A San Matteo degli Armeni consegna di una quercia intitolata a Laura Santi

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Venerdì 3 ottobre alle ore 12.30

   

Venerdì 3 ottobre, alle ore 12.30, al complesso di San Matteo degli Armeni di Perugia, si terrà la cerimonia “Una quercia per Laura”: l’albero, intitolato a Laura Santi, verrà consegnato dall’Associazione weTree rappresentata da Ilaria Borletti Buitoni, alla presenza di Marco Cappato, tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, della sindaca Vittoria Ferdinandi, del vicesindaco Marco Pierini e dell’assessore all’ambiente, David Grohmann.

Sarà presente anche Stefano Massoli, marito della giornalista e attivista perugina, il quale ha apprezzato le parole volute dall’Associazione nazionale weTree nella targa che sarà collocata accanto alla quercia: “Per il suo straordinario coraggio, per la sua forza e per il messaggio che ci ha lasciato: una testimonianza costante in difesa del diritto fondamentale di decidere della propria vita, liberamente e autonomamente. Grazie, Laura”.

L’Associazione weTree, che negli anni ha piantato in tutta Italia molti alberi in memoria di donne la cui azione in vita è stata caratterizzata dall’impegno civile, nella cultura, nell’assistenza ai più fragili, nella promozione di una società più giusta e inclusiva, dedica una quercia, simbolo di forza e resistenza, a Laura Santi.

“Con il suo messaggio ai parlamentari – dice l’associazione – Laura Santi ancora una volta ha dato prova non solo di straordinario coraggio ma anche di un profondo senso civico che l’ha portata ad un appello a nome di tutte le persone che affrontano con indicibili sofferenze una patologia terminale o invalidante, affinché il Parlamento non approvi una legge che possa rendere il loro percorso ancora più drammatico e rispetti la loro autodeterminazione relativamente alla decisione di porre fine alla propria vita. Purtroppo, come giustamente sottolinea Marco Cappato, da sempre in prima linea per difendere il diritto all’eutanasia, la proposta di legge in discussione in Parlamento dimostra non solo una drammatica superficialità nell’affrontare un tema così fondamentale per tutti i cittadini, ma la precisa volontà di azzerare molti diritti conquistati imponendo un percorso di cure palliative per poter accedere al suicidio assistito”.