. Il busto del Santo resterà esposto oggi nella chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta per la venerazione e preghiera personale. Il tutto ovviamnete rispettando le distanze sociali e il numero limitato  degli ingressi.

In questa occasione  gli allievi della Scuola Pennacchi di Passaggio, classi 3 A e B, hanno scritto ricordato la storia del santo e la leggenda. La tradizione vuole che nel giorno della sua festa, chi soffre di mal di testa strofini un batuffolo di cotone sulla sua effigie, conservandolo tutto l’anno.

“Il primo documento in cui è menzionato è un Placito (un verbale) del 1018, dove si fa riferimento ad un monastero di san Crispolto nell’assisano. La fonte scritta per antonomasia sulla vita del santo è però una Passio del XII secolo abbastanza favolosa. Originario probabilmente di Gerusalemme, fu uno dei 72 discepoli di Cristo e fu inviato in Italia da Pietro per predicare il Cristianesimo nel I secolo; arrivato a Bettona, compì importanti miracoli: liberò una donna impossessata dal demonio, convertendo lei e tutta la sua famiglia; guarì una spia pagana che aveva perso la parola; liberò un contadino, Baronzio, poi suo fedele seguace, dai lupi che lo avevano azzannato; curò il nipote del prefetto che aveva rotto le gambe dopo una caduta da cavallo e convertì molte persone al Cristianesimo perfino in prigione, dove era finito, imprigionato dai Romani, a causa della sua fede. Per il suo rifiuto di compiere sacrifici agli dei fu torturato: prima, insieme a Baronzio, venne gettato in una fornace, che miracolosamente si spense; poi fu tagliato in due in senso verticale con un gladio (dice la Passio) o una sega, che ne diventerà il segno iconografico assieme al pastorale, al piviale e alla mitria, simboli della sua carica di vescovo. Il supplizio avvenne nei pressi di “Campus Bucaronis” (nelle vicinanze dell’attuale villa Boccaglione) il 12 maggio del 306-7 (qui una incongruenza storica, tipica di certe fonti agiografiche antiche). Il corpo venne sepolto nell’attuale abbazia di San Crispolto a Passaggio di Bettona, oggi proprietà privata della famiglia “Lispi”; solo nel 1266 fu portato in città. Nel 1352 i perugini, dopo aver conquistato Bettona, trafugarono i resti di Crispolto, restituiti venti anni dopo. Le reliquie del santo furono custodite nella chiesa a lui dedicata a Bettona: le ossa nella parte inferiore dell’altare, mentre un frammento del cranio all’interno di un busto reliquiario. Proprio per il martirio subito – la sega che lo tagliò in due partendo dal capo – Crispolto fu proclamato protettore delle emicranie. La tradizione vuole che nel giorno della sua festa, chi soffre di mal di testa strofini un batuffolo di cotone sulla sua effigie, conservandolo tutto l’anno”.