Di notevole rilievo l’intervento di Bernardo Giorgio Mattarella, capo dell’Ufficio legislativo del Ministero per la semplificazione e la pubblica amministrazione – ha dichiarato Alberto Naticchioni, Amministratore della Scuola Umbra di Amministrazione Pubblica – in occasione del Convegno sul tema delle nuove riforme Amministrative, la Legge Madia. La giornata si è svolta lunedì 16 novembre presso la Sala dei Notari di Palazzo dei Priori di Perugia ed è stata organizzata dalla Scuola Umbria la Scuola Umbra di Amministrazione Pubblica, in collaborazione con la Regione Umbria e Università degli Studi di Perugia. Nella sue considerazioni, Bernardo Giorgio Mattarella ha sottolineato l’importanza della formazione per superare le difficoltà che si presenteranno nella fase attuativa dei decreti legislativi e l’importanza, in questa fase, della costituzione di una rete di soggetti sui quali fare affidamento come “motore” per l’attuazione delle riforme. Ha in più ribadito l’interesse che in tutti gli enti ci siano le competenze giuste per una pubblica amministrazione efficiente. Bernardo Giorgio Mattarella durante l’intervento ha illustrato i decreti legge previsti della Legge Madia, che comprende tredici deleghe legislative, alcuni dei quali sono multiple e daranno luogo a più decreti legislativi, nonché la previsione di un regolamento di delegificazione; inoltre ci potranno essere decreti correttivi. “Seguendo l’ordine degli articoli della Legge Madia iniziamo dall’Amministrazione digitale – ha dichiarato Bernardo Giorgio Mattarella – su questa materia abbiamo intenzione di alleggerire il “Codice dell’Amministrazione Digitale” riorganizzando il sistema di governo dell’Agenda Digitale, che è attualmente incentrato intorno all’Agenzia per l’Italia Digitale ma con una serie di organi e di riparto delle competenze non chiare, e rafforzare il ruolo del dirigente competente in materia. Questa è l’occasione per adeguare la legislazione nazionale al regolamento europeo sui servizi fiduciari che entrerà in vigore a luglio ed è anche l’occasione per adeguare la legislazione ad altre iniziative molto importanti, quali lo SPID (sistema pubblico di identità nazionale) ed il sistema “Italia login”, cioè un sistema di connessione tra i portali della pubblica amministrazione. Il secondo punto è dedicato alla conferenza dei servizi, che si svolgerà in forma sincrona, al rappresentante unico ed alla disciplina sulla tutela dell’ambiente, dei beni culturali e della salute. Saltando i punti che non sono soggetti a deleghe si arriva al tema che prevede l’accelerazione di determinate procedure per evitare che si rinunci ad importanti possibilità. Importante argomento è quello relativo alla SCIA (segnalazione certificata di inizio attività) che è, a mio avviso, la norma più rilevante di questa legge perché cambia decisamente prospettiva rispetto al modo in cui si è cercato di introdurre le misure di liberalizzazione degli ultimi anni, sempre insistendo sulla formulazione degli articoli 19 e 20 della legge n.241. Con questo artico si torma un po’ all’ispirazione originaria dei due articoli ma con una delega che prevede l’analitica elencazione di tutti i procedimenti soggetti a SCIA. Le difficoltà di questo decreto legislativo nascono dal dover fare una mappatura di un numero elevatissimo di procedimenti e dal fatto che molte di queste di queste materie sono interessate da diverse competenze di governo che richiedono un confronto con le regini ed enti locali. Passando direttamente alla delega legislativa per il riordino della disciplina in materia di trasparenza amministrativa e piano anticorruzione, qui l’ispirazione della legge è semplificare aumentano il livello di trasparenza. Sburocratizzare una disciplina quale quella della prevenzione della corruzione per ridurre gli oneri in capo all’amministrazione ed aumentare il livello di trasparenza. Questa è la legge che contiene la c.d. norma FOIA (Freedom of Information Act) che introduce nel nostro ordinamento il diritto di acceso generalizzato dei cittadini alle informazioni in possesso delle amministrazioni pubbliche, salvo eccezioni. I problemi di questo decreto legislativo derivano soprattutto dall’esigenza di definire l’ambito di applicazione di questa disciplina che attualmente presenta delle incertezze e poca chiarezza nel delimitare l’abito di applicazione. Di per se la normativa vigente in materia sarebbe già rivoluzionaria, però di fatto ha un tasso di applicazione molto basso. Altro punto è relativo alla riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche. Questa delega organizzativa può dar luogo ad un numero rilevante di decreti legislativi, pensate che c’è sostanzialmente la riapertura della “Legge Bassanini” per il riordino dei ministeri e delle agenzie. Si può intervenire sulla disciplina della presidenza del consiglio, ci sono criteri di delega specifici per quanto riguarda gli uffici di staff degli organi politici, c’è, a livello di amministrazione periferica, il riordino degli uffici delle prefetture, la delega sul riordino delle forze di polizia, la soppressione del corpo forestale delle stato, del pubblico registro automobilistico, dei porti, la delega in materia di riordino degli enti partecipati o finanziati dallo stato. Sempre in materia di riorganizzazione è previsto il riordino delle camere di commercio, qui la logica è quella di riportare il più possibile le camere di commercio verso la loro natura di enti associativi e valorizzare la loro funzione esponenziale ed il loro ruolo di assistenza alle imprese, piuttosto che attribuire funzioni amministrative. La delega sulle dirigenza amministrativa che probabilmente eserciteremo insieme a quella relativa al nuovo testo unico del pubblico impiego che sarà fatto nei prossimi mesi, nel quale confluirà la disciplina sulle dirigenza amministrativa. L’obiettivo della dirigenza amministrativa è quello di costituire un unico grande mercato dei dirigenti amministrativi gestito da organi indipendenti. Da questo punto di vista è essenziale che funzioni bene il sistema di valutazione dei rendimenti delle pubbliche amministrazioni, è anche questo uno dei temi che cercheremo di affrontare nel nuovo testo unico del pubblico impiego. La delega in materia di pubblico impiego prevede la volontà nella realizzazione di un vero testo unico del pubblico impiego e criteri di delega estremamente innovativi, come il passaggio dalla logica delle piante organiche alla logica dei fabbisogni, che comporta molta maggior flessibilità nella gestione del personale e nella scelta delle figure necessarie da parte delle amministrazioni, che deve andare di pari passo con una maggiore mobilità. Inoltre ci sono criteri innovativi per la gestione dei concorsi, la quale deve diventare un’attività professionale svolta da soggetti dedicati a questa funzione. Ci sono ulteriori novità come la razionalizzazione dei flussi informativi e le due deleghe sulle società partecipate pubbliche e servizi pubblici locali. In materia di società partecipate il decreto avrà il vantaggio di mettere insieme tanto norme per avere una disciplina con maggiore effettività. Altrettanto per quanto riguarda la disciplina in materia di servizi pubblici locali che riguarda il colmare una lacuna sui servizi pubblici generali. La Pubblica Amministrazione dovrà quindi prepararsi ad una vera svolta”.