Audizione Terza Commissione sui servizi socioassistenziali

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I vari interventi

   

La Terza commissione consiliare,
presieduta da Eleonora Pace, ha svolto un’audizione sul Regolamento
regionale 16/2012 (“Disciplina in materia di autorizzazione al funzionamento
dei servizi sociassistenziali a carattere residenziale e semiresidenziale per
le persone anziane autosufficienti”). Sono intervenuti i direttori delle Asl
1 e 2, Massimo De Fino e Massimo Braganti, oltre a rappresentanti di comuni e
zone sociali dell’Umbria, della Lega Cooperative sociali e della fondazione
Fontenuovo.

L’audizione è stata chiesta dal consigliere Michele Bettarelli (Pd)
perché, ha spiegato, “a distanza di dieci anni dal regolamento del 2012 si
rende necessaria una revisione, dato che sono arrivate diverse sollecitazioni
da parte dei Comuni e dei soggetti interessati a tali servizi, per rimuovere
le rigidità di un sistema che limita fortemente l’attività degli
operatori con ricadute negative su soggetti fragili e le loro famiglie”.

Dagli interventi è emerso che le problematiche principali relative a questo
regolamento riguardano le strutture di coordinamento, con la responsabilità
di inserimento in queste strutture che viene oggi gestita dal medico di
medicina generale, ma è necessario che il ruolo di coordinamento venga
chiarito in modo più approfondito. Quest’estate dei controlli dei Nas, a
seguito dei quali alcuni residenti delle strutture sono stati dichiarati non
autosufficienti, hanno attivato delle valutazioni delle Asl. Valutazioni date
sulla base dell’inserimento dei pazienti nelle suddette strutture servite, e
ciò ha creato problemi sul versante penale proprio per i responsabili di
queste strutture. Sarebbe necessario diminuire in qualche modo la
responsabilità del coordinatore o della struttura stessa. Queste strutture,
che rappresentano un’utile fase di passaggio tra il rimanere a domicilio e
andare in una struttura protetta, andrebbero tutelate e ne andrebbe garantito
il corretto funzionamento. La richiesta è infatti altissima, già 800
persone in Umbria ne fanno uso. Una commissione è già adibita al controllo
delle condizioni delle strutture, ma intervengono in questo senso anche Nas e
altri soggetti che sono incaricati di effettuare la vigilanza. Andrebbe
dunque organizzato un tavolo tecnico per fare chiarezza sui vari ruoli e
compiti. Altrimenti si rischia di creare un cortocircuito che può produrre
danni a tutti gli attori della comunità regionale: agli anziani, alle
famiglie, ai soggetti che gestiscono le strutture. Questo perché l’esito
della verifica del livello di autosufficienza degli anziani in cura nelle
strutture cambia al cambiare del soggetto che effettua questa verifica. Negli
ultimi mesi i Nas hanno infatti chiesto alle Asl di verificare il livello di
autosufficienza degli anziani e, cambiando i soggetti che attestano questo
stato, si è creata una situazione in cui determinati ospiti ritenuti
autosufficienti dai medici di base sono invece stati giudicati non
autosufficienti da altri. Ciò ha danneggiato anche l’ospite stesso, a cui è
stato intimato di lasciare la struttura nei tempi previsti, mettendo anche
ulteriormente sotto stress la rete di gestione degli anziani, i cui
funzionari sono poi obbligati a trasferire queste persone in una residenza
protetta. Vi è dunque la necessità di operare un intervento sul
regolamento, che potrebbe essere o una rilettura completa dello stesso oppure
degli aggiustamenti specifici funzionali, eliminando il possibile dolo che
viene imputato dai Nas ai gestori. Inoltre questo trattamento si inserisce in
una rete di servizi di welfare. Il buon funzionamento della rete è legato
dunque anche alla buona funzionalità delle residenze nell’accogliere
adeguatamente il flusso di ospiti. Da luglio a oggi la velocità nel fare
fronte al turnover da parte delle Asl si è sensibilmente ridotta, allungando
tantissimo le tempistiche di attesa. Ciò rende ancora più urgente tornare
all’ordinarietà per fare sì che i tempi di attesa tornino quelli previsti
dal regolamento.

Massimo De Fino (Asl 2), ha detto che “il regolamento, nonostante non sia
molto attuale, non sembra strutturato male. Si parla di residenza servita da
un punto di vista sociale e non sanitario; il passaggio da autosufficiente a
non autosufficiente, poi, coinvolge l’attivazione di un’attività
multidisciplinare. Sono le schede di valutazione che permettono di stabilire
se il paziente sia effettivamente autosufficiente o meno, la revisione della
valutazione può essere fatta a distanza di un anno dal medico di medicina
generale, ma forse è necessario studiare a priori una scheda di valutazione
che permetta di determinare l’autosufficienza. Il personale delle strutture
servite, che si occupa di coloro che sono autosufficienti, non può garantire
la stessa assistenza a persone non autosufficienti che, essendo in una
situazione più grave, richiedono cure più specifiche.

Per Massimo Braganti (Asl 1), “il punto critico è la valutazione di questi
pazienti. La situazione mista pone dei problemi che riguardano soprattutto il
tipo di assistenza e la modalità della verifica dell’autosufficienza”.

Per il consigliere Andrea Fora (Patto civico) “emerge che c’è un
problema che va affrontato con urgenza sulle modalità di processo con cui si
interagisce in particolare fra sanitario e sociale, qui è richiesta una
forte integrazione sociosanitaria da regolare bene, come evidenziato dalle
problematiche esposte. Auspico emerga una risoluzione e una richiesta
all’assessorato, anche oggi assente, per convocare gruppo di lavoro con
soggetti del terzo settore e dell’azienda sanitaria. Anche oggi è emerso
un problema, oltre a quello di filiera nella gestione dei servizi per
anziani: il problema delle liste d’attesa. Apprendiamo dall’assessore Edi
Cicchi del Comune di Perugia che solo a Perugia ci sono 200 anziani in
lista”.

Valerio Mancini (Lega) ha detto che “la pandemia ha ampliato le necessità.
Devo dire che i servizi erogati sono soddisfacenti ma le liste d’attesa
molto lunghe. Il massiccio processo di invecchiamento presuppone un
accompagnamento della vecchiaia, bisogna cambiare tipo di assistenza
sanitaria, in molte strutture non si accettano anziani perché non pienamente
autosufficienti. Da migliorare anche la qualità di assistenza, non solo
farmacologica o di sorveglianza ma anche la tutela psicologica. Infine
ricordo che l’Assemblea vota il bilancio e non può fare solo da contorno a
certe decisioni, serve un riconoscimento, ma l’Assessore anche oggi non
c’è. I direttori delle Asl sono bracci operativi di quello che viene
deciso e i membri di questa commissione devono avere un ruolo attivo in
questo processo”.

“La Giunta riveda il Regolamento dei
servizi socioassistenziali”. È quanto dichiara il consigliere regionale
Michele Bettarelli (Pd).

“Quanto emerso oggi – spiega Bettarelli – dall’audizione che ha avuto
luogo in Terza commissione sul Regolamento regionale 16 del 2012 e
riguardante la disciplina autorizzatoria e il funzionamento dei servizi
socio-assistenziali a carattere residenziale e semiresidenziale per le
persone anziani autosufficienti, conferma la necessità di intervenire quanto
prima per rimuovere le rigidità di un sistema che limita fortemente
l’attività degli operatori con ricadute negative su soggetti fragili e le
loro famiglie”.

“La presenza qualificata dei soggetti operanti nel settore, dai comuni
capofila agli stessi operatori – prosegue Bettarelli – è servita per
ribadire ancora una volta, quanto era chiaro ormai da tempo: ovvero che è
necessario che la Giunta riveda il regolamento in questione. In particolare
è necessario chiarire aspetti dirimenti in merito alla gestione delle
persone che nel corso del tempo non risultano più autosufficienti e
necessitano di una diversa presa in carico, ovvero di natura
socio-assistenziale ma anche medico-sanitaria. Spiace aver costatato per
l’ennesima volta l’assenza dell’Assessore alla Sanità e al Sociale
Coletto, segno di una mancanza di consapevolezza dell’importanza di certe
tematiche”.

“Da promotore dell’audizione – conclude Bettarelli – non posso che
esprimere soddisfazione per l’orientamento assunto dalla stessa commissione
circa l’attivazione di una procedura di revisione. Auspico che questa possa
concretizzarsi con la convocazione di un tavolo tecnico utile a formulare uno
schema di modifiche condivise con chi ogni giorno opera in questo settore”